Indagine Radiocorsaweb.it “Il futuro delle granfondo”. L’intervento di Davide Sanzogni

Ringraziamo Davide Sanzogni, collaboratore di alcune riviste specializzate di ciclismo, corridore e consulente tecnico del comitato organizzatore di alcuni eventi, per la sua partecipazione alla nostra analisi e indagine su quello che sarà il futuro delle granfondo in Italia, durante, ma soprattutto dopo la pandemia Sars Cov2.

Penna arguta e sottile, attraverso il racconto delle sue partecipazioni a diversi eventi riesce a far vivere le intense emozioni anche a coloro che non hanno partecipato alla manifestazione.

Come ti immagini il futuro per le granfondo? è la domanda che abbiamo posto a giornalisti, organizzatori di granfondo, responsabili di team amatoriali, corridori, responsabili di aziende.

“Non immagino un futuro molto diverso dalla situazione pre-covid, ma non so dire quando sarà possibile ripartire.

Perché si partecipa ad una Granfondo? I motivi sono due principalmente: la sfida, che sia rappresentata dal percorso o dal confronto con gli altri, e la socialità. Per ciascuno di noi è un diverso mix delle due componenti. A me piace allenarmi per cercare di migliorarmi, ma chi ha avuto la sventura di pedalare in mia compagnia, durante qualche granfondo, sa che sono un gran chiacchierone.

Se riconosco una maglia che mi è familiare inizio ad attaccar bottone. Se poi si tratta delle Granfondo Valtidone, del Penice o di Casteggio, di cui ho contribuito alla realizzazione dei tracciati, ecco che non lesino in “informazioni turistiche” sul percorso che stiamo facendo. Nasce così una complicità con i casuali compagni di avventura ed è la cosa che più mi manca delle Granfondo. 

Non solo, mi manca anche il rito del caffè prima del via, il ritrovarsi gara dopo gara in griglia con persone che in alcuni casi sono diventati amici. Quest’anno ero iscritto alla Coppa Piemonte e con la “numerazione fissa” adottata da questo circuito il ritrovarsi in griglia sarebbe stato una certezza. Recupereremo nel 2021, confidando che nel frattempo la situazione sanitaria lo consenta.

Del resto l’alternativa quale può essere: partenze alla francese e abolizione delle classifiche come ho letto? Non credo sia praticabile. Quest’anno avrei dovuto prendere parte al giro delle Fiandre per amatori che si svolge proprio con queste modalità. Partecipanti previsti oltre 16000. E il giorno dopo la gara Pro cui avrei assistito.

Possibilità di garantire il distanziamento nessuna. Risultato: il Giro delle Fiandre, che nemmeno la seconda guerra mondiale aveva fermato, non si è svolto. Non basta cambiare un format, da Granfondo a randonnée, per riuscire a tenere insieme grandi numeri e tutela della salute. In questo momento la tutela della salute esige il distanziamento. E il distanziamento impedisce di avere eventi con centinaia, per non dire migliaia, di persone. 

Lo sport, come la cultura, paga purtroppo lo scotto di essere considerato un’attività non essenziale, nonostante generi un indotto tutt’altro che trascurabile. Penso in particolare alle aziende che forniscono i servizi come il cronometraggio, i pasta party, gli sponsor tecnici. Ma pure alle piccole ASD che davvero sono l’anima, il cuore e i muscoli del movimento.

Tutto è fermo e sicuramente non tutti avranno la possibilità di ripartire quando ne sarà data la possibilità. Anzi, il rischio concreto è che l’adozione di norme astruse, quanto inefficaci, vada a mettere in difficoltà molte di queste realtà. Specie le più piccole che, al contrario, potrebbero essere quelle intrinsecamente più sicure proprio per i numeri limitati”.