Bormio (Sondrio) – Tre giorni a pedalare su e giù per le salite attorno a Bormio, lungo strade e pendenze che hanno fatto la storia del ciclismo mondiale. Duecento concorrenti da 24 nazioni e cinque continenti a sfidare se stessi su oltre 6 mila metri di dislivello, in un evento dove l’agonismo non è esasperato e si abbina al piacere di scoprire luoghi dalla grandissima suggestione ambientale.
È questa la Haute Route Stelvio 2019, ciclosportiva proposta da OC Sport andata in scena a Bormio (Sondrio) dal 20 al 22 settembre.Tre le tappe in programma, da affrontare con la formula “Duo”, vale a dire con partecipazione (e relativa classifica) riservata a squadre formate da due concorrenti: la prima, da Bormio, con ascesa all’Umbrail Pass (18km, 7% di pendenza media) e, da Prato, salita al passo dello Stelvio (25 km 7% di pendenza media), dove era posto il traguardo, la seconda da Bormio ai Laghi di Cancano, scalando il Mortirolo (da Mazzo, 9.2 km, 11% di pendenza media, 18% quella massima) e la salita di Cancano alle Torri di Fraele (9 km, 7% di pendenza media, 11% quella massima), l’ultima da Bormio a Bormio 2000, 9.85 km con pendenza media del 7.5%.
La crono finale ha incoronato vincitori della Haute Route Stelvio i due bormini Michele Antonioli e Daniele Schena che, divenuti leader dopo Cancano, lungo l’ascesa conclusiva hanno incrementato il loro vantaggio sulla coppia portoghese formata da Joao Fonte Boa e Gil Santos. Vittoria dunque per i padroni di casa (squadra Asterix& Obelix team) con il tempo finale di 6h08’49” su Joao Fonte Boa e Gil Santos (Gdr Canaviais), secondi con il tempo di 6h11’09” e ai tedeschi Martin Lang e Zibi Szlufcik (Challenge Family), terzi con 6h18’57”.Positivo il bilancio dell’organizzazione.
«Siamo molto soddisfatti di questa Haute Route Stelvio che ha visto al via concorrenti da tutto il mondo contribuendo a fare conoscere una zona splendida come quella di Bormio» dice il direttore di gara Davide Marchegiano. «Nonostante le difficoltà dovuti agli eventi franosi delle scorse settimane che ci hanno costretto a cambiare i percorsi originari, siamo riusciti a proporre, grazie anche all’ottima collaborazione con le autorità locali, dei tracciati che hanno ottenuto l’apprezzamento dei partecipanti. Credo che la formula della ciclosportiva permetta di avere una gestione del percorso ottimale relativamente alla sicurezza dei concorrenti e alle strade (la classifica di tappa è infatti determinata dalla somma dei tempi ottenuta nei tratti cronometrati e i diversi valichi non sono chiusi, se non per una limitata sospensione prevista dalle prefetture di riferimento ndr) e bilancia dunque l’aspetto agonistico con la sostenibilità dell’impatto sul territorio.
È una formula da portare avanti».Archiviata la Stelvio, per quanto riguarda l’Italia Haute Route dà appuntamento al 2020 con Haute Route Dolomiti, in programma a Cortina d’Ampezzo (Belluno) dal 12 al 14 giugno.