Garlasco (Pavia) – Giugno 1949, in una cascina sperduta sulla Pianura Padana. Il contadino sente un rumore sospetto provenire dal magazzino. Forse un ladro. Senza pensarci due volte prende il forcone e va a dare un’occhiata. Rannicchiato sulla paglia, si trova davanti un giovane dall’aspetto orientale, con la maglietta e i pantaloncini stretti stretti. Il contadino chiede spiegazioni della sua presenza furtiva e l’ospite risponde con l’accento popolano di chi è cresciuto sulle sponde del Ticino: «Non mi inforchi, per carità: sto correndo il Giro d’Italia!». Solo che per vincere e conquistare la maglia nera, lui, doveva arrivare ultimo.
Questo è uno degli episodi che ha contraddistinto l’attività del ciclista professionista Luigi Malabrocca, classe ’20, tortonese d’origine, ma fin da giovane si trasferì a Garlasco. Il Re delle maglie nere, ha lasciato dietro di se un ala di leggenda nello sport Italiano.
Un traguardo non ambito dai ciclisti delle categorie amatoriali che domani, nella Las Vegas della Lomellina, parteciperanno alla quinta ed ultima tappa del Giro della Provincia di Pavia Memorial Giancarlo Invernizzi Tiziana Sanzanni.
Sono 350 i corridori che domani si sfideranno lungo il percorso di gara, completamente pianeggiante da ripetere più volte toccando anche i territori dei comuni di Groppello Cairoli e Dorno.
Tre le partenze in programma (prima e seconda serie). Ore 13,30 categorie Supergentleman A e B, Debuttanti e Donne. Ore 15,00 categorie Gentleman 1 e 2. Ore 16,40 categorie Junior, Senior e Veterani.
Gli iscritti alle tre prove:
Al termine della manifestazione si terrà la premiazione finale del Giro della Provincia di Pavia, con l’assegnazione delle maglie ai vincitori di categoria.
Partecipare all’ultima tappa del Giro della Provincia di Pavia offre anche l’opportunità a familiari ed accompagnatori di conoscere le bellezze di questo comune.
Santuario Madonna della Bozzola. La Chiesa fu eretta all’inizio del XVI secolo in seguito ad un’apparizione mariana in quel luogo, ove già sorgeva una cappella votiva dedicata alla Vergine.
La Madonna apparve nel 1465 ad una pastorella muta, la guarì e le chiese di far costruire a suo nome un Santuario, a protezione di tutto il territorio. La Chiesa conobbe continui ampliamenti e rifacimenti sino all’inizio del XX secolo, quando le fu abbribuita una nuova facciata decorata con statue in cotto.
Degne di nota, in una cappella interna, le statue lignee (XVIII secolo) dei personaggi del Compianto sul Cristo morto.
Città di Antona. Le origini di Garlasco, antichissime, sono avvolte dal mistero che avvolge la leggendaria città di Antona. Un importante sito archeologico è stato rinvenuto nei pressi del santuario della Madonna della Bozzola, a nord dell’attuale centro abitato: qui, secondo alcuni storici, sorgeva Antona, il cui toponimo deriva forse dal celtico an thon, che significa “bosco elevato”. Secondo un’altra interpretazione, il nome trarrebbe origine da ad tumulis, poi storpiato in Antona, a testimonianza del la battaglia del 218 a. C. fra i cartaginesi e i romani.
Risorgive di Annibale. Appena fuori la frazione Madonna delle Bozzole (Garlasco) sorge un bosco, precisamente un oasi Lipu. Ed è proprio questi fontanili che nascondono una storia quasi del tutto dimenticata…
Infatti nel 218 a.C. su questo terreno passarono gli elefanti del Cartaginese Annibale! Grazie alla ricerca storica del percorso delle truppe Romane e Cartaginesi, svolta da Enrico Barbieri, i due eserciti (i romani in fuga, mentre i cartaginesi li inseguivano) attraversarono proprio questa zona.
Giunti a Victumulis (o Antona), di cui ho già ampiamente parlato, i Cartaginesi posero un campo per una notte, lasciando che gli Elefanti e i cavalli potessero riposare… La grande quantità di risorgive e vegetazione permetteva di sfamare i pachidermi.