La Gran Fondo Loano raccontata da Giancarlo Perazzi

Loano (Savona) – 106 chilometri percorsi tra il mare della riviera di ponente e gli appennini al confine con il Piemonte. Domenica scorsa si è svolta a Loano la prima prova del trofeo Loabikers che quest’anno si propone in sei appuntamenti in diverse località liguri: Loano, Ceriale, Diano Marina, Andora e Pietra Ligure.

Nata in sordina, la granfondo di Loano si è sviluppata nel tempo, con numeri sempre più interessanti. Oltre 700 gli iscritti, quasi 500 i partenti, per la prima classicissima della stagione in Italia che oggi compie 10 anni.

L’edizione 2020 rientra tra le prove valide anche per il Campionato Nazionale ACSI. Ottima location, la partenza e arrivo situati nel lungo mare accanto al porto. La temperatura variava dai 6° ai 8° gradi con tempo incerto.

Giancarlo Perazzi (Sanetti Sport) lungo la salita dello Scravaion

Giancarlo Perazzi, campione italiano giornalisti categoria senior.

La competizione era attesa da tempo con protagonisti provenienti da diverse parti d’Italia, uno per tutti il materano Tommaso Elettrico e poi gli ospiti come Davide Rebellin e Claudio Chiappucci.

Sin dalla partenza l’andatura si è rivelata sostenuta, fino ai 50km/h, ma senza nessun particolare incidente con medie nella prima frazione pianeggiante di 40 km orari.

Mi trovo nel gruppone di testa, composto da 150 unità che si è spezzato tra Villanova d’Albenga e Ortovero con il resto della carovana. La velocità è ancora sostenuta fino ai piedi di Ranzo, davanti le prime fughe.
Dopo il 28° chilometro arriva la prima salita al 6% di media per 4km sfiorando i 450 metri ai altezza per poi affrontare 9 chilometri di falso piano in discesa ed altri 2 di salita pur rimanendo sotto i 100 metri di altitudine.

Fino al giro di boa tutto bene anche per i meno allenati con un percorso che fino ad ora raggiunge 58 chilometri e 700 metri di dislivello. Ad aspettarci ora, una lunga salita di 13km preceduta dal falso piano di Zuccarello, molto più fattibile nel gruppo di 30 unità in cui mi ritrovo.

Fortunatamente lungo l’ascesa ci sono dei tratti per respirare e proseguo la gara con un gruppetto più ristretto. Fino alla frazione “giro di Loano” i più forti hanno tenuto bene, ma le prime difficoltà si fanno sentire ora: da 60 a 800 metri di altitudine non è proprio una passeggiata. Ottimi i 3 ristori idrici inseriti in punti strategici e descritti a voce dagli organizzatori prima della partenza. Raggiunta la vetta dello Scravaion e fatta la breve discesa verso Bardineto ci attendeva l’ultima asperità verso Carpe.

In questo punto, un paio di chilometri salgono tra il 2 e 4 %, ma dopo 80km e 1.400mt di dislivello, anche le piccole pendenze sono sempre dure. E come ciliegina sulla torta il vento contro. In quel tratto facilmente si rimane in pochi e sgranati fino a raggiungere i 1.500 metri di altezza. Poi, la lunga discesa verso Loano. Se da una parte c’è la salita, il caldo e la fatica, dall’altra la discesa può portare altre sorprese: il freddo. Sicuramente l’anno scorso, complice la nebbia, il freddo ha interrotto la gara di una ventina di ciclisti in questo tratto.

Nonostante l’ottima visuale di quest’anno, i 15 chilometri sono stati lo stesso fatali. La discesa fino a Toirano è stata sofferta. Mancano ancora 6 chilometri, scanditi da un cartellone posto ad ogni km fino all’arrivo. Prima, però, l’ultima breve salita che ha riportato la giusta temperatura corporea regalando a tutti un finale eccezionale con l’attesa al traguardo di molte persone ed un clima decisamente più caldo. A chiudere l’evento l’ottimo pasta party con vero pesto ligure. Dal punto di vista della sicurezza è stata apprezzata la chiusura delle strade per otre 30 minuti e la presenza di un’auto medica e due ambulanze di croce rossa italiana.

Credit Photo: Un Mondo di Colori