Per diversi anni abbiamo “cullato” il sogno di partecipare alla famosa marathon austriaca e finalmene lo scorso 28 agosto abbiamo vissuto in prima persona l’emozione e il privilegio di parteciparVi.
La 41.a edizione della famosa marathon in bici da corsa austriaca é scattata alle 6.30 di domenica, con condizioni meteo nuvolose ma per fortuna con temperature gradevoli e solo una debola pioggia prevista per il tardo pomeriggio. La pioggia é caduta copiosa nella tarda serata di sabato , ma per fortuna non ha rovinato la grande festa che il C.O. ha saputo e voluto regalare come ogni anno ai circa 4100 partecipanti, di cui ben 281 le donne. Come ormai tradizione tanti gli italiani al via (quasi 600, di cui 36 donne) , anche in ragione dell’inserimento della gara nel circuito del Prestigio della rivista Cicloturismo.
Il successo di questa gara si percepiva già dal sabato alla consegna dei pettorali nel Palazzetto dello Sport (Freizeit Arena) di Sölden, e ancora di piu’ in griglia all’alba di domenica dove si potevano apprezzare leggendo i nomi sui pettorali le ben 30 nazioni rappresentate. Non stupisce che ogni anno questa manifestazione faccia in poco tempo il “sold out”, nonostante la quota di iscrizione particolarmente alta (159€), in quanto i servizi e la “experience” resa ai partecipanti é davvero unica e irripetibile. Il pacco gara conteneva un intimo tecnico personalizzato della Santini, una lattina di Radler, integratori, borraccia e altri gadget. Il pasta party era sostituito da un buono di 14€ da spendere in un ristorante qualsiasi della valle di Sölden. Solo per i finishers c’era poi la bella e ambita maglia da bici della Santini riservata appunto ai finishers. Con 15€ aggiuntivi in fase di ritiro si poteva fare imprimere sul retro il proprio nome e volendo anche il tempo per “conquistare” il titolo di finisher della ötztaler 2022.
Piatto forte ed attrattiva n.1 il tracciato che quest’anno misurava 230km e oltre 5500m di dislivello , andando ad abbracciare la regione alpina compresa tra il Tirolo settentrionale (austriaco) e quello meridionale, ovvero il südtirol, per lo piu’ in territorio italiano.
Proprio in ragione di questa dimensione “transfrontaliera” per la prossima edizione del 2023 il C.O. si é visto costretto per il troppo traffico presente a fine agosto soprattutto in territorio italiano, ad anticipare la data al 9 luglio, per garantire uno svolgimento in sicurezza e nel rispetto delle esigenze delle autorità.
Viste le sempre numerosissime richieste (oltre 15000) il consiglio é di segnarsi fin da ora la data del click day (1 novembre), con la prima tornata di raccolta iscrizioni che terminerà al 30 novembre.
PERCORSO:
Il percorso della Ötztaler é nato dalla vulcanica mente di Ernst Lorenzi nel lontano 1982, quasi come una scommessa tra amici al bar. La prima edizione vide solo 115 temerari sfidarsi sul percorso che ai tempi girava in senso antiorario e con la partenza che avveniva da un paesino vicino Innsbrück. Poi dal 1994 partenza e arrivo per ottimizzare la logistica venivano spostati a Sölden, ma percorrendo come primo passo il Rombo. Nella conformazione attuale il tracciato é stato proposto dal 1998 con la successione dei passi Küthai, Brennero, Giovo e Rombo. Due piccole varianti come bypass per tratti particolarmente trafficati della strada statale sono state inserite come detto quest’anno, alzando i km a 231 e il dislivello a quasi 5600metri. La prima variante era in fondo alla discesa del Kühtai, mentre l’altra nei pressi di Vipiteno.
Dopo la partenza in discesa verso Otz, si doveva salire il passo del Kühtai (2.020 m), 18km con circa 1200m di dislivello. Le pendenze non eccessive, tranne un breve tratto in doppia cifra nella parte finale, favorivano comunque la scrematura del gruppo. Il tipico paesaggio alpino con mucche e cavalli in libertà anche sull’asfalto, consigliavano prudenza. La discesa dal Kühtai verso Innsbruck favoriva le alte velocità grazie ai lunghi rettilinei. Dopo aver toccato l’abitato di Innsbrück si prendeva la lunga salita in falsopiano verso il Brennero, 37.5km per quasi 800m di dislivello, tutti disegnati al cospetto della sovrastante autostrada. Arrivati a Gasteig si iniziava la terza lunga e bella salita verso il passo Giovo (2090mslm) , 15.5km per 1100m di dislivello. La successiva discesa era lunga e a tratti tecnica. Una volta giunti a St. Leonhard iniziava la lunga asperità di 29km verso il passo Rombo (2500mslm) per un dislivello positivo da superare di oltre 1700 metri.
La durezza del tracciato si rivelava alla fine come un “mental game”. Per ogni partecipante infatti era piu’ una sfida con se stessi, quella di portare a fondo l’impresa e conquistare l’ambita maglia di finisher (realizzata quest’anno da Santini). Per i primissimi il target era di stare attorno alle 7h, per i piu’ agonisti stare attorno e possibilmente sotto le 8h, mentre per la massa dei partecipanti già terminarla in 9 o 10h rappresentava un successo da raccontare per anni agli amici e in famiglia.
LA GARA:
vissuta “da dentro” questa Otzi, come ormai la chiamano affettuosamente i partecipanti, sa regalare emozioni “forti”, tanta fatica, ma anche la consapevolezza di sentirsi parte di un evento super organizzato e super sicuro. Fino dallo start alle 6.30 sotto l’arco Red Bull , l’adrenalina si tagliava con un coltello e via via che i km passavano e le gocce di sudore aumentavano, ecco che lo spettacolo delle salite da affrontare ripagava gli atleti per lo sforzo profuso.
Un’atmosfera di festa su ogni passo superato, invogliava a scendere ancora piu’ velocemente nella discesa successiva. I ristori in corsa situati in prossimità di ogni passo erano super riforniti ed organizzati, con tanto personale gentile e disposto ad aiutare i concorrenti per velocizzare le fasi di reintegro. Al ristoro del Brennero addirittura un volontario era a disposizione per asciugare/pulire le lenti degli occhiali dei corridori (cosa mai vista a nessuna granfondo italiana). Sulla lunga ascesa verso il passo Rombo i ristori erano addirittura 3, in modo da “assistere” nel miglior modo possibile gli atleti per portare a compimento la loro impresa. Molto ben illuminato il tunnel di 1km che si incontrava poco prima del Gpm del Timmelsjoch (passo Rombo), tant’è che non era necessario montare le luci in corsa.
Nemmeno il “dentino” di circa 2.1km e 100m di dislivello, ultimissima asperità che si incontrava dopo il passo Rombo, era in grado di “rovinare” la festa per l’impresa conquistata e sancita dal passaggio sotto l’arco Red Bull posizionato sul traguardo di Sölden.
Detto nell’articolo precedente del successo del canadese Jack Burke e della tedesca Catherine Rossmann, vogliamo qui sottolineare come una delle tante prerogative della Otzi é da sempre quella di dare uguale importanza anche agli ultimi arrivati. La cerimonia di premiazione avviene infatti nella serata di domenica alle ore 20.30, proprio in corrispondenza dell’arrivo dell’ultimo concorrente. Per lui grande festa, paragonabile all’arrivo del vincitore.
Infine una segnalazione dei risultati migliori tra i 591 italiani in gara. A tenere alto il tricolore sono stati quest’anno Stefano Cecchini, nono al traguardo e la piemontese Samantha Arnaudo, che alla sua prima partecipazione ha sfiorato il successo chiudendo a soli 6 minuti dalla vincitrice.
(MM)