Oltre a godere dello spettacolo offerto dalle quattro gare del Campionato del Mondo di ciclismo UCI 2020, ci sono molti altri elementi per gustare la rassegna iridata a Imola, in Emilia- Romagna.
E’ la Regione del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto di Parma, dell’Aceto Balsamico di Modena e Reggio Emilia, della Mortadella Bologna e della Piadina Romagnola. Prodotti famosi in tutto il mondo, sinonimo di qualità e di eccellenza, simbolo del migliore made in Italy.
Emilia-Romagna: la Food Valley, la terra del cibo. Qui mangiare è anche un fatto culturale, espressione di convivialità, voglia di stare insieme, gusto per il buon vivere. Una vocazione sancita da un record: con ben 44 prodotti a Denominazione d’origine e Indicazione geografica protetta l’Emilia-Romagna è la prima regione in Europa per numero di specialità a marchio tutelato. Senza contare i tanti vini di qualità e le innumerevoli ricette tipiche.
Un primato che non si improvvisa e che affonda le sue radici in una tradizione che ha saputo evolversi nel tempo: coniugando la qualità delle materie prime con le più innovative tecniche di produzione, nel rispetto di rigorosi disciplinari per garantire i consumatori anche sotto il profilo della salubrità e della sicurezza alimentare.
Un primato che ha anche un importante impatto economico. L’Emilia-Romagna è infatti alprimo posto tra le regioni italiane per valore delle Dop ed Igp nell’ambito del food, con oltre 3 miliardi di euro, ai quali vanno sommati circa 394 milioni per il comparto del vino. Importanti le ricadute anche sul fronte dell’export agroalimentare di questa regione che nel 2019 è cresciuto del 4,7% raggiungendo il valore di 6,8 miliardi di euro il 16% dell’intero export agro-alimentare italiano.
Dai Musei del Gusto a Fico Eataly World
L’enogastronomia in Emilia-Romagna è dunque una solida realtà che si nutre di una tradizione illustre che può essere interessante riscoprire. Ad esempio attraverso i 24 Musei del Gusto presenti lunga la Via Emilia, l’antica via fondata dal console romano Marco Emilio Lepido che dà il nome e unisce questa terra da Rimini a Piacenza. Musei dedicati ai prodotti tipici locali che, come macchine del tempo, raccontano la storia di tradizioni, tecniche e comunità spesso radicate in un passato lontano.
Fra i luoghi che custodiscono la storia enogastronomica emiliano-romagnola non si può non ricordare Casa Artusi a Forlimpopoli (Fc), che rende omaggio a Pellegrino Artusi, padre della cucina casalinga italiana, l’autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” , ben più di un semplice ricettario, e che dal 1891, anno della sua pubblicazione, è andato incontro a un successo crescente , stampato in innumerevoli edizioni e tradotto in inglese, francese, tedesco, olandese, spagnolo, portoghese, russo, polacco e giapponese.
Dedicata ai vini è invece l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, che ha casa nella Rocca Sforzesca di Dozza Imolese. Siamo tra l’Emilia e la Romagna e l’Enoteca è il paradiso degli amanti del buon bere con oltre 1000 etichette del territorio. Albana, Lambrusco, Pignoletto in testa.
Senza dimenticare FICO Eataly World, il più grande parco tematico del mondo dedicato al cibo che non poteva non aprire i battenti proprio nel cuore di questa terra, a Bologna. Qui è possibile un’esperienza unica: andare alla scoperta di come il cibo viene prodotto. Un vero e proprio viaggio dalla terra alla tavola.
Il tour del gusto passa però anche per altri luoghi che permettono di comprendere a fondo la vera anima della cucina emiliano-romagnola. Ad esempio i caseifici che producono Parmigiano Reggiano a Parma e a Reggio Emilia, in cui è possibile assistere in diretta alla nascita del pregiato formaggio stagionato attraverso una visita guidata.
A Parma, città creativa Unesco per la gastronomia, anche i salumifici aprono le porte ai visitatori per svelare i segreti dei loro rinomati salumi. Scendendo lungo la via Emilia in direzione sud si approda poi nella patria dell’aceto balsamico: il territorio di Reggio Emilia e Modena è disseminato di acetaie aperte al pubblico, in cui avvicinarsi al lungo e complesso processo di produzione di questa eccellenza tutta emiliana.
E ancora una gita alla Manifattura dei Marinati di Comacchio, nel Ferrarese, è un invito a esplorare il Museo dell’Anguilla e a scoprire lo stretto rapporto fra la cittadina e il pesce tipico delle sue acque, mentre per degustare lo street food nei chioschi tipici della riviera è d’obbligo un salto a Rimini. In Romagna si può anche sbirciare all’interno delle cantine di Ravenna e Forlì-Cesena per assistere alla produzione del vino.
Capito perché non si può rinunciare ai Campionati del Mondo di ciclismo su strada a 2020 a Imola, in Emilia-Romagna?