Strada

Francesco Pizzo: l’ Etna per amico. Lungo le salite che conducono al vulcano prepara i suoi successi

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Solarino (Siracusa) – “Dall’Etna, sulla vetta di questa meraviglia senza tempo, ogni pensiero tetro si arrende e si sgretola come la materia appena sfiorata dalla lava. La Sicilia dovrebbe essere raccontata molto di più per l’unicità di quello che propone piuttosto che per i suoi dolori mai perdonati. Il Mare. La Terra. Il Cielo. Il Fuoco. La Neve. Tutto si tiene per mano e si mischia in 20 chilometri di segreto turbamento, avvolgendo i sensi in un percorso che non concede ripensamenti” così il cantante Cesare Cremonini descrive l’Etna. Il complesso vulcanico siciliano che rappresenta il vulcano attivo terrestre più alto della placca euroasiatica è il percorso che non concede turbamenti neanche a Francesco Pizzo, recente vincitore della Granfondo Campagnolo Roma, che ogni giorno scala questa montagna, dai diversi versanti, per allenarsi lontano dal traffico e lungo quelle salite che evidenziano le sue doti di passista scalatore.

Due caratteri taciturni quelli di Francesco Pizzo e dell’Etna, ma pronti ad esplodere in qualsiasi momento. E quando lo fanno, il primo riesce ad imporsi in manifestazioni di prestigio come la Granfondo Campagnolo Roma di quest’anno, l’altro in periodi abbastanza ravvicinati erutta segnando con i suoi canali lavici la montagna, come vene in evidenza nelle gambe di un ciclista impegnato nella scalata.

  • Francesco Pizzo come nasce la passione per il ciclismo?

“Ho iniziato a pedalare nella categoria Giovanissimi G4 ereditando la passione per il ciclismo da mio padre Giuseppe. Lui era un cicloamatore e io ho iniziato a seguirlo nelle gare. Il papà per un bambino è il suo primo eroe e io ero felice quando riuscivo a portargli le ruote, la borraccia, mi sentivo partecipe della sua attività. Una passione che mi ha conquistato sin a bambino. Poi conobbi Salvatore Castiglia, dirigente della Libertas Solarino, che curava l’attività giovanile della società e iniziai a gareggiare. Mio padre mi acquistò la prima bicicletta e con la divisa della Libertas Solarino pedalai sui primi percorsi di gara. Insieme a me in squadra vi era Giuseppe Palumbo, siamo cresciuti insieme anche lui era di Siracusa, che riuscì poi a conquistare due maglie iridate tra gli juniores nelle stagioni 1992 e 1993. Stagioni indimenticabili quelle trascorse con lui alla Solarino insieme a Salvatore Castiglia che oltre ad essere un ottimo direttore sportivo, è stato un educatore e un punto di riferimento per tutti noi, che ancor oggi non dimentichiamo”.

  • Con il passaggio alla categoria Esordienti arrivano i primi successi di prestigio

“Si, anche se l’attività giovanile è soprattutto un momento ludico e di crescita personale, tra gli esordienti sono arrivate anche le prime soddisfazioni, come la partecipazione al campionato italiano di Montenero di Bisaccia dove conquistai un buon sesto posto. Mentre l’anno successivo, nelle Marche, a Civitanova Marche ho indossato la maglia tricolore della categoria esordienti secondo anno. Fu per me e la mia famiglia una gioia immensa. Avevo già assaporato il dolce gusto della vittoria, ma una maglia tricolore ha un significato particolare, soprattutto quando si è bambini”

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  • Tra gli allievi continua la serie di successi, poi sei costretto ad “emigrare” in Toscana

“Da allievo primo anno conquistai il secondo posto al campionato italiano di Matera. Ero in fuga solitaria, a tre chilometri dall’arrivo venni raggiunto da un drappello di ciclisti, tra cui anche Giuseppe Palumbo, e lì svanì il sogno tricolore, che comunque poi fu conquistato da Palumbo. Le vittorie centrate in questa categoria e l’opportunità di poter continuare a sognare il passaggio tra i professionisti, è il sogno di qualsiasi ciclista, mi costringono ad emigrare in Toscana, ad Agliana (Pistoia) per gareggiare da juniores nel Gs San Nicolò. Nella nostra regione, nonostante la passione e la determinazione di alcuni dirigenti, in quegli anni non era possibile dar vita a sodalizi che offrissero a ciclisti promettenti di poter crescere nel mondo delle due ruote, partecipando alle più importanti manifestazioni nazionali, senza lasciare la propria regione. Anche ciclisti come Giuseppe Palumbo e Vincenzo Nibali hanno dovuto scegliere tra la propria terra e il trasferimento in altra regione, lontano dalla famiglia. Comunque devo ringraziare i dirigenti toscani che mi hanno dato la possibilità di fare attività, vincere quattro gare e conquistare sempre un piazzamento nei primi dieci posti dell’ordine d’arrivo”

  • La categoria Under 23 tra gioie e dolori

“Sono approdato ad un ottimo sodalizio come la Gewiss Batik Del Monte, che aveva sia la squadra Under 23 che quella professionisti. Pedalare al fianco di ciclisti del calibro di Evgenij Berzin, Nicola Minali, Francesco Frattini, Alberto Volpi era un’emozione indescrivibile che si ripeteva giornalmente. Il mancato ingresso nella compagnia atleti durante il servizio di leva, mi costrinse a svolgere normalmente la leva e limitare molto l’attività ciclistica. Non avendo poi un accordo soddisfacente decisi di scegliere l’attività lavorativa e abbandonare il ciclismo per diversi anni. Tornato in Sicilia ho aperto un negozio di materiale elettrico al dettaglio a Siracusa, che ancor oggi rappresenta la fonte di sostentamento per me e la mia famiglia”

  • Oggi rifaresti la scelta di abbandonare il ciclismo per l’attività lavorativa?

“Si. Lo affermo senza alcuna ombra di dubbio. Ho fatto molti sacrifici per arrivare al professionismo, che continuo a ripetere è l’obiettivo, il sogno, di quanti pedalano. Ma il mancato ingresso nella compagnia atleti mi ha messo davanti un interrogativo a cui non è facile rispondere, ma io l’ho fatto con determinazione e non mi pento. Continuare a gareggiare senza alcuna prospettiva certa, anche se credevo nelle mie potenzialità, o ritornare in Sicilia e iniziare a lavorare per costruire un futuro? Scelsi la seconda ipotesi e oggi ne vado orgoglioso. Una volta che l’attività commerciale aveva preso piede, mi avvicinai al ciclismo amatoriale era la stagione 2004”

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  • Poi dal 2005 iniziarono ad arrivare le prime importanti affermazioni anche tra i cicloamatori

“La gestione del negozio mi impegna molto, comunque mi offre anche l’opportunità di ritagliarmi del tempo libero da dedicare al ciclismo, così da potermi allenare giornalmente sulle pendici dell’Etna. Molti amatori non hanno questa opportunità e devono limitarsi a sfruttare le poche ore libere, sacrificandole a volte anche alla famiglia, io almeno in questo posso dire di essere stato fortunato. Ma attenzione, non mi sento un professionista tra gli amatori, sono un appassionato che si sacrifica come tutti, pedala per divertirsi ed essere protagonista. Ho vinto numerose Gran Fondo in Sicilia, tra cui la Libero Grassi nella stagione 2014 e a Settembre il Trofeo Pantalica. Nel 2005, tra i cicloamatori, con i colori della Renault Amaru di Ragusa, ho vinto il Giro di Sicilia e la maglia ciclamino al Giro Internazionale del Friuli Venezia Giulia. Bellissima esperienza quella in terra friulana che ripeterò nel 2016. Dal 2007 al 2009 ho fondato e gareggiato con i colori della società ciclistica che portava il nome del mio negozio Elettro System (ora la società ciclistica non è stata più riaffiliata) conquistando un tricolore cronometro a squadre e il quinto posto al mondiale amatori di Castrocaro Terme. Nelle due stagioni seguenti ancora due successi di prestigio come il Tour de Malta, il mondiale cronometro individuale amatori Uisp a Occhiobello (Ferrara) e il campionato italiano cronometro a squadre Uisp. Dalla stagione 2012 sono tesserato con l’Asd Città di Misterbianco alternando attività su strada e MTB. Su strada ho vinto il mondiale amatori Uisp a Pontedera (stagione 2014) e la Granfondo Campagnolo Roma quest’anno, oltre a diverse affermazioni in Sicilia. In MTB ho vinto per due anni consecutivi il campionato italiano marathon MTB e ho centrato il quinto posto alla Dolomiti Superbike”

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  • Quella della MTB è una passione trasmessa da tua moglie

“Francesca, Caruso, è una biker di ottimo livello che ha vinto ben undici titoli tricolori (campionato italiano centro sud, sei tricolori cross country e quattro marathon, e dunque a volte allenandomi con lei in bici da strada e MTB è riuscita a trasmettermi la passione per questa affascinante disciplina del ciclismo. E per continuare a gareggiare insieme, anche lontano dalle ruote grasse, anche lei ha iniziato a pedalare su strada. Quest’anno ha partecipato anche alla Granfondo Roma Campagnolo”

  • Vi allenate insieme?

“A volte si, non è sempre possibile, ma quando ne abbiamo l’opportunità lo facciamo”

  • Come interpreti l’attività amatoriale?

“Il ciclismo è uno sport bellissimo che ti permette di mantenerti in forma. Di conservare un buono stato psicofisico, di conoscere persone e condividere con loro questa passione. E’ impressionante quante persone si riescono a conoscere tutti i giorni frequentando i trenta chilometri della salita che conduce all’Etna. Io comunque devo ancora una volta sottolinearlo, sono fortunato perché riesco a svolgere giornalmente l’allenamento e questo mi offre anche l’opportunità di essere più competitivo durante la stagione”

  • Quali sono gli appuntamenti che non vorresti fallire nella stagione 2016?

“Parteciperò alla Maratona delle Dolomiti Enel, ma quel successo è un sogno. E’ vero che sognare non costa nulla e non è precluso a nessuno, pertanto io continua a farlo. Per quel che riguarda l’attività su strada vorrei conquistare il successo nel Giro d’Italia Amatori che si tiene in Campania e nel Giro Internazionale del Friuli Venezia Giulia. Continuando a parlare di Gran Fondo spero di vincere la Gran Fondo della Ceramica a Santo Stefano di Camastra, ove lo scorso anno feci secondo, la Colnago Cycing Festival e ripetermi nella Granfondo Campagnolo Roma. Un programma ambizioso vedremo cosa riuscirò a fare”

  • Infine domenica a Misterbianco ci sarà l’inaugurazione di una pista ciclabile da cui potrebbe partire un progetto giovani che unisce amatori e giovani leve?

“Ho ripetuto il concetto anche in questa intervista, negli anni precedenti l’isola non riusciva ad offrire a ciclisti definiti talentuosi opportunità per emergere nel mondo delle due ruote. La lontananza geografica con il centro nevralgico dell’attività agonistica continua a penalizzarci, ma stiamo lavorando per far rimanere quanto più a lungo i ciclisti nell’ambito del proprio nucleo familiare, pur svolgendo attività a livello nazionale e internazionale. Per questo Domenica tutta la squadra e la società Asd Città di Misterbianco sarà presente all’inaugurazione della pista ciclabile, circa 5 chilometri, visto anche che nei piani della società del presidente Natale Scuderi vi è la volontà di promuovere l’attività giovanile e la mobilità dolce”

 

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