Cesenatico – «Una volta non era così». Loris pronuncia la frase senza voltarsi. Appoggia le parole di colpo sul bancone, rompendo il silenzio, fin allora imperturbabile, di una partita di Maraffone. Il Bar Piazza si è di colpo affollato di figure bagnate e bestemmianti: ragazzi della carovana, lavoratori del Giro, giornalisti, autisti… tutti uniti dalla fuga, via dalla corsa. Troppa pioggia, improvvisa.
«Un’era acsé una vòlta», dice Loris, un dedalo di capillari sul naso e due occhi azzurri tremolanti che contano i tanti giorni del calendario visti volare via dallo stesso tavolo, con gli stessi compagni di gioco, lo stesso mazzo di carte romagnole. Per comprendere i cambiamenti climatici servono anche i banconi dei bar di provincia e i loro database di sguardi.
«Una volta – spiega Loris, rassegnato a malincuore a perdere anche questa partita – non veniva mica giù tutta st’acqua. In estate c’erano i temporali, ma a primavera ‘sta roba lì non si era mai vista. Adéss sì, ma adéss uns capéss piò gnìnt».
Non si capisce niente nel borbottio del Bar Piazza, non ci capisce granché nemmeno il gruppo, che per quanto abbia i suoi meteorologi continua a sperare che le cose vadano come «una volta». Come stamattina, quando il mare di Cesenatico era una distesa piatta che specchiava un cielo azzurro sporco e un sole indeciso. Decisione che non manca affatto ai cacciatori di fughe, ai rimescolatori di mazzo: e chissà quale carta verrà fuori.
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