Chiusura all’altezza, per Giro E, il primo evento a tappe del mondo dedicato alle bici a pedalata assistita, che si è svolto tra il 12 maggio e l’1 giugno sulle strade del Giro d’Italia, nei giorni del Giro d’Italia. Il tappone dolomitico con arrivo a Croce d’Aune-Monte Avena è stata solo l’ultima emozione per i partecipanti, che ogni giorno hanno potuto vivere la vita dei ciclisti professionisti, con le dinamiche del gruppo, il tifo ai bordi delle strade, il podio firma e il traguardo riservato ai campioni. Un evento unico, un’esperienza senza pari, che è durata tre settimane e ha percorso tutto il Paese, passando dal mare alla montagna, dalla costa tirrenica a quella adriatica, dalla Bassa alle Alpi, dai colli romagnoli alle vette dolomitiche.
I numeri: cinque produttori di motori, sei marchi di bici, dieci squadre, 18 tappe, 533 ciclisti coinvolti, 1.829 chilometri percorsi, 24 mila metri di dislivello positivo. Ma le cifre sono l’ultima cosa che di questo Giro E ci resterà nella memoria. Rimarranno invece le voci, le storie, le istantanee, gli incontri, gli scorci, il sapore della fatica e la gioia di avercela fatta. Lo spirito: godersi l’Italia del Giro, le salite in bici in un modo nuovo, in maniera più rilassata. Giro E non è, né mai sarà una gara, bensì un’esperienza esclusiva. Le maglie e le volate sono un gioco. La maglia Viola del Giro E non è la Rosa del Giro d’Italia: non dice che la bici che l’ha conquistata è migliore delle altre. Perché c’è chi si è più impegnato con il cronometro e chi l’ha presa con filosofia. Tra le cartoline di questa edizione, per esempio, ci sono i ragazzi di Pinarello, che sono stati i boy scout del gruppo e si sono dedicati unicamente ai partecipanti meno esperti, quelli che si staccavano sulle salite o avevano timore di mollare i freni in discesa. O Max Lelli, che da capitano del team Agenzia Nazionale del Turismo-Enit – ma quanti giornalisti da tutto il mondo ha portato? – è diventato un po’ il capitano del gruppo, come anche Diego Cecchi, Alex Turrin, Daniele Colli, Christian Delle Stelle, ex pro, campioni di altruismo. O Cristiano De Rosa, l’unico costruttore a pedalare con Giro E.
L’ex calciatore Damiano Tommasi al podio firma del Giro E
Ancora, Milano Cortina 2026, che ha messo in sella grandi atleti che però, in sella, talvolta non c’erano mai saliti, ma l’hanno fatto sempre con grande simpatia e per una buona causa. O i tanti clienti invitati da Mediolanum, Castelli e Segafredo, il progetto di borse di studio di Bike For Dream, le ragazze del team al femminile Kilocal-Selle SMP. Ma anche gli ospiti che hanno dato la percezione ai partecipanti di vivere un sogno, quando hanno pedalato accanto a loro: campioni del ciclismo come Gianni Bugno, Andrea Tafi, Edita Pučinskaitė, Fabiana Luperini, Diana Žiliūtė, Giorgia Fraiegari; atleti di caratura mondiale e olimpica come Alessandra Sensini, Cristian Zorzi, Francesca Lollobrigida, Massimiliano Monti, Andrea Lalli, Luca Toni, Carlton Myers, Valentina Marchei, Fabio Triboli, Ivan Zaytsev, Margherita Granbassi, Mara Santangelo.
LE CLASSIFICHE
Maglia Viola Enel X,classifica generale – Epowers Factory Team
Maglia Arancio Continental, prova regolarità – Toyota
Maglia Verde Intimissimi Uomo, squadra più giovane – Kilocal-Selle SMP
Maglia Rossa Automobile Club d’Italia ACI,classifica sprint – Epowers Factory Team
GIRO E
Giro E è una Experience di tipo amatoriale riservata a 10 team composti da 6 ciclisti che, dotati di bici da corsa a pedalata assistita, si sono sottoposti a prove di regolarità svolte su una parte del percorso delle 18 tappe del Giro d’Italia 2019, escluse le tre cronometro. L’evento si è disputato in Italia, nelle stesse giornate e sulle stesse strade in cui si è disputata la corsa Rosa: dal 12 maggio all’1 giugno.
Nonostante non si tratti di una corsa, alla fine di ogni tappa, sulla base dei risultati delle prove cronometrate, sono state assegnate quattro maglie: Viola per la classifica generale, Arancione per la regolarità, Rossa per lo sprint, Verde per il team più giovane. Ogni tappa ha avuto una lunghezza variabile, in base alla sua difficoltà, per un massimo di 115 chilometri.