Sestriere (Torino) – Chris Froome che scelse il Colle delle Finestre per l’unica azione tutta d’attacco della vita e fece saltare il banco del Giro d’Italia che poi vinse; gli otto eroi ciclisti che conclusero il Giro d’Italia del 1911 dopo aver affrontato il Colle del Sestriere tra pioggia, neve e vento.
Il Sestriere e il Colle delle Finestre hanno scritto e scrivono le pagine del ciclismo. Quelle del Giro d’Italia e quelle del Tour de France. Quando, nel 2015, il Finestre per metà su fondo sterrato venne scalato per la prima volta dalla corsa rosa sembrò più un azzardo. E, invece, fu una sfida vinta. Perché chi si intende di ciclismo ha bisogno di strade e di colli così per innamorarsi ancora. Il Sestriere è il colle dove Lance Armstrong legittimò il primo Tour, quello del 1999, è il colle dove Claudio Chiappucci divenne il Diablo.
E sudore e fatica, sterrato e pendenze a doppia cifra che non finiscono che poco dopo 18 chilometri del Finestre potrebbero dare linfa e pane ai denti dei millennials, la nuova generazione di ciclisti fenomeni che fanno, di nuovo, saltare in piedi sul divano chi di ciclismo vive e sogna. Pogacar e Evanepoel, Roglic e Van Aert saprebbero come dare del tu a quei lunghi chilometri con una pendenza media del 9,1%.
Nel parleranno il giornalista di TuttoSport inviato a Tour de France e Giro d’Italia Paolo Viberti e Luca Ronchi (Presidente Giornalisti Ciclisti) nel talk moderato dal giornalista sportivo Luca Casali. Appuntamento alle 16,30 in piazza Fraiteve a Sestriere