Camagna Monferrato (Alessandria) – In cinquanta hanno preso il via questa mattina, all’ombra della maestosa cupola ottocentesca dell’architetto Crescentino Caselli, alla seconda edizione de La Monsterrato Strade Bianche Monferrato, manifestazione cicloturistica aperta a gravelbike, bici storiche ed MTB organizzata dalla Bike Comedy Sport Service. Un’impalpabile velo di nebbia, disegna i profili delle colline circostanti ed esalta i numerosi castelli e borghi che caratterizzano il Monferrato quando i primi ciclisti prendono il via da Piazza S. Eusebio.
Il centro storico di Camagna Monferrato si anima lentamente e alcuni curiosi sfidano la rigida temperatura autunnale per assistere ai primi arrivi dei partecipanti che pedalano lungo il tracciato di 60 chilometri, mentre la prova regia si tiene sulla distanza di 110 chilometri.
Al numero fissato al manubrio è incollato il chip per conoscere il tempo impiegato per coprire il percorso scelto e il tratto cronometrato finale di circa quattro chilometri. Ma al termine della manifestazione i tempi rilevati non andranno a costituire alcuna classifica.
Lo scopo di questo tipo di manifestazioni è ricreativo. Si partecipa per svolgere l’ attività sportiva che appassiona alla scoperta di un paesaggio incantato come quello del Monferrato, terra di vini, castelli e borghi.
Il respiro del ciclista impegnato ad affrontare i brevi tratti in salita entra in sintonia con questa terra, con la fatica di quanti giornalmente sono impegnati a coltivare i terreni verdeggianti che caratterizzano la lunga onda sinusoidale delle colline.
Il primo a giungere al traguardo è Fabio Brondolo (Biker Canelli). Poi è la volta di Marco Cislaghi che racconta così la sua prova: “Ho pedalato sul percorso corto di 60 chilometri, affascinante e impegnativo che presentava, soprattutto nel finale, il tratto cronometrato impegnativo. E’ un tracciato sicuramente più adatto alle gravelbike che alle MTB – sottolinea Cislaghi – in quanto presenta molti tratti in sterrato che rendono impegnativa la prova ai bikers”.
Il vercellese Gianni Gorlero ha partecipato alla manifestazione in sella alla sua bici d’epoca, una Coppi. “Un bel percorso quello disegnato dagli organizzatori che pedalato con una bici d’epoca è interessante. Sicuramente impegnativo visto anche i tratti in salita – continua Gorlero – ma dipende sempre dal grado di preparazione con cui i ciclisti affrontano queste manifestazioni. Siamo ormai a fine stagione e di chilometri sulle gambe ne hanno tutti. Comunque è un’esperienza da ripetere, anzi invito tutti gli appassionati a farlo”.
Jacek Berruti è il primo a completare i 110 chilometri del percorso lungo, alle sue spalle Andrea Visconti che sottolinea la bellezza del percorso, ma “nella parte centrale mi aspettavo più tratti in sterrato”.
Al termine della fatica un succulento piatto di agnolotti accompagnato dal buon vino locale è l’occasione per ritrovarsi allo stesso tavolo e scambiare opinioni sulla manifestazione e la prova di ciascun partecipante, mentre gli operatori di Real Team aggiornano la lista degli arrivati e il relativo tempo impiegato.
Poi al contrario di altre specialità, in cui si partecipa alle manifestazioni per far prevalere il proprio spunto agonistico e magari poi discutere animatamente o addirittura arrivare alle mani, è l’essenza della passione ciclistica pura a prevalere su tutti. Un sorriso e un saluto non si nega a nessuno. Ciclisti che non si conoscevano prima della partenza, terminata la prova si salutano come fossero vecchi amici, hanno condiviso tanta polvere e fatica, che si sono dimostrati, per una volta, due elementi in grado di unire piuttosto che disgregare.
Un tiepido sole fatica a farsi largo tra le bianche nubi. Salendo da Casale Monferrato si incontra il dipinto su muro opera di un’artista locale, Silvia Berra, in cui è disegnata anche la “culieta” una vecchia pietra che, seconda la tradizione, indicava ai camagnesi le imminenti variazioni metereologiche. Oggi non è più possibile usufruire di queste indicazioni e la giornata si chiude con il bianco strato di nubi che a volte lascia trasparire l’azzurro cielo.
Anche gli ultimi ciclisti completano la loro fatica sui pedali, non è stato un vero e proprio “Infernot“, ma per alcuni la fatica si è fatta sentire.Da queste parti la fatica non ha mai piegato nessuno. Basti pensare che generazioni di camagnesi hanno realizzato gli Infernot, cavità adibite alla conservazione del vino scavate nel tufo sotto le case, in epoche in cui la vita del contadino era scandita dal forzato riposo invernale.
Passione, fatica, determinazione e divertimento sono state le caratteristiche principali del successo di questa seconda edizione della Monsterrato Strade Bianche Monferrato che ha elevate possibilità di crescere per diventare un appuntamento tradizionale per gli appassionati del gravel, bici d’epoca ed MTB