Quale futuro per le Gran Fondo? Cresce il numero di eventi, ma vi è anche una fisiologica riduzione del numero dei partecipanti. Sovrapposizione delle date, costi di partecipazione elevati, agonismo esasperato quali sono secondo lei le cause di questo rallentamento della crescita? Che cosa secondo lei va cambiato ed eventualmente quali novità introdurre?
Riceviamo e con piacere pubblichiamo il contributo di Natale Dodaro, per otto anni presidente del comitato regionale Valle d’Aosta della Federazione Ciclistica Italiana e attualmente componente del direttivo che da vita al prestigioso Giro della Valle d’Aosta.
“Le Gran Fondo secondo me hanno un futuro se si trova la soluzione per diminuire questo agonismo sfrenato che porta tutti noi a perder il riferimento del termine amatoriale.
Ho letto l’intervento di un altro lettore che chiedeva un maggior di vetture neutre nelle granfondo. Io non sono d’accordo, siamo amatori e dobbiamo imparare ad arrangiarci, a far fronte, ove possibile, agli imprevisti che si verificano lungo il percorso.
Per abbassare i costi d’iscrizione gli organizzatori devono disporre di somme derivanti da altre voci e non sperare soltanto sul ricavato delle iscrizioni, che permettano loro di organizzare un evento sicuro e che riesca ad avere la giusta visibilità. L’unico modo per fare tutto ciò se non si dispone di indipendenza economica, e sono poche le granfondo che rientrano in questa categoria, è quello di entrare a far parte dei circuiti che permettono di ridurre le spese per i servizi e usufruire del contributo degli sponsor che sono sicuramente più attratti a legare il nome della propria azienda ad un gruppo di eventi piuttosto che ad uno soltanto.
Altro problema sono le enormi fatiche che un appassionato deve fare per iscriversi a granfondo prestigiose, che hanno costi elevati ed iscrizioni a sorteggio, incomprensibile. Pur avendo sponsor di caratura internazionale questi eventi continuano ad alzare i costi.
Io inizierei con partenze più tranquille e precorsi più a portata di tutti, magari cambiando qualcosa nell’accesso alle griglie, chi arriva prima entra, perché veder la prima griglia quasi vuota fino a cinque minuti dalla partenza e poi popolarsi di “campioni” pronti a fare gara a sé, non fa bene a questo sport. L’ingresso libero nelle griglie offrirebbe almeno l’opportunità di provare a fare la gara, chiaramente a coloro che hanno un minimo di preparazione e doti fisico atletiche”.