Cuneo – La diciannovesima edizione della Paris-Brest-Paris, la più famosa Randonnèe del mondo che si svolge ogni quattro anni dal 18 al 24 agosto, ha avuto come protagonisti alcuni dei ciclisti del GSPassatore.
Un’impresa tanto unica quanto difficile, ma che Paola Oberto con Sergio Bertolotto, Adriano Lerda con Luca Cavallo, Roberto Cavallera con Alex Castellino e Roberto Enrico con Silvio Ribero, hanno portato a termine con un’incommensurabile soddisfazione.
Con un percorso che si snoda sulle strade francesi tra Parigi (Rambuillet) e Brest, di ben 1264 km con 1100 m di dislivello da completare in un tempo massimo di 90 ore, la PBP non é una gara che comporta rivalità, bensì a una sfida personale che richiede una notevole preparazione fisica e psicologica e nel corso della quale i ciclisti si incoraggiano a vicenda.
La fatica è tanta e il sostegno reciproco è la chiave principale che consente ai partecipanti di rimanere focalizzati e motivati.
Agitazione, adrenalina e cuore a mille: un miscuglio di sensazioni contrastanti pervade mente e cuore dei ciclisti ma l’emozione dell’arrivo è immensa, forse indescrivibile, a tal punto da paragonare l’evento all’”Università del ciclismo”.
Domenica 18 Agosto. È il giorno dell’appuntamento che ha visto incontrarsi per la prima volta i ciclisti e che ha permesso loro di familiarizzare e di scambiarsi le prime impressioni e consigli sulla Randonnèe, che da lì a poco avrebbe avuto inizio. Per di più, è stata fatta la foto con la maglia della nazionale Italiana.
Ed ecco che arriva il momento tanto atteso.
La partenza dei nostri Randonneurs è prevista ad orari differenti, in quanto al momento dell’iscrizione all’evento occorreva che ognuno di essi dichiarasse il tempo limite in cui presumeva di portare a termine la sfida. 80/84/90 ore, e, data la grande affluenza di persone provenienti da ogni parte del mondo (circa 6800), le partenze sono suddivise a gruppi di 300 ciclisti a intervalli regolari di 15 minuti.
I partecipanti sono muniti di ogni attrezzatura necessaria, dalle luci al portapacchi e all’abbigliamento adatto alle basse temperature in cui si imbatteranno.
La festa e il folclore sono assicurati, e oltre alle biciclette tradizionali ci sono i mezzi più particolari: dalle bici in bambù costruite dagli stessi ciclisti ai siluri corazzati da colori stravaganti e ai velocipiede reclinato.
Ma l’atmosfera piacevole e informale è certamente assicurata dall’abbigliamento con cui molti di loro decidono di gareggiare; divise hawaiane, ciclisti giapponesi interamente coperti per proteggersi dal sole, donne con gonnelline floreali e divise d’epoca.
A tutto questo si aggiunge il tifo e il calore, quasi unico, degli spettatori francesi, il cui rispetto nei confronti dei ciclisti è reso concreto dalla premura con cui allestiscono le bancarelle, colme di bevande calde e di cibo, dinanzi alle abitazioni.
Non può mancare l’entusiasmo contagioso dei bambini, posti in fila nell’attesa di battere il cinque ai ciclisti accompagnato dalle grida “Alè alè” e “Bonne Courage”, che non possono che aiutare a trasformare la stanchezza in energia e motivazione.
Il sito internet della Parigi-Brest-Parigi ha concesso, inoltre, l’opportunità a famigliari e amici di seguire la bollatura della carta di viaggio dei gareggianti nei vari posti di controllo, all’interno dei quali, grazie ai volontari presenti h24, hanno potuto mangiare, lavarsi e riposare, al fine di alleviare le poche ore di riposo, il freddo e le gambe appesantite dai molti kilometri percorsi.
Le ore e i giorni passano. I primi a varcare la soglia del traguardo, con l’emozione che solo chi ha pedalato per tre giorni e due notti può capire, sono Roberto Cavallera e Alex Castellino, la coppia veterana che si trova a vivere le emozioni della BPB per la quarta edizione, forti di allenamenti mirati e una forza di volontà invidiabile.
Li segue Silvio Ribero che, avendo un passo più accelerato, precede il compagno Roberto Enrico di qualche ora.
Si trascorre la notte continuando ad incitare e ad applaudire gli altri Randonneurs che portano a termine il percorso, chi con il viso segnato dalla stanchezza, chi ancora carico di adrenalina, pronto a liberarsene con un urlo all’arrivo per la bella riuscita dell’impresa.
Nello stesso ordine in cui erano partiti arrivano Paola Oberto e Sergio Bertolotto, seguiti da Adriano Lerda e Luca Cavallo, accolti calorosamente dai loro compagni del GSP.
Dopo la cena finale si parte per il viaggio di ritorno, le gambe sono stanche ma la testa e il cuore pieni di ricordi ancora da elaborare e da realizzare.
Al collo c’è una medaglia in più, ma non una medaglia qualunque, bensì la prova di chi ha vinto una delle sfide più difficili.
La soddisfazione e l’orgoglio di avercela fatta rimarranno per sempre, ma le parole non riusciranno mai a descrivere pienamente ciò che i nostri ciclisti della GSP hanno vissuto nella Randonnèe più famosa al mondo.