La regina della Cicli Copparo nel 2018 è stata Gioia Chiodi. La 38enne ciclista di Morro d’Alba ha spopolato nelle gare di San Benedetto del Tronto, Francavilla a Mare, Recanati e Cesenatico, senza dimenticare il secondo gradino a Camerino e i terzi posti a Terni e Cattolica. Dopo aver raccolto consensi in serie nell’anno appena agli archivi, proverà a scrivere nuove pagine da ricordare nel 2019, dove si prefigge di togliersi ulteriori soddisfazioni regalando continuità ai risultati.
- Come è nata la passione per le biciclette?
«Dai 18 ai 24 anni praticai spinnig, poi provai a montare in sella. Dopo aver studiato da osteopata, al primo stipendio ottenuto mi comprai la bicicletta e da lì non sono più scesa».
- Quali sono state le tue prime corse?
«Per divertimento iniziai a 25 anni a partecipare alle Granfondo senza pensare all’agonismo. In quelle stagioni sognavo di prendere parte alla Maratona delle Dolomiti ma non ci riuscii mai. Per sette anni fui costretta a smettere per motivi lavorativi e familiari avendo avuto un figlio, fino a quando decisi di riprovare con la Maratona delle Dolomiti. La notizia che ero stata presa arrivò a novembre, a luglio completai la corsa e da lì mi prefissai di allenarmi più intensamente per ottenere risultati importanti».
- Da quante stagioni corri a livello amatoriale?
«Tutto è cominciato nel 2016 con la Giuliodori, dove ho conosciuto Giampaolo Busbani e Valentino Spaccia. Insieme a loro, inseparabili compagni di avventure ciclistiche che mi motivano e mi permettono di arrivare alle gare preparata, mi sono spostata alla CICLI COPPARO dove ho conosciuto una grande famiglia. Il pensiero va soprattutto a Emiliano Evangelisti e Francesco Faggi, miei uomini di fiducia alle corse. Noi donne abbiamo una classifica a parte, ma è molto importante avere un sostegno maschile».
- Quante ore ti alleni di media?
«Durante la settimana ho pochissimo tempo per via della mia professione da osteopata, ma non appena mi libero per un paio d’ore prendo la bicicletta che porto sempre in macchina e parto. Diverso è il discorso il sabato e la domenica, quando posso dedicarmi all’allenamento con continuità grazie alla pazienza di mio marito che si occupa di tante mansioni a livello domestico. È lui che mi sostiene e mi incoraggia: se ho ottenuto tante vittorie gran parte del merito è suo».
- Quale vittoria ti è rimasta nel cuore?
«La Granfondo di Terni nel 2016: fu la mia prima corsa, coincisa con la prima vittoria. Quella mi gratificò più di ogni altra: non pensavo di essere competitiva e invece alla prima salita riuscii a staccare la concorrente, una delle granfondiste più famose d’Italia».
- Della scorsa stagione quale trionfo ricordi con maggior trasporto?
«Quello alla Granfondo di Cesenatico: alzare le mani al cielo in una corsa in onore del grande Marco Pantani è sempre un onore infinito. Più di ogni altra competizione amo però la Granfondo delle Dolomiti. Sono arrivata tra le prime dieci nel lungo, purtroppo quest’anno non potrò partecipare perché non sono stata estratta».
- Obiettivi per la prossima stagione?
«Il primo è quello di divertirmi all’interno dello splendido team della Cicli Copparo, composto da persone splendide sia ai vertici che tra i compagni di squadra. Le soddisfazioni arriveranno di conseguenza».