Ha pedalato lungo la leggendaria “Strada delle Ossa”, fatta costruire da Stalin per raggiungere le miniere aurifere di questa area. La leggenda vuole che questa pista sia lastricata con le ossa dei prigionieri dei gulag morti di stenti durante la sua costruzione.
Ha dovuto impegnarsi in una difficile preparazione logistica per cercare informazioni su questa zona sconosciuta e per costruire attrezzature speciali per riuscire a sopravvivere senza nessun supporto esterno a temperature rigidissime.
Nell’attraversata ha utilizzato lo stesso equipaggiamento alpinistico che viene impiegato per scalare l’Everest più altri indumenti usati nelle spedizioni polari, e una bicicletta speciale senza nessun componente in plastica facilmente sgretolabile a temperature rigidissime. Il tutto per un peso di 100 kg.
Dino è partito da Magagna l’inverno scorso durante il periodo più freddo dell’anno. Le difficoltà sono state tantissime e la paura sua fedele compagna. Infinite le notti lunghe più di 17 ore trascorse in tenda a -55°C e innumerevoli gli imprevisti occorsi durante il giorno che lo hanno messo a dura prova, portandolo a pensare al peggio in più di una occasione. “Persino il semplice respirare è stato causa d’insormontabili problemi”
Dopo 2000km e 45 giorni di viaggio è arrivato a destinazione nella città di Yakutsk.
Vista l’euforia per l’incredibile successo ha poi deciso di continuare a pedalare per 16.000 km fino in Italia e quindi attraversare la Russia, la Mongolia, l’Asia centrale, il Caucaso, la Turchia e la Grecia.
Lunedì 27 novembre è giunto a Bari e risalirà il paese fino a Vicenza per ricongiungersi con la famiglia il giorno di Natale.
Il suo viaggio è stato raccontato da alcuni quotidiani e da siti internet di viaggio: è il protagonista del webformat video “Wilson” di spns.it, che lo ha seguito nell’impresa, e il 10 Dicembre sarà ospite nella trasmissione “Il mondo insieme” di Licia Colò.