Noi affidiamo quel tragico ricordo a tre paragrafi scritti da Davide Maria De Luca per il quotidiano Domani e alla foto che ha cambiato l’Italia.
La sera del 18 marzo la città di Bergamo era in quarantena da ormai dieci giorni. Le strade erano deserte e silenziose e, a parte un paio di giornalisti e fotografi, non c’era nessuno ad assistere all’uscita di una dozzina di pesanti camion militari da un ingresso laterale del cimitero della città…..
Scortati da due automobili dei carabinieri, i camion sfilarono lentamente davanti al monumentale famedio di inizio Novecento che fa da ingresso al cimitero e imboccarono via Borgo Palazzo, lo stradone in quel momento deserto che li avrebbe condotti verso l’autostrada……
In poco tempo, l’enorme numero di chiamate, ricoveri e segnalazioni iniziò a trasformarsi in un numero mai visto prima di decessi. Nei paesi più colpiti, le chiese smisero di suonare le campane a morto perché altrimenti avrebbero dovuto farle suonare tutto il giorno. Le case di riposo si svuotavano lentamente, mentre decine dei loro ospiti morivano nei loro letti. In quei giorni, migliaia di famiglie di persone ammalate rinunciavano al ricovero e sceglievano di trascorrere a casa, accanto ai loro cari, le loro ultime ore di vita.