Impresa del talento belga che vince con una fuga solitaria di oltre 27 chilometri. La Nazionale di Daniele Bennati raccoglie meno di quanto ha seminato. Il bilancio conclusivo del presidente Dagnoni: “Peccato per oggi. Soddisfatti di questi risultati, che hanno come protagonisti atleti di sicuro avvenire”
Wollongong – Lì dove i campioni belgi non erano arrivati in occasione dei mondiali in casa nel 2021, riesce loro in terra australiana, dall’altra parte dell’emisfero. Remco Evenepoel, il predestinato del ciclismo, mette in scena uno dei suoi pezzi preferiti: la fuga da lontano. Con un’azione solitaria di circa 27 chilometri vola verso la prima maglia iridata della sua ancora breve, ma già ricca di soddisfazioni, carriera da professionista.
La prima Italia di Daniele Bennati ad un Mondiale non sfigura al cospetto dei grandi campioni in gara oggi. Matteo Trentin, il capitano coraggioso di questo gruppo di ragazzi, coglie un quinto posto che, per come erano andate le cose, stupisce lui prima di tutti. Appena tagliato il traguardo abbraccia Lorenzo Rota, autore anch’egli di una corsa coraggiosa e d’attacco, che ha visto svanire la possibilità della volata per il podio a pochi metri dal traguardo. Lui, Samuele Battistella e Nicola Conci sono gli eroi di giornata della nostra Nazionale, colorando di azzurro i vari gruppi di testa lungo tutte le sei ore di gara. Nella volata per le piazze d’onore secondo posto per il francese Laporte, davanti all’australiano Matthews. Quindi van Aert e Trentin. Ottavo posto per Alberto Bettiol, alle spalle di Sagan.
Cocente la delusione per il 27enne bergamasco, che non riesce a rispondere neanche ai complimenti dei compagni, a cominciare da quelli del capitano, il quale, a sua volta, esclama: “Ho fatto quinto, incredibile… non ci posso credere per come si era messa la corsa!”. Poi a freddo, spiega: “E’ un quinto posto che non mi soddisfa. Avevo le gambe per fare podio. Siamo rimasti imbrigliati in tatticismi di altre squadre che francamente non mi spiego. Resta però la grande impresa di Remco; penso che da anni non si vedeva qualcosa di simile in un mondiale. Sono convinto che se anche la gara avesse preso un’altra piega, il belga si sarebbe inventato qualcosa. Quindi complimenti a lui.
Sono veramente contento di come hanno corso i miei compagni, mostrando un’ottima capacità di padroneggiare le diverse situazioni nonostante l’età media molto bassa. Pertanto bravi tutti!”
Lorenzo Rota, protagonista di una gara coraggiosa: “Abbiamo corso bene. Siamo entrati nelle azioni importanti. A parte Remco, imprendibile, gli altri erano alla nostra portata. Nell’ultimo chilometro ci siamo guardati in faccia. Io in questa stagione avevo già perso altre volate per essere partito in testa. Non volevo accadesse di nuovo e ho atteso a prendere la testa. Essendo senza radioline non sapevamo che il gruppo stava rinvenendo.. e così è sfumato tutto. Peccato, perché stavo bene. Comunque sono soddisfatto di questo mio esordio e spero di avere la possibilità di riprovarci il prossimo anno.
Il CT Daniele Bennati: “E’ un bilancio sicuramente positivo per l’atteggiamento dimostrato. Purtroppo c’è il rammarico per il poco che abbiamo raccolto in rapporto a quanto seminato. Avevamo la possibilità di vincere due medaglie, con Rota prima e con Trentin poi. L’azione di Lorenzo è scemata per troppo attendismo del gruppo dei fuggitivi; sono situazioni di corsa difficili da interpretare, soprattutto in quei frangenti.
C’è rammarico perché il podio era alla nostra portata e la gara l’ha dimostrato. Ci sarà tempo per un’analisi più approfondita. Si può sempre trovare l’errore in una corsa di oltre 260 chilometri: con calma, questa sera, analizzeremo la gara con i ragazzi e potremo avere un quadro più complessivo di questo mondiale.”
Il bilancio finale del presidente Dagnoni: “Oggi abbiamo corso da protagonisti. Peccato per il risultato, sicuramente avremmo meritato di più. Rota e Trentin avrebbero potuto assicurarci una medaglia, che sarebbe stata la ciliegina sulla torta di questo mondiale. Torniamo da questa trasferta impegnativa con la consapevolezza di essere sulla strada giusta. Il successo più bello è il clima che si respira nello staff della Nazionale, la completa partecipazione da parte di tutti, la disponibilità a condividere oneri e onori. Un clima che è alla base dei tanti risultati ottenuti quest’anno ed anche qui a Wollongong. Come non ricordare, infatti, la medaglia d’oro di Vittoria Guazzini, una ragazza che ha mostrato in questa edizione dei mondiali tutto il suo potenziale. L’argento della staffetta, per soli pochi secondi, ha ricordato a tutti che il nostro Paese è punto di riferimento nelle prove contro il tempo per la qualità e la quantità degli atleti competitivi. Infine la medaglia di bronzo di Silvia Persico è il premio ad un’atleta poliedrica, di cui non abbiamo ancora scoperto tutte le qualità, oltre che di un gruppo di cicliste forti e generose. Tutti i ragazzi che sono stati impegnati in questi mondiali hanno mostrato il loro valore sempre con il sorriso sul volto e la mente sgombra. Questa è la vittoria a cui tengo di più.
Il mio ringraziamento pertanto va a tutti coloro che hanno lavorato per questo, dal Team Manager Roberto Amadio ai tecnici di settore, dai collaboratori tecnici ai meccanici, massaggiatori, dottori e personale federale. Grazie soprattutto agli atleti che, con le loro imprese, hanno regalato un sorriso ai tanti italiani presenti qui in Australia e portato con onore la Maglia Azzurra.”