Più che un’inaugurazione quella di Eroica Caffè Padova sarà una vera e propria festa d’apertura in perfetto stile eroico. Tanta bicicletta, da ogni angolo della provincia e tanto cibo, nella migliore tradizione di ogni Eroica. La festa a pedali è in programma domenica 23 febbraio vedrà protagonisti quattro diversi gruppi di ciclisti: da Cittadella guidato da Alessio Berti, da Vicenza guidato da Francesco Brojanigo, da Mirano guidato dai rappresentanti di Biciclette Scavezzon, da Rovigo e Monselice. Una festa che troverà la sua sosta naturale nel locale in pieno centro città con un ristoro da favola, come ogni ristoro eroico in ogni parte del mondo.
Eroica Caffè Padova è uno spazio dove ritrovarsi per rivivere lo spirito senza tempo di Eroica tutto l’anno– spiegano Antonello Carrossa e Andrea Giacon i due proprietari – Organizzeremo uscite in bicicletta, incontri con autori, racconti di viaggio e tutto quello che di magico caratterizza il mondo a pedali. Sarà un luogo in cui stare tutto il tempo utile a condividere con gli altri la propria passione per il ciclismo”.
“Tutti sanno che L’Eroica è nata in un Caffè, il famoso barrino di Gaiole in Chianti – racconta Giancarlo Brocci, ideatore de L’Eroica-. Il Caffè era un luogo dove un tempo scorreva gran parte della nostra vita oltre il lavoro. Al Caffè si andava in bici, si leggeva e discuteva di bici e dei suoi eroi, i miti che avevano ispirato l’epica del Novecento ai migliori scrittori e giornalisti italiani. In quei bar si parlava ancora del mondo, si avevano idee grandi per migliorarlo, prima che si perdessero speranze, giocosità, cultura e voglia dello stare insieme, si accantonassero le carte, le bocce ed i motivi seri per uscire di casa al buio. Il ciclismo è stato lo sport dei nostri caffè almeno fino ai tempi di Bartali e Coppi. Nei bar si aspettavano le notizie via radio dal Giro e dal Tour, si formavano sfide e scommesse a pedali, si radunavano i ragazzini del paese per metterli in bici e sperare di scoprirne qualcuno campione. L’Eroica è nata lì, tra le passioni di una generazione cresciuta povera di tutto tranne della speranza ed i valori”.