Granfondo

Mondovì: una città da scoprire

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Mondovì – La culla del barocco piemontese, capoluogo del monregalese, farà da cornice storico naturale alla 19° Granfondo Giro delle Valli Monregalesi Memorial Pietro Gazzola by Roadman Bikes in programma Domenica 5 Giugno. Un evento che coinvolge l’intera famiglia. Infatti mentre gli appassionati del mondo delle due ruote si sfideranno lungo i due percorsi di gara, familiari e accompagnatori avranno l’occasione di visitare i numerosi luoghi di interesse artistico e culturale che la città offre.

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La parte alta della città (Piazza), raggiungibile con la comoda e moderna funicolare progettata da Giorgetto Giugiaro,  è raccolta su di un colle tra mura medievali e domina i rioni sottostanti. Le strade di Piazza convergono verso la bella Piazza Maggiore, circondata da portici, su cui si affacciano la casa dei Bressano (sec. XIII), i palazzi del Governatore, della Sottoprefettura, del Comune e l’inserto barocco della chiesa e del collegio dei Gesuiti. La chiesa dei Gesuiti, detta “La Missione”, venne costruita dal Boetto nel ‘600 e dipinta all’interno dal Pozzo che diede prova della sua bravura di prospettico che confermò nelle opere realizzate a Roma e a Vienna.
Sempre in Piazza Maggiore segnaliamo il Museo della Ceramica Vecchia Mondovì, un museo multimediale di ultima concezione ospitato nelle sale del Palazzo Fauzone di Germagnano. Le sale si affacciano con una vista superba sulla piazza, sulle Alpi Marittime, sulla pianura cuneese e sulle Langhe Monregalesi, e mantengono, sapientemente restaurate, i propri affreschi, stucchi e arredi risalenti ad un arco di tempo plurisecolare. Poco lontano, in via della Misericordia, si può invece visitare il Museo Civico della Stampa, la più completa raccolta pubblica di macchine ed attrezzature per la stampa esistente oggi in Italia.

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Salendo da Piazza Maggiore verso nord si raggiunge il Vescovado che fu sede universitaria dal 1556 al ‘700 e che presenta alcuni interni interessanti come la Sala delle Lauree e la Sala degli Arazzi, tessuti da F. van den Hecke su cartoni di Rubens nel 1619. Poco oltre c’è la Cattedrale di S. Donato, progettata dall’architetto monregalese Gallo nel ‘700, ed infine il giardino del Belvedere da cui si gode uno splendido panorama dominato dalla Torre dei Bressano. Sempre a Piazza ci sono la Sinagoga del ‘700 e la chiesa della Misericordia, altro esempio dell’estro giovanile del Gallo.

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Nel rione di Breo, sede attuale del comune e centro della vita commerciale, si può ammirare la chiesa dei Santi Pietro e Paolo con la facciata barocca e con il “Moro”, un curioso automa che si alza dal trono per battere le ore e che è il personaggio principale del carnevale monregalese. Tra le costruzioni degne di nota ci sono i palazzi signorili e l’imponente chiesa barocca di S. Filippo, disegnata dal Gallo ed innalzata nel 1734-57.
Sulla strada che scende a Vicoforte merita una sosta la piccola Cappella di Santa Croce che contiene un magnifico ciclo pittorico – attribuito ad Antonio di Monteregale ed eseguito dal 1450 al 1460 – nel quale si notano le influenze dello Jacquerio.

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Tra le botteghe del centro storico è facile trovare buone occasioni per gli acquisti: da non perdere le tradizionali ceramiche decorate con il disegno del gallo. L’arte della ceramica monregalese visse un florido sviluppo sino dai primi dell’800 e numerose fabbriche a conduzione familiare furono destinate alla maiolica con validi risultati artistici. Lo sviluppo di quest’arte fu favorito dalla disponibilità in loco della materia prima: l’argilla plastica. La caratteristica delle maioliche e terraglie “Vecchia Mondovì” è il ricorrente tema del “gallo”, divenuto ormai il simbolo della produzione locale.

La funicolare di Mondovì. Le origini della funicolare di Mondovì risalgono ad un secolo fa, al lontano 1886 quando, su studio dell’Ing. Ferretti, venne realizzato il primo impianto per collegare Breo, il centro storico, con Piazza, la città alta: la stazione a monte non si trova lontana dall’ospedale, dal tribunale e da alcune scuole. La portata era di 700 persone al giorno e l’azionamento avveniva riempiendo di acqua i serbatoi presenti sulla cabina in discesa e svuotandoli lungo il tragitto fino ad arrivare a valle con il serbatoio vuoto, quindi con un conseguente rallentamento e fermata dell’impianto quando la cabina a valle pesava quanto la cabina arrivata a monte (che naturalmente viaggiava con serbatoio scarico). Negli anni 1926 e 1941 l’impianto è stato riammodernato con il passaggio prima al vapore e in seguito alla trazione elettrica e alla vetture azzurre, probabilmente familiari a molti cittadini di Mondovì. Nel 1976 l’impianto è stato definitivamente chiuso a causa dello scarso traffico e il grande sviluppo del trasporto su gomma che ne rendeva sconveniente il rinnovo. Oggi finalmente è stato rimesso in funzione con il design delle vetture realizzato dalla società Italdesign di Giorgetto Giugiaro.

Il Parco del Tempo. A Mondovì è stato realizzato il “Parco del Tempo”, costituito dalla Torre Civica, dai Giardini del Belvedere e dal complesso gnomonico di Palazzo di Giustizia (ex Collegio dei Gesuiti, progettato dal padre Antonio Falletti di Barolo tra il 1713 e il 1716, quando ne era rettore, in collaborazione con l’architetto Francesco Gallo). Attraverso questi tre impianti di grande impatto storico-artistico si sviluppa un percorso di approfondimento del concetto del “tempo”, alimentato dal vasto patrimonio di quadranti solari presenti nella città. Il complesso gnomonico di Palazzo di Giustizia colpisce per il numero e la varietà di orologi solari affrescati sulla stessa parete e risalenti al XVIII secolo. Le meridiane possono essere osservate da Baluardo Grassi di S. Cristina, punto di vista ottimale, o studiate con attenzione all’interno dell’Aula del Tempo, spazio didattico con accesso dal cortile interno di Palazzo di Giustizia dove, con un sistema video-computerizzato, è possibile approfondire la visita del complesso, focalizzando l’attenzione sui singoli quadranti e sui loro dettagli.I dodici quadranti sono disposti su tre livelli e sono racchiusi in cornici barocche a finte architetture con festoni, ghirlande, drappeggi e simboli astronomici; sono tutti di circa 2 metri per 3 e hanno ciascuno una specifica funzione: divisioni zodiacali; ore babiloniche; altezze ed azimut solari; ascendenti; ore astronomiche; ore italiche comuni; ore temporarie; ampiezza del giorno; calendario del 1° e 2° semestre; ore italiche da campanile; orologio geografico. L’importante e complesso recupero dei dodici impianti è stato effettuato dallo gnomonista Giovanni Paltrinieri in collaborazione con l’ing. Sergio Dequal (Cattedra di Fotogrammetria del Politecnico di Torino), che ha verificato i progetti dell’intera ricostruzione. Della parte pittorica si è occupato il prof. Sergio Calò, che in piena sintonia con la locale Soprintendenza ai Beni Monumentali ha dato nuova vita ai dodici impianti gnomonici. Nei Giardini del Belvedere – altra tappa del “Parco del Tempo” – si trovano la Torre Civica e tre orologi solari moderni, realizzati in pietra e funzionanti. All’interno della Torre Civica del Belvedere invece, salendo verso il loggiato, si ripercorre a ritroso la storia degli orologi, da quelli elettronici ed elettrici a quelli meccanici, con un’esposizione di vari tipi di orologi da campanile, tra cui il meccanismo dell’orologio della stessa Torre Civica. Tra il quinto piano e il loggiato sono illustrate le fasi di costruzione delle campane e in particolare è rappresentata la storia delle due campane collocate in cima alla torre. I tre nuovi orologi solari installati del giardino del belvedere sono stati progettati da Giuseppe Viara: una classica meridiana analemmatica, un orologio orizzontale a tempo vero locale combinato con un equatoriale che indica il tempo medio dell’Europa centrale, e un orologio orizzontale a gnomone conico per le ore italiche e babilonesi.

Museo civico della Stampa. Il Museo è ospitato nell’ex Collegio delle Orfane, in Mondovì Piazza, via Misericordia n. 3, un grande e prestigioso edificio risalente alla metà del XVII secolo un tempo convento dei Carmelitani Scalzi.
Nel 1472 fu edito a Mondovì il primo libro stampato in Piemonte.
Il Museo Civico della Stampa è la più completa raccolta pubblica di macchine ed attrezzature per la stampa esistente oggi in Italia; attraverso le sue collezioni esso intende valorizzare la storia di questa affascinante attività “che da più di cinquecento anni tramanda e conserva ogni campo della conoscenza umana”.Il Museo Civico della Stampa accoglie i visitatori in un a sala dove è stata ricostruita la “Editrice Tipografia Moderna”, un tipico esempio di officina grafica ancora in attività fino a pochi anni fa. La sala è allestita con gli arredi originali: il banco per la composizione, le vecchie cassettiere sulle quali sono disposte le raccolte dei caratteri, il magnifico torchio della ditta ” Amos dall’Orto” del 1874 e la macchina da stampa cilindrica ” Optima” fabbricata dalla ditta Augusta di Torino nel 1911. La disposizione delle macchine è il risultato del progetto culturale steso dal prof. James Clough, esperto di storia della stampa e docente in alcuni corsi specifici al Politecnico di Milano, che ha preparato una serie di percorsi tematici: il carattere, la composizione, la stampa tipografica, la stampa artistica, la carta. Per ogni percorso, un ricco apparato fotografico e didascalico introduce lo spettatore all’interno delle fasi operative della produzione di uno stampato, sia questo un libro, un giornale od una stampa artistica.
Aperto sabato e domenica. Ingresso comulativo con la Torre civica del Belvedere e sale del Vescovado. Info +39.0174.40389 – +39.0174.47428

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