Secondo uno studio dell’Ufficio Studi di Banca Ifis nel 2020 il 90% dei produttori ha aumentato o confermato gli investimenti. Digitale, sostenibilità e ricerca ai primi posti per crescere
Dalla mountain bike degli anni Novanta alle nuove eBike da città per essere sempre più green. Cambiano i costumi e le mode ma non la passione per le due ruote che in Italia hanno un mercato sempre più esigente e raffinato. La produzione e la vendita di biciclette made in Italy non ha nulla da invidiare ad altri comparti manifatturieri: dopo una fase di contrazione, che ha caratterizzato l’industria delle due ruote tra fine degli anni Novanta fino al 2017, causa delocalizzazione delle filiere e calo della domanda interna, dal 2018 a oggi la produzione italiana segna +20% grazie proprio al fenomeno della bicicletta elettrica trainata dalle nuove politiche di mobilità sostenibile e dallo sprint ecologico di cittadini e turisti.
È quanto emerge dall’ultimo Market Watch di Banca Ifis che, per il secondo anno consecutivo, è premium partner delle classiche del ciclismo italiano. La Banca ha scelto di dare valore alla sponsorizzazione sportiva con un’analisi dettagliata dell’intero ecosistema della bicicletta: una filiera che conta circa 2.900 imprese per 17mila addetti e produce ricavi per 9 miliardi di euro annui.
La buona notizia, stando all’analisi, è che nel biennio 2021-2022 un’industria su due prevede un aumento dei ricavi e solo il 10% stima una contrazione. Un segnale di un comparto che cresce sull’onda dell’innovazione e dell’impronta sostenibile: nel 2020 sono state prodotte in Italia oltre 3 milioni di bici, +20% rispetto al 2018. Servono in ogni caso buone prassi urbane e il Pnrr è l’occasione da non perdere.
Le aziende del comparto – che comprende produttori di macchine industriali per la produzione di biciclette (5%), produttori di biciclette e componentistica (21%) e distributori all’ingrosso, commercianti al dettaglio e noleggiatori (74%) – risiedono soprattutto a Nord del Paese: 22% in Lombardia, 19% in Veneto, 14% in Piemonte, 10% in Emilia-Romagna. E sono particolarmente proiettate sui mercati esteri: circa il 42% del fatturato (633 milioni di euro) va oltre confine. Ben il 48% delle aziende che portano all’estero componenti e prodotti Made in Italy hanno sede a Nordest; il 52% delle vendite sono destinate all’Europa.