Armeno (Novara) – La stella madre del sistema solare, il sole, illumina questo comune che ha una storia molto antica alle spalle che risale al Medioevo, il cui patrimonio, sin dall’antichità è sempre stato la zootecnica e l’allevamento, importante quest’ultimo per la produzione di latticini e formaggi; la tradizione della zootecnica è da mettere in relazione al capitolo sugli Alpeggi, considerati un tempo, la grande risorsa della comunità armeniese. La “transumanza”, usanza molto antica si questo territorio, veniva affrontata ogni anno, precisamente da maggio a settembre, quando gli allevatori e le loro famiglie si trasferivano col bestiame in montagna, dove sorgevano distese di pascoli verdeggianti, pronti per essere brucati dagli animali.
Uno spostamento periodico dei ciclisti che dal Lago d’Orta raggiungono il culmine del Mottarone attraverso la strada provinciale 41, un nastro d’asfalto che taglia in due il centro del paese e costituisce la principale via di accesso alla vetta.
Dodici chilometri di salita per conquistare l’ambito successo nel Trofeo Motty Il Mottarone e il titolo di campione nazionale C.S.A.In della Montagna con partenza dalla piazza principale del paese seguendo le evidenti indicazioni per il Mottarone. Appena usciti dal paese, viene idealmente abbassata la bandiera a scacchi, e i partecipanti devono affrontare la parte più difficile della salita, quella che porta alla frazione di Cheggino (km 1,500): particolarmente ostico il tratto che precede il tornante nei pressi della frazione stessa, ove le pendenza raggiungono in alcuni tratti il 14%. Si prosegue sino a Pian Di Sole (km 2 – mt 711) e poi un altro tratto assai impegnativo di due chilometri sino al Santuario della Madonna di Luciago: la pendenza media è attorno al 8-8,5%, ma vi sono rampe assai più ostiche da prendere con le molle.
Il varesino Mauro Galbignani (Aurora 1998), specialista delle gare in salita vincitore di diverse manifestazioni e titoli, prova la sua gamba in vista della Trento Monte Bondone in programma Domenica prossima, si alza sui pedali e allunga conquistando preziosi secondi di vantaggio che cercherà di difendere sino al culmine del Mottarone.
Superata Luciago (km 4,500 – mt 924) inizia un tratto di respiro sino all’Alpe Cortano (km 6,500 – mt 1039): la strada esce dalla fitta faggeta che ha riparato i ciclisti dai raggi del caldo sole, si apre in una visione panoramicissima sulle alture del Vergante da una parte e quelle del Cusio dall’altra, con lo sfondo incomparabile del Monte Rosa. Giusto il tempo di recuperare un pò di energie e si ricomincia a salire in maniera decisa: al km 8,00 nei pressi di un tornante la pendenza ridiventa significativa, attestandosi attorno all’8% sino alla vetta. Qui è fondamentale dosare le forze, non vi sono strappi improvvisi e la strada sale molto regolare. Incomparabile il panorama, ora aperto sui due laghi: ci fa quasi dimenticare la fatica di pedalare.
Galbignani continua la sua scalata alla vetta dimostrando di aver raggiunto un ottimo stato di forma utile a lottare per la conquista dei suoi prossimi prestigiosi appuntamenti. Alle sue spalle si è lanciato all’inseguimento un terzetto che non riesce a chiudere il gap.
Il monumento a ricordo dei due grandi ciclisti novaresi Fornara e Piemontesi segna gli ultimi mille metri della scalata si raggiunge una pendenza dell’11,6%, si stringono i denti perché la fatica comincia a farsi sentire, ma Galbignani continua a spingere aiutandosi con il movimento ritmico del corpo per conquistare il successo finale. Guardando i dati riepilogativi è facile farsi ingannare: anche se la pendenza media non è elevata questa salita merita il massimo rispetto, e per la lunghezza e per la presenza di numerosi strappi nella sua parte iniziale che possono mandare in crisi chiunque.
La scalata all’apice della montagna, dove arriva lo skilift che serve gli impianti della montagna, è molto dura se affrontata in MTB, abbordabile a piedi. Ma la vista che si apre agli occhi di chi raggiunge la vetta ripaga di tutte le fatiche. E’ possibile infatti vedere dalle Alpi Marittime al Monte Rosa, passando per la Pianura Padana ed i sette laghi (Orta, Maggiore, Mergozzo, Varese, Monate, Comabbio, Biandronno). Facile scorgere, nelle giornate di bel tempo, la vetta triangolare del Monviso.
Terminata la scalata si torna ad Armeno per la premiazione finale con l’elegante Elisa Zoggia coauditore nazionale C.S.A.In Ciclismo che sulle note dell’Inno di Mameli consegna le maglie tricolori ai vincitori del titolo della montagna e ai protagonisti del Controgiro: “Voglio fare i complimenti a Cesare Vecchio e all’associazione Agrate Conturbia che ha organizzato questa manifestazione valida quale prova unica per l’assegnazione del titolo nazionale della Montagna. Ricordo – continua Elisa Zoggia – che questa società ha organizzato a Gennaio anche il campionato nazionale di ciclicross C.S.A.In. Complimenti anche ai protagonisti e ai neo campioni nazionali a cui voglio sempre ricordare l’importanza del rispetto del codice della strada durante le manifestazioni e la tutela della loro salute. Infine ricordo che Domenica 24 Luglio la Cicloscalata Pont Canavese – Frassinetto assegnerà i titoli regionali della Montagna. Percorso di undici chilometri e 550 metri di dislivello, pendenza media del 5% ”
La classifica della manifestazione
Campioni nazionali della montagna 2016
Donne: Simonetta Cantamessa (Agrate Conturbia)
Junior: Mattia Porta (Funtos Bike)
Senior 1: Lorenzo Alladio (Gc Varzi)
Senior 2: Stefano Luciani (Team Bike Tartaggia)
Veterani 1: Gabriele Tacchinardi (Bike & Run Crema)
Veterani 2: Davide Rosatti (Agrate Conturbia)
Gentleman 1: Gianmarco Guglielmino (As Ciclismo)
Gentleman 2: Francesco Violi (Cusatibike Racing Team)
Supergentleman A: Marcello Ricciardi (As Ciclismo)
Supergentleman B: Renato Priano (Cicli Guizzardi)