Con l’intervista a Fabrizio Dolce, fondatore di Everesting Italy, apriamo una nuova categoria, Everesting, dedicata agli appassionati di questo concept. Racconteremo le imprese di coloro che sfideranno le salite in tutto il territorio nazionale e i protagonisti.
Roma – 462 Everesting completati da 330 ciclisti, oltre novantamila chilometri percorsi per un dislivello positivo di oltre tre milioni e mezzo di metri. 335 Everesting 8848, 26 Everesting 10K/Roam (diecimila metri di dislivello), 90 Everesting virtuali, 2 Misc, 9 Running Everesting.
Questi i numeri italiani del concept Everesting. Una sfida fisica e mentale che sta conquistando sempre più appassionati di ciclismo e in questo momento, in cui a seguito della pandemia è vietato lo svolgimento di manifestazioni sportive, rappresenta l’unico format in grado di regalare l’adrenalina della sfida in salita.
Il concept Everesting, nasce in Australia, grazie ad un gruppo di giovani appassionati ciclisti che amavano affrontare le salite. Ma il loro obiettivo non era gareggiare l’uno contro l’altro, ma dar vita a dure sfide personali in salita, catalogabili come autentiche imprese da affrontare in primavera. Mentre il freddo inverno era dedicato alla preparazione.
In Italia l’Everesting arriva nel 2015, grazie a due cari amici Fabrizio Dolce e Riccardo Petrucci che il 22 giugno di quell’anno, organizzano a Campocatino (FR), la prima sfida italiana di gruppo. Poi decidono di fondare Everesting Italy.
“L’associazione è retta da me e altri due appassionati. La passione per il ciclismo, le sfide in salita, la condivisione con altri ciclisti sono i valori che rappresentano il nostro impegno. Coloro che chiedono di effettuare un tentativo di Everesting – sottolinea Fabrizio Dolce – non devono versare nulla all’associazione. Noi mettiamo a disposizione la nostra esperienza e offriamo preziosi consigli per quel che riguarda l’organizzazione di Everesting individuale o di gruppo”.
- Qual’è la mission di Everesting Italia?
“La promozione di questo concept in Italia, attraverso gli Everesting che organizzo annualmente nella mia regione, il Lazio, la gestione della Hall of Fame Italy e mettere a disposizione di tutti coloro che vogliono misurarsi in questa sfida la nostra esperienza. Io ho completato dal 2015 tredici Everesting, otto su strada e cinque virtuali. Come già detto in precedenza nel 2015 ho organizzato il primo Everesting di gruppo e nel dicembre 2017 il primo Everesting virtuale attraverso la piattaforma Zwift. L’associazione gestisce il sito Everesting Italy e la Hall of Fame Italia, ma non le omologazioni che vengono elaborate da Hell 500.”
- Che cosa è un Everesting e quali sono le categorie in cui sono suddivisi?
“L’Everesting è semplicemente una sfida, che può essere compiuta individualmente o in gruppo. Il partecipante sceglie una salita che dovrà essere ripetuta più volte sino a raggiungere il dislivello altimetrico positivo di 8848 metri, ovvero l’altitudine del Monte Everest, la vetta più alta del continente asiatico e della Terra. Non ci sono limiti di tempo, si possono fare tutte le pause che il partecipante ritiene opportune, ma non può dormire. Questo è l’Everesting 8848.
L’obiettivo dell’Everesting 10K è invece quello di raggiungere i diecimila metri di dislivello e le regole sono le stesse dell’8848.
L’Everesting Roam, prevede la sfida non sul solo tratto di salita, ma lungo un percorso. Obiettivo è raggiungere comunque i diecimila metri di dislivello, percorrere un minimo di 400 chilometri e impiegare un tempo non superiore a 36 ore. Si può anche dormire, ma il tempo del riposo verrà conteggiato nelle 36 ore.
L’Everesting Running prevede il raggiungimento degli 8848 metri di dislivello lungo una sola ascesa. Si può scendere dallo stesso versante o da un versante diverso e la sola discesa può essere effettuata anche con mezzi (macchina,bus,seggiovia,funivia). Il tentativo va fatto in singola attività senza limiti di tempo, sono ammesse pause ma non si può dormire. I partecipanti ai diversi Everesting dovranno registrare l’intera attività con dispositivo gps in modo da poterne poi richiedere l’omologazione“.
- Qual’è il profilo ideale del ciclista che sceglie di partecipare ad un Everesting?
“Nei primi anni erano soprattutto ultracycler e randonneurs, ciclisti già abituati a dure sfide, a misurarsi nell’Everesting. Poi anche coloro che solitamente partecipano a granfondo o gare in circuito si sono avvicinati a questa attività che sta diventando molto popolare. Pianificare un Everesting non è difficile, ma è principalmente importante valutare le esigenze del ciclista durante una sfida che si protrae per tante ore. La sfida può essere effettuata su qualsiasi salita, chiaramente il partecipante deve conoscerne le caratteristiche e presentarsi con la giusta preparazione”.
- Quali sono le cause che possono portare al fallimento dell’Everesting?
“Nella quasi totalità dei casi registrati, pochi in verità, sono le mutevoli condizioni meteo a costringere un ciclista a rinunciare alla sua impresa. Possono poi sopraggiungere problemi fisici, ma è più difficile se il ciclista è ben preparato”.
- La pandemia e il lockdown, hanno costretto il governo a sospendere lo svolgimento degli eventi sportivi e ciclistici (gare su strada, granfondo e altro tipo di eventi). Dallo scorso 4 maggio i ciclisti sono tornati a pedalare seppur rispettando alcune indicazioni attività da svolgere individualmente e mantenere la distanza da altri ciclisti.
“In questo particolare momento che ha coinvolto tutto il mondo, anche diversi professionisti si sono misurati in Everesting virtuali, mentre Richie Porte lo ha realizzato su strada. L’Everesting è un’attività che permette il rispetto delle misure imposte dal governo. Anche se si sceglie la prova di gruppo, i partecipanti possono partire in orari diversi, mantenendo così la distanza di sicurezza imposta, organizzare ristori diversi così da evitare l’utilizzo di una stessa borraccia o cibo. Non è previsto pubblico presente, visto che l’impresa ha una durata che va dalle 18 alle 36 ore. Dunque, potrebbe essere l’attività sportiva ideale, qualora le autorità siano costrette a prolungare la sospensione degli eventi sportivi”