Leonardo Viglione, conosciuto in gruppo come il Leone Monregalese continua a ruggire in sella alla bicicletta, compagna di tante avventure e viaggi alla scoperta della nostra penisola. Laureato con 110 e lode in bicicletta sceglie l’istinto per prevalere. Ieri a Riccione ha indossato la sua nona maglia tricolore conquistata nel Campionato Nazionale Granfondo e Mediofondo Acsi con il punteggio più alto.
Riccione – Leonardo Viglione, giovane piemontese classe 1987, sempre monregalese nel cuore ed abitante di Langa, laureato con lode in Filosofia, attualmente magazziniere ospedaliero.
Passista scalatore polivalente e vincente con un ottimo spunto veloce in grado di primeggiare su tutti i terreni e nei più svariati modi in particolare negli sprint ristretti ed anche in condizioni avverse.
Palmares con 161 vittorie assolute di cui 23 in importanti manifestazioni granfondistiche in tutto il Nord e Centro Italia, undici titoli nazionali anche nella montagna ed a cronometro di cui nove consecutivi nelle mediofondo di cui è uno dei massimi protagonisti del panorama cicloamatoriale con un successo assoluto anche nella prestigiosissima 130 km della mitica Nove Colli.
Eccoti Leonardo di nuovo vestito di tricolore al Corallo di Riccione. Complimenti per l’ennesimo titolo nelle mediofondo.
“Buongiorno Mirko, Grazie a te per la stima e per il piacere di questa intervista. I titoli prima di tutto sono quelli che si conquistano sul campo, ma anche quelli che si raccontano e sono contento di poterli rivivere con te, in questa lussuosa cornice, meritato premio dopo un altro anno di fatiche e per fortuna di vittorie e soddisfazioni”.
Grazie Leonardo, allora raccontami pure di questo successo tricolore, che si sta ripetendo da ben nove stagioni, con una continuità di risultati che ti conferma sempre come uno dei massimi protagonisti del panorama amatoriale nazionale.
“Sì, è dal 2011 che seguo e che vinco il Campionato Nazionale Acsi Mediofondo prima sotto l’egida dell’Udace poi dell’Acsi ciclismo. Le storie da raccontare sarebbero moltissime, ma posso dire che proprio questo prestigioso circuito è stato una fondamentale occasione di crescita e di stimolo nel mio percorso sportivo che mi ha permesso di affermarmi in assoluto in importanti manifestazioni di tutto il Nord e Centro Italia e di vivere delle belle esperienze umane scoprendo meravigliosi luoghi e diventando amico di stupende persone del Nostro Bel Paese. Vincerlo per così tanti anni a qualcuno potrebbe sembrare noioso e scontato, ma non per me e per il motivo che ho detto. Ho vinto tanti altri circuiti granfondistici interregionali aggiudicandomi tra l’altro quest’anno tutti i tre a cui ho partecipato, ma il Campionato Nazionale Acsi di Mediofondo rimane sicuramente quello a cui sono più affezionato. Scandisce ogni mia stagione con importanti obiettivi, per realizzare alla fine anche quello della maglia tricolore, facendomi respirare l’atmosfera di grandi corse e viaggi”.
Siamo in Romagna e possiamo dire che questa passione tricolore sia per te nata proprio qui regalandoti anche il tuo trionfo più prestigioso nella mitica Nove Colli di Cesenatico.
“Sì, la Romagna è una Terra a me molto cara soprattutto per il calore umano e la grande passione ciclistica che si respira e già dal mio esordio, vincente, nel 2011 alla Malatestiani di Rimini mi ha regalato successi ed emozioni memorabili anche nella Mediofondo della Repubblica di San Marino, nella Cassani di Faenza e nella Straducale di Urbino senza mai dimenticare quella che rimane la più speciale di tutte, conquistata nella mitica 130 Km della Nove Colli di Cesenatico, la regina delle granfondo mondiali. Quel giorno del 2012 dopo aver tagliato il traguardo vittorioso mi sono rotolato sull’asfalto dalla felicità provando una delle più forti emozioni della mia Vita e realizzando un grandissimo sogno della mia passione ciclistica che è sempre quella che mi muove nel pedalare facendomi intimamente gioire di tutte queste vittorie”.
La tua passione ciclistica si respira solo guardandoti a parlare di ciclismo. Com’è nata? Come la vivi?
“Posso dire che è nata con me grazie anche a mio padre che, pur praticandone un altro, mi ha insegnato i valori dello sport supportandomi nelle mie attività ed io ho scelto quella della bici compiendo già da bambino delle piccole imprese sulle mie colline e montagne tesserandomi poi da agonista per la categoria allievi e dopo juniores. La strada, invece, del dilettantismo non l’ho proseguita per non inquinare la mia pura passione di logiche antisportive e, senza mai rammarichi, trovando la mia giusta dimensione nel mondo cicloamatoriale in cui progressivamente mi sono affermato a livello nazionale sempre nel segno della pratica sana di uno sport pulito. Per me il ciclismo è libertà, armonia ed anche l’agonismo lo vivo come espressione di vita quindi contrario anche a certe rigide ed estreme interpretazioni. A parte i giusti accorgimenti non ho preparatori e nutrizionisti che mi seguono, ma ascolto prima di tutto me stesso e grazie alla mia forza di volontà e passione interiori, nonostante le ben 46 ore di lavoro settimanali, i vari impegni e difficoltà, trovo il modo di allenarmi e gareggiare con grande gioia ed entusiasmo”.
Forte di questa passione le vittorie hanno continuato ad arrivare anche quest’anno nelle vesti di una nuova squadra con ben quattordici successi assoluti tra cui quattro in importanti manifestazioni granfondistiche nazionali. Sei soddisfatto della stagione 2019?
“Sì molto! Dopo un’annata un po’ sottotono, grazie anche alla fiducia ed al sostegno della Sanetti Sport che mi ha accolto in questa stagione e che ringrazio, mi sono ritrovato vincendo alla mia maniera nei piu’ svariati tipi di gare e soprattutto in corse molto importanti come a Padova e Courmayeur senza dimenticare il trionfo nel Giro delle Valli Monregalesi, la mediofondo di casa sognata fin da bambino che finalmente quest’anno sono riuscito a conquistare. Ho poi vinto gare a circuito, una tappa e due maglie finali nel Giro della Provincia Granda, crono e cicloscalate tra cui quella amata del Belvedere nella mia Mondovì, monopolizzata per il settimo anno consecutivo, e chiudere la stagione vincendo, dopo un brutto incidente, il titolo nazionale e l’ultima prova nella Mediofondo Internazionale di Alassio al mare davanti ai miei genitori è stato sublime e perfetto”.
Bene Leonardo. Allora non resta che pensare al 2020. Correrai con la stessa squadra?
“Sì presenziare alle varie premiazioni di fine stagione fa sempre molto piacere, ma da novembre ho ricominciato la preparazione in palestra e bici per il 2020 che mi vedrà sempre vestire i colori della Sanetti Sport. Ho ricevuto altre offerte, ma ho deciso di rimanere nel team che mi ha rilanciato quest’anno con riconoscenza, tanta stima e rispetto reciproci. Sono un corridore libero ed autarchico, ma sapere di un gruppo che ti sostiene sempre moralmente dona serenità. Insieme a Bruno Sanetti si è creata una bella sintonia anche in corsa che si è espressa nei nostri fantastici trionfi di squadra ad Arenzano e Castellania e questa condivisione sportiva ed umana vale piu’ di tutto. Per me l’agonismo rimane pur sempre amatoriale quindi con il giusto spirito competitivo, ma per puro divertimento e mi piace mettermi in gioco nelle svariate tipologie di ciclismo su strada che lo rappresentano quindi non solo nelle granfondo che ne esprimono la manifestazione più importante e per me stimolante”.
Riguardo a queste tue affermazioni colgo l’occasione per chiederti il tuo pensiero sul mondo cicloamatoriale, di cui hai sicuramente una visione molto ampia frequentandolo da diversi anni su tutta la Penisola, e su eventuali proposte per il suo futuro.
“Sì il mondo amatoriale lo conosco molto bene in tutte le sue manifestazioni da quelle granfondistiche a quelle promozionali e certi eventi sono davvero magnifici anche per le esperienze umane che regalano. Il discorso sarebbe molto ampio quindi preferirei svilupparlo meglio in tutti i suoi aspetti. Comunque, sono sostenitore di un sano ed equilibrato agonismo contrario alle degenerazioni del professionismo ed al doping ed allo stesso tempo non riducibile al cicloturismo in modo da praticarlo con più serietà ed impegno pur non facendone una fonte di lucro. La gestione migliore ritengo sia una unificata di tutti gli enti per politiche comuni più efficaci soprattutto in materia di giustizia sportiva e sicurezza, campionati più prestigiosi e maggiore qualità organizzativa, l’unica a giustificare certi costi di iscrizione, anche per evitare sovrapposizioni di calendario e l’unico criterio di assegnazione delle griglie dovrebbe essere quello meritocratico con un ranking nazionale sulla base dei punteggi ottenuti in tutti i tipi di manifestazioni ed una che ritengo appetibile e con un buon futuro sarebbe quella delle cicloturistiche con tratto agonistico non cronometrato per unire tante anime ciclistiche in un giusto equilibrio. Un sano agonismo, espresso in vari tipi di competizione, insieme all’aggregazione umana ed alla valorizzazione del territorio, sempre in un contesto di sicurezza, ritengo infatti che siano i principali elementi da tutelare e promuovere per un ciclismo variegato ed armonico”.
Grazie Leonardo per la tua preziosa opinione. Vedremo gli sviluppi del mondo cicloamatoriale. Il tuo calendario 2020 invece come si articolerà? Lotterai per il decimo titolo tricolore nelle mediofondo? Quali saranno i tuoi principali obiettivi?
“Il mio calendario, a parte poche presenze il sabato per impegni lavorativi, dovrebbe seguire altrimenti l’impostazione degli scorsi sempre nel segno dell’Italiano Acsi di Mediofondo. L’esordio dovrebbe essere il giorno del mio compleanno, venerdi’ 31 Gennaio, ad Andora nella 1^ Tre Giorni del Mare per poi proseguire con le prime varie granfondo liguri che, oltre ai punteggi per l’Italiano ed anche il Trofeo Loabikers, altro circuito che seguiro’, dovrebbero consolidare la condizione in vista delle mediofondo di Padova e di Desenzano e dei principali obiettivi stagionali nelle singole prove della Coppa Liguria e Piemonte sempre con la mitica Nove Colli come partecipazione più prestigiosa. Alle presenze granfondistiche alternerò poi anche quelle nelle cicloscalate specialmente casalinghe, nelle mediofondo promozionali, nelle gare a circuito e cronometro tra cui le tappe dell’importante Giro della Provincia Granda e, dopo la pausa di agosto, la mia stagione dovrebbe poi chiudersi con le ultime corse e l’internazionale Tre Valli Varesine con l’augurio di essere poi di nuovo qui a festeggiare vestito di tricolore altri nuovi importanti successi”.
Te li auguro. Hai qualcuno a cui vuoi dedicare queste vittorie? Il ciclismo farà sempre parte della tua Vita?
“Grazie Mirko. La dedica più sentita va ai miei genitori che mi hanno donato la Vita e la fortuna di diventare quello che sono e poi alle persone ed amici veri che mi comprendono e mi sostengono arricchendo di significato questi successi. Infatti, il ciclismo per come lo intendo è una grande manifestazione d’amore e rappresenta anche la sfida costante di superare momenti difficili e di festeggiare lieti eventi insieme. Poi naturalmente ringrazio la squadra e tutte le realtà anche passate che mi supportano rendendomi più agevole e meno onerosa la pratica del mio sport che già solo per i benefici alla salute psicofisica vorrei condurre fino alla vecchiaia. Muovendosi in bici si sta bene con sé stessi, il proprio corpo, l’ambiente immersi nella bellezza di un paesaggio ondeggiante del proprio respiro. I traguardi sono relativi, ma nelle gare trovo il modo di esprimere ancora di più il mio slancio vitale spingendo la mia forza di volontà al limite. Tutto è nulla, ma lottare, emozionarsi, sentirsi libero attraverso la bicicletta rimane per me un gioco bellissimo che trova il suo senso in sé stesso e mi rende intimamente felice come anche di tutte le vittorie e le esperienze che grazie a questo sono riuscito a vivere, cavalcando sempre i miei sogni di fanciullo e la profondità della mia anima”.
Una vera poesia d’amore alla bicicletta ed alla Vita. Grazie Leonardo. Alle prossime!