Una corretta posizione in sella, come sappiamo, è importante per correre in maniera sicura ed affrontare ogni percorso con confidenza. Pochi sanno, però, che essa passa anche per un elemento importantissimo che si trova all’interno dei pantaloncini: il fondello. La protezione del ciclista sulla sella, infatti, deve poter offrire un ambiente confortevole, su cui ci si possa sentire a proprio agio, così da potersi concentrare unicamente sul percorso. A tutto vantaggio della propria sicurezza.
Chi va in bici sa quanto sia importante utilizzare abbigliamento e attrezzatura adatti alla tipologia di uscita, di temperatura e di percorso. Sentirsi sicuri, abbigliati nel mondo giusto, aiuta anche ad avere più attenzione sulla strada, a tutto vantaggio della propria sicurezza.
Parte della sensazione di confidenza in sella del ciclista, infatti, deriva dal suo sentirsi a proprio agio mentre pedala. Non dover pensare a fastidi e dolori dovuti, ad esempio, ad una disagiata posizione in bici, fa sì che l’atleta si concentri automaticamente solo sulla guida: ne gioveranno, inoltre, salute e performance.
SICURI IN SELLA CON IL FONDELLO GIUSTO
Oltre alla scelta del mezzo appropriato, del casco e dell’abbigliamento più adatti, il ciclista deve quindi investire nell’acquisto di pantaloncini corretti per il tipo di anatomia, di disciplina, ma anche per la durata e tipologia del sentiero o strada che dovrà percorrere.
Ed è qui che entra in gioco il fondello.
Un fondello inadatto all’anatomia e alla disciplina che l’atleta intraprende è causa di spiacevoli conseguenze, disagio e malessere. Il prodotto che più sta a contatto con le parti intime dei/delle ciclist* è una delle prime cose da tenere in considerazione e da scegliere con cognizione di causa: “Quante ore pedalerò?”, “Che tipo di terreni affronterò?” sono alcune delle domande principali che ci si dovrebbe porre in fase d’acquisto di un pantaloncino.
Per Elastic Interface®, il fondello è una vera e propria interfaccia che deve rispondere alle sollecitazioni che arrivano dal terreno durante la pedalata e deve essere elastico e flessibile in modo da accompagnare i movimenti dell’atleta. Il suo corretto posizionamento all’interno del pantaloncino è poi di fondamentale importanza: spesso pochi millimetri più avanti o più indietro possono causare disagi perché, se il contatto con la sella non è ottimale, si creano sfregamenti o pieghe fastidiose.
I materiali esclusivi sviluppati da Elastic Interface® con i propri partners, sono elastici in 4 direzioni e permettono di progettare fondelli che si adattano perfettamente al movimento del ciclista, diventando così il “gregario” perfetto nelle uscite in bici.
Un buon fondello da bici innalza, infatti, le prestazioni ciclistiche e la salute dell’atleta. Qualunque siano le distanze che l’atleta intenda affrontare e la tipologia di percorso, esiste il fondello adatto alle sue esigenze: scegliere un pantaloncino da bici della propria taglia, con l’imbottitura adeguata alla propria anatomia e alle proprie esigenze ciclistiche, aumenterà il comfort durante la pedalata, garantendo performance e concentrazione dell’atleta in sella.
Affidarsi nell’acquisto ai brand che hanno scelto Elastic Interface® per i propri pantaloncini è una prima sicurezza, quando si tratta di comprare un capo così importante. Un ulteriore suggerimento che si può dare al ciclista in fase di acquisto è di provare il pantaloncino e soprattutto, in base al disegno della protezione, si potrà verificare online sul sito www.elasticinterface.com quali specifiche caratteristiche ha il fondello che il produttore di abbigliamento ha scelto. Sarà facile, così, capire se fa per lui/lei oppure se è meglio optare per un capo con un fondello differente.
SICUREZZA DEI CICLISTI SULLA STRADA: ELASTIC INTERFACE SI SCHIERA E in tema di sicurezza e confidenza, Elastic Interface® si schiera nettamente a fianco di chi promuove un ciclismo più sicuro sulle strade.
È il caso, ad esempio, della ultra cyclist e Guinness World Record italiana, Paola Gianotti di cui Elastic Interface® è partner.
Paola Gianotti non è estranea al pericolo che la maggior parte dei ciclisti teme o sperimenta sulla strada. La sua campagna per promuovere la sicurezza dei ciclisti deriva dal suo incidente stradale nel 2014, quando un automobilista l’ha investita in Arizona durante il suo giro del mondo in bicicletta. Insieme a Marco Cavorso – il cui figlio Tommaso, di 13 anni, è stato ucciso da un automobilista che ha sorpassato illegalmente 4 auto, su linea continua – e al campione Maurizio Fondriest, Paola ha iniziato una campagna per la protezione dei ciclisti su strada fondando l’Associazione “Io Rispetto il Ciclista”.
Tramite le sue iniziative, Paola promuove da anni la campagna – con più di 4.500 cartelli già affissi in oltre 400 comuni italiani – per l’introduzione della distanza di 1,5 metri in caso di sorpasso di un ciclista da parte degli automobilisti.
La campagna oggi è diventata un disegno di legge, in Italia: “Disposizioni in materia di tutela della sicurezza dei ciclisti” promosso, oltre che dall’associazione “Io rispetto il ciclista” anche da Federciclismo.
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