Abbiamo incontrato Paolo Foschi scrittore e giornalista del Corriere della Sera autore del libro Omicidio al Giro. Nel 2013 ha vinto il 47° Concorso letterario nazionale del Coni con il romanzo d’esordio, Delitto alle Olimpiadi, cui sono seguiti Il castigo di Attila, Il Killer delle maratone e Vendetta ai Mondiali. Diplomato in educazione fisica, ha praticato atletica leggera a livello agonistico, ora nuoto e ciclismo
Roma – Omicidio al Giro è il quinto libro di una serie ambientata nel mondo dello sport, il protagonista principale è il commissario Igor Attila responsabile della fantomatica sezione crimini sportivi della Questura di Roma, che è una squadra incaricata di investigare sui crimini perpetrati nel mondo dello sport. E’ un libro ambientato nel mondo del ciclismo. Alla vigilia del Giro viene trovato morto in una discesa il favorito al successo finale della corsa rosa. L’indagine viene affidata ad Igor Attila e si scoprirà che non è un semplice incidente come potrebbe sembrare.
- Come nasce questo libro?
“Dalla mia grande passione per lo sport, amo tantissimo il ciclismo e la mia idea è quella di condividere questa passione attraverso i libri”
- Omicidio al Giro è libro che tratta argomenti d’attualità legati al mondo del ciclismo e mette in evidenza le contraddizioni del nostro sistema morale e civile
“Si, l’idea è questa. Io lavoro come giornalista al Corriere della Sera e inizialmente mi sono occupato per molti anni di sport, poi dal 1997 sono passato prima alla cronaca, poi all’economia. Qualche anno fa ho deciso di riportare in auge la passione per lo sport e mettere a frutto l’esperienza maturata come giornalista osservando tutto ciò che succede intorno a me. L’idea di questi libri è proprio quella di utilizzare i crimini sportivi, come pretesto per poi affrontare quelle che sono le problematiche e tematiche legate alla società odierna, come i diritti civili, doping, calcio scommesse, cercando di far riflettere in maniera leggera il lettore su questi problemi”
- I protagonisti del libro sono ispirati a persone da te conosciute
“Si e questo è uno dei tanti divertimenti di questa avventura editoriale. Mi piace dare ai protagonisti del libro nomi di amici e parenti. Poi quando rileggo le bozze dei libri, per me, è divertentissimo è come stare in famiglia. Per questo sono dei libri molto sentiti sul piano emotivo, ma è anche vero che per i personaggi in realtà corrispondono i nomi, ma non le persone. Infatti il Pubblico Ministero Silvio David che è antipaticissimo è ispirato ad un mio carissimo amico. La vittima di questo Omicidio al Giro è Paolo Fallai, un mio amico e il responsabile della redazione in cui lavoro. Naturalmente il personaggio non c’entra nulla con il vero Paolo Fallai, è un gioco per divertirmi mentre scrivo”
- Vi sono elementi autobiografici, nel personaggio di Igor Attila?
“Tantissimi. Confesso che la moto truccata è identica alla mia Hornet 600. Le due chitarre che il commissario tiene in ufficio sono le stesse mie (una Gibson Diavoletto e una Santo Lo Verde di liuteria siciliana) e anche il pianoforte a coda, il Bluthner del 1893, è proprio il mio (stesso anno di nascita), che attualmente ho parcheggiato a casa di amici per ragioni di spazio. E, guarda caso, anche Igor Attila ha due chiodi piantati nel ginocchio. Lui però riesce a correre, come lo invidio”.
- Pensavo che il Pubblico Ministero potesse essere tua suocera
“La suocera in realtà compare nel terzo libro, il Killer delle Maratone, ed è un colonnello dei carabinieri. Il colonnello Misurata. Questo ha creato dei piccoli problemi familiari che fortunatamente – ride Paolo – sono stati superati”
- Un libro scritto con grande semplicità e pulizia interiore, una lettura veloce, gradevole. E proprio quando il commissario si prepara a gettare la spugna, l’inchiesta riparte su una nuova pista, grazie a un’intuizione casuale che porterà all’imprevedibile soluzione del caso proprio all’arrivo della prima tappa del Giro d’Italia, a Sanremo.
“Ho cercato di scrivere un libro avvincente, avvolgente che coinvolgesse il lettore nella storia sentendosi parte integrante grazie ai molti fatti sportivi reali da cui ha tratto ispirazione intercalandoli poi nel libro. Ci sono tantissimi riferimenti alla vicenda di Marco Pantani e per quanto riguarda il doping anche ad Alex Schwazer, il marciatore squalificato prima delle Olimpiadi di Londra 2012 per aver assunto Epo. Il modo in cui si ricostruiscono i metodi dell’approvvigionamento e utilizzo di queste sostanze è il frutto di un approfondita documentazione giornalistica che mi ha permesso di sottolineare, nella narrazione, comportamenti reali e non basati sulla fantasia. Io ho una grandissima passione per lo sport, in realtà in questi libri vengono sottolineati molti problemi e aspetti negativi dello sport, ma c’è anche molta passione, la voglia di raccontare anche le cose positive e non soltanto quelle negative. Le emozioni che lo sport riesce a dare e non solo quello professionistico, ma anche e soprattutto quello amatoriale”.
- Dopo Omicidio al Giro che cosa ci regalerai?
“A Giugno uscirà un’antologia di racconti ambientata nel mondo dello sport edito sempre da Edizioni e/originals alla cui stesura partecipa uno scrittore importante come Massimo Carlotto. Racconti ambientati alle Olimpiadi di Rio. Torna il commissario Igor Attila con un’inchiesta sulla morte di una nuotatrice azzurra, il racconto si chiamerà L’Angelo azzurro. Inoltre sto lavorando ad un nuovo romanzo in cui si parlerà di calcio, nuoto e ciclismo”
- Un passione per lo sport che ti ha portato a partecipare anche alla Gran Fondo di Roma
“In realtà partecipando alla Gran Fondo di Roma mi è venuta in mente una storia parallela da inserire nella storia principale. Io ho praticato sport da sempre e continuo a farlo anche adesso che ho 50 anni. Al ciclismo mi sono avvicinato molto tardi, ho scoperto un mondo fantastico e vorrei cercare di trasmettere le emozioni che ho provato partecipando alla Gran Fondo Roma. Il coinvolgimento emotivo degli oltre cinquemila ciclisti che hanno preso il via alle prime ore dell’alba dal cuore della capitale per continuare poi la loro inebriante esperienza sui colli romani”
- Raccontaci in breve la tua Gran Fondo Roma
“Una fatica terribile. Quella mattina ho fatto un articolo per le pagine Corriere delle Sera online, ti racconto questo aneddoto, sono passato in redazione a posare del materiale e poi in bicicletta mi sono portato alla partenza. Mentre ci stavamo posizionando per partire, io mi sono accodato ad un gruppo che stava facendo un giro dentro Roma. Ho pensato che quella sarebbe stata la partenza ufficiosa della manifestazione prima di vedere abbassata ufficialmente la bandiera a scacchi. Dopo dieci minuti che stavo faticando ho sentito dire da uno dei componenti del gruppo che da lì a poco la manifestazione sarebbe partita. Ma come la gara non è ancora partita? E le mie preziose energie gettate al vento?. Ho pensato fosse uno scherzo, poi ho chiesto e mi hanno risposto che avevano effettuato il riscaldamento prima della partenza. Questo è l’inizio della mia partecipazione alla Gran Fondo Roma. Faticosa, ma bella. Ho conosciuto tante persone con cui sono rimasto in contatto attraverso i social network. Ho trovato veramente bella, la parte socializzante di questa esperienza sulle due ruote non motorizzate”
- Perché acquistare Omicidio al Giro?
“Secondo me perché è una storia divertente in cui gli appassionati di ciclismo si possono ritrovare, nel senso che possono trovare la passione comune che lega loro ai diversi personaggi del libro. Questo volume è un grande atto d’amore verso questo sport affascinante che ha segnato la storia della nostra nazionale si parla dei problemi del ciclismo, ma emergono anche i lati positivi del ciclismo che è uno sport che è stato funestato per anni dal problema del doping, non del tutto risolto, ma nel libro si sottolinea pure a tutti in maniera ironica in altri momenti in maniera più chiara che il doping non è soltanto un problema del ciclismo. In questo sport sicuramente in alcuni anni è stato più diffuso che in altri, però anche statisticamente non è lo sport in cui è più diffuso. Dalle statistiche che ho avuto modo di consultare, lo sport in cui è più diffuso è il rugby e non il ciclismo”
- Ricopriresti il ruolo del team manager in un team?
“Preferirei il ruolo del ciclista in cui mi divertirei di più. Però penso siano tutti lavori e figure professionali molto belle, in realtà penso si potrebbe scrivere un libro sui lavori nel mondo dello sport e del ciclismo”