Di CicloZeman – Al suo secondo giorno di riposo, il Tour de France ha già assunto la sua connotazione più attesa. Tadej Pogacar è già in maglia gialla e la sua caccia continua ad abbuoni, ad attacchi per mettere in crisi gli avversari fa capire che sarà molto difficile strappargliela, anche perché rispetto al passato la sua squadra sembra molto più calibrata per dargli manforte. Majka e McNulty sono stati preziosi in questa prima settimana, poi lo sloveno ci ha messo chiaramente del suo mostrando di aver centrato come suo costume la forma migliore al momento giusto.
Com’era nelle previsioni, la sfida è tutta con la Jumbo Visma. E’ vero, in classifica i primi 9 sono ancora ristretti nello spazio di un paio di minuti, ma la sensazione è che solo lo squadrone olandese possa cercare di contrastare Pogacar, anche se la sua condotta tattica finora non ha convinto. Lascia un po’ interdetti ad esempio il continuo attaccare di Van Aert, non si sa quanto utile a Vingegaard, ormai eletto a capitano della squadra visto che Roglic ha già 2’52” di ritardo. Lo sloveno è duro a morire e non va sottovalutato, ma appare sensato pensare che possa lavorare a favore del più giovane compagno che, com’era avvenuto lo scorso anno, sembra l’unico in grado di poter mandare in crisi Pogacar in salita.
In casa Ineos va registrato il crollo di Martinez che sembrava il capitano della squadra, ma va anche detto che sono in 3 nei primi 7, quindi la compattezza di squadra ancora c’è. Il più in palla appare il vecchio Geraint Thomas, terzo a 1’17”, Adam Yates è a 1’25” ma chi sta sorprendendo è l’iridato di ciclocross Thomas Pidcock, settimo a 1’46” e la sua tenuta nelle prossime due settimane è uno dei temi principali della corsa. Hanno tenuto finora i due francesi più attesi, David Gaudu quinto a 1’38” e Romain Bardet appena un secondo più lontano.
In casa italiana Damiano Caruso è una sfinge. 14° a 3’40”, finora non si è praticamente visto, ma la Top 10 resta molto vicina. Bisognerà vedere se la sua condizione emergerà via via col passare dei km, la Bahrain Victorious è tutta per lui dopo il crollo verticale di Jack Haig, uno dei tanti che hanno già pagato dazio a questa prima parte del Tour fra coloro che aspiravano a qualcosa d’importante e fra questi vanno inseriti Ben O’Connor, pallida copia del corridore terzo al Delfinato neanche un mese fa; Mattia Cattaneo, sul quale la Quick Step Alpha Vynil aveva riposto le sue speranze in termini di classifica; lo stesso Alexander Vlasov, che ancora è vicino alla Top 10 ma che ha già mostrato segni di cedimento.
L’impressione è che già in questa settimana la Grande Boucle prenderà una conformazione definitiva, con il rischio che la terza e conclusiva diventi una lunga passerella per lo sloveno verso il suo terzo trionfo consecutivo. VIngegaard può metterlo in difficoltà e sovvertire il pronostico, se la squadra saprà assecondarlo nella maniera giusta.