Strada

L’As Montoro ha festeggiato i novanta anni di storia

Poche società sportive nel contesto nazionale hanno il lusso di festeggiare i 90 anni dalla nascita e in Campania è stata la volta dell’AS Montoro 1927-Stefano Garzelli Team che apre il 2017 con questo importante anniversario per la compagine nata nel 1927.

Quando all’epoca il ciclismo si correva sulle strade polverose e la bicicletta era solo l’unico mezzo per andare a lavorare e spostarsi tra un paese e l’altro, a Montoro, un gruppo di persone animate da tanta passione e buona volontà, fondarono un sodalizio destinato a durare nel tempo grazie a Francesco Arminante (Don Ciccio) con la collaborazione dei fratelli Nicola e Simone Vietri e del dottor Paolo Trucillo.

L’AS Montoro 1927 dette vita a un’epoca gloriosa con il ciclismo praticato ad alti livelli per la Campania e per tutto il Sud Italia dove Pasquale Pugliese, Vincenzo Decaro e Carmine Preziosi raggiunsero la massima categoria professionistica realizzando il loro sogno come sottolineato con orgoglio dal presidente Mario Mari che ad oggi è anche presidente onorario del comitato regionale della Federciclismo Campania.

Gli ospiti presenti al tavolo d’onore Mario Bianchino (sindaco di Montoro), Raffaele Guariniello (assessore allo sport di Montoro), Giuseppe Saviano (presidente provinciale Coni Avellino), Renato Di Rocco (presidente della Federazione Ciclistica Italiana), Pino Cutolo (presidente del comitato regionale della Federciclismo Campania), Carmine Castellano (patron del Giro d’Italia tra gli anni novanta e duemila) e Angelo Damiano (oro olimpico a Tokyo 1964 nel tandem con Sergio Bianchetto) si sono soffermati sulla valenza sociale e sulla crescita civile della comunità di Montoro legata strettamente alla storia ciclistica di questo sodalizio che ha nel direttore tecnico Giovanni Romano il propulsore principale ma che si distingue per l’entusiasmo e la sua dedizione al ciclismo con la sua opera di coinvolgimento delle scuole e degli oratori per infoltire le fila della società nelle categorie giovanissimi, esordienti ed allievi.

Se Don Ciccio Armirante, i fratelli Vietri e il dottor Trucillo sono stati gli illustri pionieri, al giorno d’oggi Stefano Garzelli, re del Giro d’Italia 2000, è il padrino del team che ha subito creduto nell’AS Montoro inserendolo nel suo progetto dedicato prevalentemente ai giovani in sintonia con gli obiettivi della sua scuola di ciclismo giovanile che dirige in Spagna a Valencia.

A rappresentare con orgoglio l’AS Montoro nella nuova stagione agonistica ormai alle porte sono gli esordienti Gianluigi Romano e Raffaele Laezza, gli allievi Mario Iannone, Antonio Apostolico, Fabrizio Cucciniello, Stefano Guarino, Giuseppe Di Napoli, Assunto Renzulli e Leo del Regno che hanno avuto il privilegio di pedalare assieme a Stefano Garzelli.

La presentazione è continuata con l’illustrazione nei dettagli da parte del direttore di corsa Iolanda Ragosta della 66°edizione della Coppa Montoro: appuntamento a domenica 25 giugno per la validità di campionato regionale FCI Campania e come prova indicativa per i campionati italiani in programma nuovamente in Trentino alle Terme di Comano.

A Montoro si rispolvera il vecchio percorso con un circuito cittadino iniziale di 7 chilometri da ripetere otto volte e l’anello conclusivo di 25 chilometri comprendente la salita di Banzano a 10 chilometri dal traguardo prima di dare vita alla grande festa con i vincitori e i protagonisti della classica per eccellenza della Campania e del Sud Italia avvalorata da una straordinaria partecipazione di pubblico.

E ora non resta che preparare la pagina sulla quale annotare gioie, vittorie, piazzamenti e le nuove avventure sportive dell’AS Montoro 1927-Stefano Garzelli Team per un 2017 ricco di grandi soddisfazioni per tutti e per chi crede in questo sodalizio all’insegna del motto “ con i giovani e per i giovani ”.

Video promo stagione 2017 AS Montoro a cura di Atlantide Video Service al link

 

Novanta anni di storia raccontati da Mario Mari, attuale presidente del team, le sorelle Gelsomina e Iolanda Ragosta

Nel periodo in cui la bicicletta era considerata una romantica compagna, docile amica pronta ad accompagnare in ogni occasione,un mezzo che permetteva di spostarsi più velocemente tra i paesini;  quando si era imparato a conoscerla, aggiustarla, lucidarla, lubrificarla e metterla a nuovo,mentre il ciclismo entrava nel cuore delle persone affermandosi come sport popolare, a Montoro un gruppo di persone animate da tanta passione e tanta buona volontà, diede vita ad un sodalizio destinato a durare nel tempo.

Era il 1927, quando la forte passione per il ciclismo di un meccanico di biciclette Francesco Arminante,  affettuosamente Don Ciccio, simpatico, furbo, scaltro ed intelligente, diede vita, con la collaborazione dei fratelli Nicola e Simone Vietri  e del Dottor Paolo Trucillo , all’allora ed ancora oggi denominata “A.S.MONTORO 1927”.

Il giorno 9 luglio 1927 , il gruppo di appassionati fondatori animò le strade di Montoro con la prima edizione della “Coppa Montoro”. La gara  prese il via dalla frazione S.Pietro in onore del Dott. Trucillo. Vincitore di quella prima edizione fu proprio Francesco Arminante, che con la sua vittoria diede inizio alla storia di sport, lealtà, sacrificio e spettacolo ,che da 90 anni la Città di Montoro racconta.

Dal 1927 al 1939, la “Coppa Montoro” si svolse regolarmente. Tra i vincitori in questo lasso di tempo vi furono, oltre a Don Ciccio Arminante, il corridore Antonio Liguori (vincitore nel 1928-1929).

Con lo scoppio della 2^ Guerra Mondiale nel 1940 e nel dopoguerra, la gara non poté essere organizzata, anche se nel cuore dei montoresi era sempre viva la passione per il ciclismo. Passarono 10 anni e nell’estate del 1950, nell’abbraccio festoso dei cittadini di Montoro, la competizione riprese il via con numerosi corridori ai nastri di partenza. Il vincitore dell’edizione del 1950 fu Antonio Volpe.

Negli anni cinquanta giovani irpini, montoresi e non, bramavano di indossare la maglia della leggendaria A.S.Montoro 1927,che era diventata simbolo del ciclismo campano e punto di riferimento di tutti gli sportivi del  luogo; l’attività, partendo dall’organizzazione della gara,era cresciuta fino alla promozione del ciclismo e dello sport nella provincia di Avellino . I giovani ciclisti guidati e supportati dalla carismatica figura di Don Ciccio,varcavano i confini della Campania indossando la maglia dal fondo verde, come la verde irpinia e come i ciclisti in erba che ,in sella alla loro bicicletta, sognavano di diventare campioni. Insieme a loro c’era anche il piccolo Mario Mari, sempre al seguito di Don Ciccio,diventato poi  il suo braccio destro.

Tra il 1953 ed il 1965 l’A.S.Montoro visse un periodo d’oro. Nell’ammiraglia di Don Ciccio viaggiavano giovani promesse del ciclismo:Mastroberardini; Del Gaudio; De Martino; Cerza; Caputo; D’Urso; Novara; Iannone; Grimaldi; Serafino che vinsero oltre 80 gare.

Nel 1969  il talentuoso atleta Vincenzo De Caro, nativo di Montoro, vestì la maglia della società distinguendosi per classe e doti atletiche (professionista dal 1978 al 1980 – terzo nella 19^ tappa del Giro d’Italia 1978).

L’attività agonistica e l’organizzazione della “Coppa Montoro” proseguì dal 1950 al 1980, anno in cui un disastroso terremoto con epicentro in provincia di Avellino, sconvolse la Campania.

Nel 1984, insieme alla voglia di ricominciare del laborioso popolo irpino,riprese anche l’organizzazione dell’evento sportivo ciclistico tra i più antichi ed importanti nel panorama campano . Sulla striscia di partenza presero il via 110 corridori dilettanti , provenienti da tutta l’Italia, tra i quali, il primo a tagliare il traguardo, fu il modenese Colle Celestino.

Dal 1984 al 2013 l’A.S.Montoro 1927  non ha mai abbandonato l’organizzazione della gara,anche se per motivi organizzativi non aveva potuto più seguire l’attività giovanile.

Un  evento tragico segnò  l’edizione del 2000 successivamente annullata. In quell’anno Elio Arminante, figlio di Don Ciccio,dal quale aveva ereditato la passione per il ciclismo,ad un giro dall’arrivo,vittima di un incidente, perse la vita.

Nel 2014 si  rispolverano i gloriosi fasti e…

… Ricomincia l’avventura……

 ……quando Giovanni Romano, già corridore negli anni novanta, accogliendo la richiesta del figlio di voler intraprendere lo sport del ciclismo, si reca da Mario Mari per tesserarlo con l’antica società. La richiesta viene accolta con entusiasmo ed emozione dall’erede di Don Ciccio con un’unica condizione: “non stravolgere la maglia dell’A.S,Montoro 1927 con le mode stravaganti del momento”.

Così la maglia della società ha ricominciato il suo viaggio nelle gare in tutta Italia, davanti agli occhi lucidi, pieni di commozione di Mario Mari.

L’entusiasmo e l’esempio di Giovanni insieme alla sua dedizione al ciclismo,hanno trasferito negli ultimi anni la passione per questo sport, che più di ogni altro rappresenta la metafora della vita, a tanti bambini e ragazzi partendo dalla prima infanzia fino all’adolescenza. Bussando alle porte delle istituzioni pubbliche, ed entrando nelle scuole e negli oratori, si è riusciti ad  infoltire le fila della società nelle categorie giovanissimi, esordienti, allievi e juniores.

Oggi all’A.S.Montoro 1927 si affianca un nome illustre del ciclismo mondiale, quello del campione Stefano Garzelli, che ha creduto nella società  inserendola nel suo progetto dedicato ai giovani.

Qualche curiosità

Nel 1930 la “IV Coppa Montoro” rischiò di non partire. I corridori iscritti alla gara, già pronti ai nastri di partenza, nel vedere al via anche il corridore Antonio Liguori, già vincitore delle edizioni del 1928 e 1929, si recarono da Don Ciccio, riferendogli che non avrebbero gareggiato,se insieme a loro fosse partito anche Liguori. Don Ciccio con la sua abilità, riuscì a mantenere gli animi calmi ed a temporeggiare con i corridori, per trovare una soluzione.

Al governo di Montoro c’era l’allora Podestà Gen. Antonio Cerrano, al quale si rivolse Don Ciccio per risolvere la faccenda. L’unica soluzione per far partire la manifestazione era quella di corrompere Antonio Liguori per farlo ritirare dalla competizione. Don Ciccio con grandi doti di persuasione, convinse il Podestà ed i fratelli Vietri a devolvere una somma, pari al montepremi, a favore di Antonio Liguori, il quale convocato dal podestà, accettò la proposta in denaro e si ritirò dalla gara.

L’edizione del 1930 fu vinta da Alfonso Petruccione.

Nel 1953, quando Fausto Coppi vinse l’iride d’amore (così titolava la Gazzetta dello Sport di quel tempo),la sua compagna Giulia Occhini (cresciuta a Montoro perché sua madre esercitava la professione di ostetrica nella frazione Torchiati),nel periodo natalizio,tornò nel paese della sua infanzia insieme al campionissimo, per presentarlo ai fratelli Vietri. I due innamorati furono ospiti dei fratelli Vietri  per circa una settimana e Fausto Coppi per ringraziarli regalò loro la maglia iridata.

La maglia fu a sua volta donata a Don Ciccio Arminante  e rimase esposta per molto tempo nelle vetrine della merceria di famiglia.

Nel 1961 la “XX Coppa Montoro – I coppa Michele Pironti” in programma il 23 luglio rischiò di saltare per le celebrazioni legate al centenario dell’Unità d’Italia.In quel giorno le strade che interessavano il circuito della gara,non potevano essere percorse, per disposizioni del Prefetto che revocò i permessi a ventiquattro ore dalla partenza, a causa dell’arrivo dell’allora On. Amintore Fanfani.

Don Ciccio con la sua risolutezza, senza lasciarsi spaventare dalla mancanza di tempo,ebbe la splendida idea di variare il percorso, ed essendo Presidente della Provincia di Avellino per la F.C.I.,sfruttando le sue conoscenze, riuscì ad ottenere in breve le autorizzazioni. La gara si articolò su un circuito di  dieci giri iniziali nel territorio di Montoro ed un giro lungo fino a Montefusco, dove il patriota montorese Michele Pironti fu imprigionato nel carcere borbonico.

Quello fu l’unico anno in cui la gara toccò la località di Montefusco.

 

 

 

 

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