Con l’inizio del mese di febbraio si intensificano le attività organizzative in vista della quinta edizione della Granfondo Campagnolo Roma, in programma domenica 9 ottobre, con il consueto, invitante programma composto dalla “Grandondo”, dalla pedalata “In Bici ai Castelli” e “dall’Imperiale – The Appian Way” per bici vintage. Una proposta sportiva che ogni anno coinvolge migliaia di appassionati ma che necessita di un’attentissima programmazione e, soprattutto, di una tessitura continua con le maglie amministrative locali. Lavoro sempre difficile ed impegnativo al quale è delegato Elvezio Pierandi,dirigente di ciclismo con una lunga ed apprezzata esperienza nel settore. Gli abbiamo chiesto di parlarci un po’ della sua esperienza ala Granfondo Campagnolo Roma.
Di seguito le sue interessantissime risposte:
Pierandi, quando nasce la sua passione per il ciclismo?
“Per caso. Un’estate, stavo per partire per le vacanze, quando un improvviso intoppo mi impedisce di partire. Avevo già preso ferie e, non sapendo cosa fare, mi sono comperato una bicicletta. Tutto è cominciato così. Per caso. La passione poi ha preso il sopravvento”.
Quando e perché alla pratica personale ha unito la responsabilità dell’organizzazione di eventi e circuiti?
“Andando in bici, mi ero iscritto ad un team (l’ASD Santa Maria delle Mole ndr) e nel 1995 dovevamo festeggiare il ventennale della fondazione del gruppo per cui proposi di organizzare una Granfondo. Qui nel Lazio non ce n’erano ancora ed io con alcuni amici avevamo già fatto 4 edizioni della Nove Colli e tante altre granfondo in giro per l’Italia. Nacque così il Giro del Lazio. Ci avevo preso gusto e, l’anno successivo, insieme ad amici organizzatori di altri eventi simili che avevo avuto modo di conoscere nel frattempo, mettemmo in piedi il primo circuito nazionale di Granfondo (Il Master) con 9 prove che andavano dal Piemonte alla Sardegna ed alla Calabria. Fu un successo tale che, di li a poco, d’accordo con la FCI, decidemmo di farlo diventare l’edizione “zero” del Campionato Italiano di Granfondo e Mediofondo col nome di Master Tricolore”.
Lo scorso mese di ottobre si è svolta la quarta edizione della Granfondo Campagnolo Roma. Che valutazione complessiva si sente di dare all’evento?
“Senza dubbio quella del 2015 è stata la migliore edizione. Non ancora perfetta, ci mancherebbe, quello è l’obiettivo, ma il lavoro fatto già dalla prima edizione ha cominciato a dare i suoi frutti ed alcune scelte, molto onerose, come quella di transennare interi tratti di strada, hanno pagato sia in termini di sicurezza per i ciclisti che di minore impatto sulla popolazione locale. La chiusura del traffico dell’intero percorso in un contesto considerato ingestibile ha poi fatto il resto”.
Secondo il suo parere perché la Granfondo Campagnolo Roma deve essere assolutamente inserita nel calendario di ogni appassionato?
“Beh, non lo scopro certo io che Roma è la Città più bella del mondo ed il suo territorio dei Castelli Romani ne rappresenta la degna cornice. Inoltre, il percorso molto tecnico ed il corretto equilibrio delle difficoltà altimetriche, a mio avviso ideale per fine stagione, la rendono una Granfondo che non può mancare nel calendario di ogni ciclista”.
Quali sono le difficoltà e le soddisfazioni che registra nell’organizzazione di un evento così importante sul territorio come la Granfondo Campagnolo Roma?
“Il nostro è un territorio molto bello, ma nello stesso tempo altrettanto densamente abitato e con una relativamente bassa tradizione ciclistica. Da sempre questo genere di eventi venivano vissuti come un “disturbo”. In questi 4 anni in cui abbiamo lavorato a fondo, fianco a fianco con le amministrazioni locali per condividere insieme il nostro progetto, abbiamo visto cambiare l’apertura verso quella che, in definitiva, è un’occasione di eccellente promozione del territorio e dell’economia locale”.
Ci spieghi meglio. Quanti e quali sono i referenti istituzionali con i quali si trova a dialogare e concordare le attività visto il percorso interessato dall’evento?
“Innanzitutto le Amministrazioni Comunali, sempre coadiuvate dagli organi di Polizia Locale. Poi la Polizia Stradale da cui, da sempre, abbiamo avuto una valida collaborazione che ci vede arrivare a condividere la Sala Operativa di Roma per seguire in diretta tutto lo svolgimento della gara e dei mezzi di sicurezza operanti sul percorso. E poi ancora, i Carabinieri, gli Enti proprietari delle strade, la Protezione Civile e tutte le associazioni di volontariato del territorio. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti ancora una volta”.
Quali sono i rischi reali che l’organizzazione affronta ogni anno?
“Anche se ormai possiamo dire di avere un percorso “stabilizzato”, ogni anno possono esserci delle realtà locali e/o temporanee che ci impongono delle variazioni, anche dell’ultima ora. La macchina organizzativa deve essere pronta a far fronte ad ogni evenienza avendo nel cassetto soluzioni alternative. Non dimentichiamo che, a differenza di Granfondo Campagnolo Roma e pochissime altre eccezioni, le Granfondo si corrono su strade normalmente aperte al traffico”.
Si sta già lavorando all’edizione 2016. Che novità può annunciare?
“Le novità ci sono sempre state, ogni anno. E ci saranno anche nel 2016. Vorrei però tenerle ancora nascoste. Un po’ per scaramanzia ed un po’ perché vanno prima condivise con le Istituzioni coinvolte. L’obiettivo resta sempre quello di migliorare”.
Bicicletta e Roma, un rapporto da sempre molto difficile e complicato. Lei vede la luce in fondo al tunnel? “Lo abbiamo già detto: Roma non aveva fama di avere un gran feeling col ciclismo. Oggi, grazie al lavoro fatto insieme alle Amministrazioni Locali, possiamo dire che anche Roma ed il suo territorio si stanno lentamente avviando a diventare “territorio bike friendly”. E questo anche grazie a Granfondo Campagnolo Roma”.
Qual è il progetto globale che caratterizza la Granfondo Campagnolo Roma?
“Lo sintetizzerei in una parola: bikeconomy. Attorno alla bicicletta, in tutto il mondo occidentale, sta nascendo una nuova economia ed un nuovo modo di intendere la bicicletta, intesa in senso lato. Non solo un’attività di nicchia legata ad un numero limitato di praticanti, ma una vera rivoluzione culturale che vede la bicicletta, ogni tipo di bicicletta, come un mezzo di trasporto alternativo, ecologico, economico e sicuro. In Italia, purtroppo, siamo ancora indietro, ma ci stiamo lavorando. E’ anche per questo che ho accettato di far parte di questo fantastico progetto”.
Elvezio Pierandi è attualmente componente della Struttura Amatorale Nazionale della Federazione Ciclistica Italiana, con l’incarico di responsabile delle Granfondo. Collabora con l’organizzazione del Circuito Pedalatium. E’ stato l’ideatore ed organizzatore del Giro del Lazio amatoriale; fondatore del Master Tricolore di Granfondo e Medio Fondo; ideatore e cofondatore di Assofondo, l’associazione nazionale degli organizzatori di Granfondo Italiane.