Ringraziamo Renato Angioi, ciclista, dirigente sportivo, presidente di Coppa Piemonte Cycling Events, la società che da vita al più prestigioso circuito nazionale, coordinatore del circuito Coppa Piemonte, che ha creato diciotto anni or sono, organizzatore diversi eventi granfondistici, per la sua partecipazione alla nostra analisi e indagine su quello che sarà il futuro delle granfondo in Italia, durante, ma soprattutto dopo la pandemia Sars Cov2.
Come ti immagini il futuro per le granfondo? è la domanda che abbiamo posto a giornalisti, organizzatori di granfondo, responsabili di team amatoriali, corridori, responsabili di aziende.
“Non credo che allo stato attuale delle cose possa esserci qualcuno in grado di fare previsioni sulla ripresa dell’attività agonistica e dunque degli eventi, che abbiano un minimo di attendibilità.
Personalmente penso che quest’anno sarà praticamente impossibile un’ apertura verso le gare amatoriali ed in particolare alle Gran Fondo ed è questa la ragione per la quale, dopo aver inizialmente preso tempo, spostando le gare di inizio stagione, già ad Aprile abbiamo deciso, valutata la situazione sanitaria del Paese, che non ci fossero le condizioni per poter disputare le gare in assoluta sicurezza e in totale accordo con gli Organizzatori delle sette prove della Coppa Piemonte, abbiamo deciso, attirandoci anche le critiche di qualcuno che mordeva il freno, di rinviare tutto il Circuito al prossimo anno.
Cosa accadrà poi? Beh, da sportivo spererei che con il nuovo anno, pur con tutte le limitazioni e le paure che ci porteremo dietro, chissà per quanto tempo ancora, si possa tornare alle gare e condividere con tutti coloro che gravitano attorno al mondo delle due ruote bei momenti di sport, gioia e spensieratezza.
Da Responsabile di uno dei più’ importanti Circuiti di Gran Fondo, sono molto meno ottimista, perché ritengo che il ritorno alla normalità possa avvenire solamente quando saranno disponibili i vaccini contro il Covid 19. E’ inimmaginabile pensare che si possa disputare una Gran Fondo, senza che siano garantiti tutti i protocolli di sicurezza necessari per tutelare la salute di tutti i partecipanti alle gare, gli addetti ai lavori, ovvero a quanti a vario titolo saranno impegnati nei servizio pre e post gara, senza che preventivamente siano sottoposti al vaccino anti Covid 19.
Mi aspetto perciò che prima della ripresa dell’attività amatoriale, la FCI, emanerà delle delibere stringenti che regoleranno tutta l’attività ciclistica amatoriale, non escludendo quindi che all’atto della iscrizione alle gare, venga richiesto a tutti i partecipanti, così come oggi è richiesto il certificato di idoneità alla pratica sportiva, anche un documento dove si attesti che l’atleta è stato vaccinato contro il Covid 19 o, cosa meno probabile, che sottoposto a test sierologico, abbia maturato gli anticorpi a seguito di un precedente contagio. Ma anche questo non basterà perché anche tutti coloro che in un modo o nell’altro entreranno in contatto con gli atleti dovranno produrre le medesime attestazioni o essere muniti di tutti i D.P.I Sarà responsabilità degli Organizzatori, come sempre del resto, accertarsi, che ci siano tutti i presupposti necessari per poter svolgere in sicurezza le gare.
Queste ulteriori responsabilità che potrebbero configurare anche reati di natura penale, penso che potrebbero scoraggiare molti organizzatori, ragion per cui non mi meraviglierei piu’ di tanto se fossero in molti a dover gettare la spugna, con conseguente grave ridimensionamento di tutta l’attività amatoriale.
Penso perciò che sarà dura ripartire, vincendo anche la ritrosia ed il timore di tanti, ma voglio sperare che insieme ce la possiamo fare!”