Imprenditore di successo e ciclista per diletto abituato ad alzare le mani al cielo. È l’identikit di Guido Dracone, 41 anni, nuovo acquisto della Cicli Copparo che si avvicina all’esordio della stagione 2019 con l’intento di alzare l’asticella dopo gli ottimi risultati della scorsa stagione.
Dracone, come si conciliano le due attività?
«Con sacrificio e tanta passione. Sono amministratore delegato della New Penta e ho un ruolo di responsabilità in un’altra azienda che devo seguire con attenzione ma grazie alla determinazione non abbandono le mie passioni. Avendo iniziato a correre in bicicletta solo tre anni fa ho ancora l’entusiasmo di un ragazzino».
Prima che sport praticavi?
«Ho fatto enduro e motocross, poi ho gareggiato in Mountain Bike partecipando a gare Downhill, 4cross e Dual Slalom. Nel 2002 sono stato campione italiano Downhill, in seguito ho conquistato il terzo posto all’italiano Elite Dowhill e per tre anni sono stato in Nazionale 4Cross. Non dimentico il secondo posto nel Dual Slalom in Brasile».
Come è nata l’idea della bicicletta?
«Nel 2016, dopo l’ennesimo infortunio in moto, mi è scoccata la scintilla. Ho deciso di indirizzarmi dalla Mountain Bike al ciclismo e ho voluto provare a gareggiare in qualche competizione. Nel Gravel ho conquistato il successo alla Gravel Roc D’Azur. L’anno successivo sono approdato al Team Scott Granfondo e alla mia prima partecipazione ho vinto la Coppa Piemonte, il più importante circuito di granfondo nazionale. La scorsa stagione mi sono ripetuto in Coppa Piemonte e ho centrato altri tre successi in gare contro il tempo e quattro terzi posti alle Granfondo Fausto Coppi, La MontBlanc e Casteggio oltre alla prova a cronometro che precede la Granfondo Charly Gaul e il settimo posto al mondiale a Varese».
Come spieghi la scelta di approdare alla Cicli Copparo?
«Mi hanno convinto l’ambizione del presidente Consolani e del vice Gaudenzi oltre all’entusiasmo di Andrea Leo, responsabile marketing della Giant, e dello sponsor Rosti. Il problema della distanza viene compensato dal livello della squadra, il meglio che si possa trovare a livello amatoriale. Mi piace il numero ristretto di corridori che possono competere per traguardi importanti e la passione dei dirigenti».
Quante ore ti alleni a settimana?
«Dalle sedici alle venti ore. Condivido questa passione con i miei figli che mi seguono ovunque: riuscire a ottenere risultati di prestigio davanti a loro è una soddisfazione indescrivibile. In gara la mia testa inizia a pensare a quando li rivedrò e tutto ciò mi trasmette un’iniezione di fiducia notevole».
Quali sono i tuoi obiettivi per la stagione ai nastri di partenza?
«Migliorare i risultati dello scorso anno e mettermi al servizio dei compagni. Sono un passista scalatore e con le mie caratteristiche potrei portare Cecchini e Cini ai piedi della salita oppure Pozzetto alla volata vincente. La nostra forza dovrà essere l’unità d’intenti».
Quale impressione hai ricavato dalla presentazione ufficiale della Copparo?
«Ho avuto l’idea di un team che non ha nulla di amatoriale. Ci divertiremo quest’anno e regaleremo belle soddisfazioni al presidente Consolani e ai suoi collaboratori».