Il piemontese, ex stradista con Team Sky e Astana, conquista il titolo tricolore Mountain Bike Marathon davanti a Rabensteiner e Porro. Primo titolo nazionale MTB anche per l’altoatesina, già campionessa iridata in carica di Cross Triathlon e Winter Triathlon
Per vincere nella Mountain Bike Marathon servono la tecnica, il fondo, la tattica, ma in una gara come Valsugana Wild Ride, la cui seconda edizione ha assegnato Sabato 29 Luglio i Campionati Italiani MTB Marathon per le categorie Elite e Master, c’è una cosa che conta più di ogni altra: saper guardare negli occhi la fatica, sfidarla, affrontarla.
Lo hanno confermato i nuovi re e regina del Marathon Tricolore, Diego Rosa e Sandra Mairhofer. Lui, 34 anni, ha ritrovato la voglia di fare fatica, di spingere a fondo, tornando al suo primo amore a pedali, quella Mountain Bike che lo aveva avvicinato giovanissimo al ciclismo di vertice, dove poi si è affermato su strada con le maglie, fra le altre, del Team Sky e della Astana. Quindici giorni fa, a Telve, tornava a far parte della Nazionale MTB a pochi chilometri da dove, l’anno scorso, prendeva il via fra i ranghi del Giro d’Italia: ora prepara i bagagli per i Mondiali di Glasgow della prossima settimana con una maglia tricolore in più in valigia.
Per Mairhofer parla il suo curriculum, che la vede Campionessa Mondiale in carica di Cross Triathlon e Winter Triathlon: 31 anni, l’altoatesina emerge quando l’acido lattico inizia a farsi sentire. I 70,3 km con quasi 3.400 metri di dislivello della Marathon Tricolore in Valsugana la chiamavano a gran voce fra le protagoniste annunciate, e lei non si è tirata indietro.
Della fatica non ha paura nemmeno il GS Lagorai Bike del patron Enrico d’Aquilio, che questo Campionato Italiano Marathon in Valsugana l’ha voluto con forza per festeggiare i suoi primi 15 anni di attività, e a 11 anni di distanza dall’indimenticabile Settimana Tricolore su strada.
Il folle meteo delle ultime settimane ha messo il team organizzativo a durissima prova nell’obiettivo di garantire una gara di alto livello in condizioni tecnicamente impeccabili. Un impegno gravoso, ma ricompensato in ultimo dalla splendida giornata di sole e dai sorrisi dei quasi 700 protagonisti della seconda edizione di Valsugana Wild Ride, divisi fra le distanze Marathon e Classic (37,9 km), attraverso i comuni di Telve, Telve di Sopra, Carzano, Torcegno e Borgo Valsugana.
DIEGO ROSA SORPRENDE RABENSTEINER E PORRO
Chi lo aveva visto pedalare durante il recente ritiro della Nazionale Italiana a Telve lo aveva detto: attenzione a Diego Rosa, questo potrebbe essere il suo percorso.
Il piemontese ha scelto la giornata più bella per trovare il suo primo successo dal suo ritorno nella Mountain Bike, suo primo amore, dopo 10 anni di professionismo su strada ai massimi livelli, guadagnandosi il privilegio di indossare il Tricolore per i prossimi dodici mesi.
Il portacolori del Taddei Factory Team non partiva con i favori del pronostico, che spettavano di diritto agli ultimi due titolari del tricolore, Fabian Rabensteiner (2021 e 2022) e Samuele Porro (2020), entrambi del Team Wilier-Pirelli. Eppure, fin dalla prima scalata verso Musiera e Coston di Ciste, il forcing operato da Riccardo Chiarini, compagno di squadra di Rosa, ha fatto subito capire le serie intenzioni del piemontese.
L’attacco di Chiarini costringeva Rabensteiner e Porro a rispondere, riducendo con il loro ritmo i numeri del gruppo all’inseguimento, che da 17 passava a 12 e poi a 10 unità: a farne le spese è stato, fra gli altri, Nicolas Samparisi (KTM-Alchemist), presto distanziato dalle posizioni da podio.
La mossa decisiva è arrivata però sulla successiva ascesa verso Forcella Mendana, “Cima Coppi” con i suoi 2.059 metri del percorso da 70,3 km e quasi 3.400 metri di dislivello. Sulle importanti pendenze all’ombra del Lagorai, Diego Rosa ha fatto valere tutto il suo motore e le doti di fondo di una carriera nel ciclismo su strada, impartendo un ritmo insostenibile anche per gli avversari più accreditati. Alle sue spalle, Rabensteiner e Porro si scambiavano accelerazioni rischiando anche il fuorigiri, e con loro rimaneva solo Lorenzo Samparisi (KTM-Alchemist), con Juri Ragnoli (FM Factory) a breve distanza.
Al GPM, Rosa transitava con oltre un minuto di vantaggio sui primi inseguitori, che in discesa venivano raggiunti e superati da Ragnoli nel tentativo di rilanciare l’azione. Mentre Rosa amministrava e estendeva ulteriormente il suo margine in testa, i portacolori della Wilier si alleavano per riprendere e distanziare nuovamente Ragnoli: il podio di Telve ha visto così Diego Rosa in trionfo in 3 ore, 25 minuti e 57 secondi (20,479 km/h di media), davanti a Rabensteiner e Porro nell’ordine (+2.51).
Quarta piazza per Ragnoli (+3.47), quinta per Lorenzo Samparisi (+4.22). Da segnalare anche il bell’ottavo posto nella gara di casa per il trentino Andrea Righettini (Olympia Factory Team, +11.27).
“Era un percorso disegnato per me,” ha ammesso il neo-tricolore Diego Rosa, “con tanta salita e parecchia superficie asfaltata. Siamo partiti con una tattica chiara in mente, quella di imporre il ritmo e cercare di fare la differenza sulla salita più impegnativa per staccare Rabensteiner e Porro e poi gestire. Ci siamo riusciti alla perfezione, e oggi, a 34 anni e alla prima stagione di ritorno nel Marathon, vestire questo Tricolore è qualcosa di speciale.”
Rabensteiner e Porro è sfumato l’obiettivo tricolore, ma il mirino si sposta immediatamente a Glasgow e ai Mondiali Marathon della prossima settimana, “su un percorso che dovrebbe essere più adatto alle mie caratteristiche,” spiega l’altoatesino. “Oggi tenere il ritmo di Diego su queste salite non era semplice, ma le sensazioni e la condizione sono buone. Domenica prossima correremo il Mondiale a Glasgow, e sarà anche il mio 33esimo compleanno. Quando ho saputo di questo calendario ho pensato che dovesse essere la mia giornata: partirò determinato per farmi il regalo più bello”.
“Per rispondere a Rosa, Fabian e io abbiano rischiato di farci fuori tra di noi,” confessa Samuele Porro, “su un percorso così impegnativo un fuorigiri poteva costarci anche il podio. Dispiace aver ceduto la maglia dopo averla avuta in squadra per tre anni, ma quest’oggi ha vinto il più forte. La prossima settimana a Glasgow troveremo un percorso diverso, con meno salite lunghe e più sezioni tecniche, e certamente un altro clima, più fresco: partiremo per la Scozia fiduciosi di poter fare risultato.”
MAIRHOFER VOLA IN SALITA VERSO IL TITOLO ITALIANO
Alla partenza di Telve di sabato mattina, Sandra Mairhofer (Granbike Velo Club Torino) sorrideva di gusto. L’atleta altoatesina aveva partecipato al ritiro a Telve con la Nazionale Italiana, e pertanto conosceva a menadito i 70,3 km che avrebbero assegnato il titolo tricolore. Lo stesso sorriso, più affaticato ma forse ancora più vivido, è sbucato sul traguardo quattro ore, 23 minuti e 10 secondi dopo, per celebrare il suo primo titolo italiano nella Mountain Bike Marathon.
Campionessa del Mondo in carica di Cross Triathlon e Winter Triathlon, Sandra Mairhofer ha interpretato all’attacco la Valsugana Wild Ride fin dalle prime battute. Sono state lei e la campionessa italiana uscente Claudia Peretti (Olympia Factory Team) a mettersi in luce in salita, aumentando minuti fra sé e le prime inseguitrici, la trentina Debora Piana (Team Cingolani) e Chiara Burato (Mentecorpo Cicli Drigani Pro Team).
Il duello fra le due atlete di testa si è risolto in discesa dopo il GPM di Forcella Mendana: un errore è costato infatti a Peretti la rottura del cerchio, mandando a monte ogni ambizione di confermarsi in maglia tricolore, in una stagione per lei finora avara di soddisfazioni e ricca, viceversa, di inconvenienti.
Da quel punto è stato un assolo per Mairhofer verso il traguardo di Telve, mentre alle sue spalle era l’ultima discesa a decretare il sorpasso di Debora Piana ai danni di Chiara Burato, con le due a completare nell’ordine il podio, rispettivamente a 9.14 e 10.01 dalla vincitrice.
“Sono felicissima,” ha esordito Mairhofer, “questo percorso mi piaceva tanto già sulla carta, con tutta questa salita, e lo abbiamo trovato in ottime condizioni. Nella prima metà di gara è stato un bel duello con Claudia, mi è dispiaciuto vederla fuori gioco a causa di un problema meccanico. Sono contenta di arrivare con questa condizione alle porte dei Mondiali di Glasgow: mi sento motivata e pronta per la sfida.”
L’atleta di casa Debora Piana (vive a Pergine) ha commentato con soddisfazione il suo secondo posto: “Conoscevo molto bene il percorso, purtroppo sulla prima discesa ho avuto una scivolata, ma ho ritrovato il contatto con Chiara Burato e nel finale ho dato il massimo per strappare questo secondo posto che vale, con un livello tanto alto.”
“Purtroppo, ho perso il secondo posto nel tratto che temevo di più, in discesa, dove so di avere ancora margine di miglioramento – ha spiegato Chiara Burato, – ma oggi mi ero posta come obiettivo una top-5, quindi il terzo posto mi rende più che soddisfatta. Ci tengo a fare i complimenti all’organizzazione per il lavoro che hanno svolto sul percorso, che era in condizioni davvero ottimali a dispetto di tutto quanto è avvenuto in questi giorni a livello atmosferico.”
CELESTINO: “UN GRANDE CAMPIONATO ITALIANO, ORA TESTA A GLASGOW”
Il CT della Nazionale Italiana di Mountain Bike Mirko Celestino ha seguito da vicino il Campionato Italiano a Valsugana Wild Ride: un appuntamento che per lui aveva valore doppio, visto che fra pochi giorni, martedì 1° Agosto, la sua nazionale partirà per Glasgow, dove gli specialisti del Marathon saranno impegnati Domenica 6 Agosto nel Mondiale di categoria.
“È stato il Campionato Italiano che mi aspettavo: duro, selettivo, che ha esaltato un atleta di grande valore, le cui qualità erano emerse in MTB già in giovane età prima che passasse al ciclismo su strada. In qualche modo, Diego mi ricorda il percorso che ho fatto io,” racconta Celestino.
“Avevamo già potuto apprezzare il percorso e questo territorio durante il ritiro di Telve di pochi giorni fa, ma l’organizzazione del GS Lagorai Bike merita un plauso non solo per il grande lavoro tecnico, ma per lo spiegamento di forze per garantire la massima sicurezza in ogni punto del percorso. In molti anni, credo di non aver mai visto un’attenzione del genere, ed è qualcosa che merita di essere sottolineato.”
Il Campionato Italiano ha chiarito anche gli ultimi dubbi di Celestino in vista del Mondiale: “Un percorso come quello di Glasgow credo possa esaltare le qualità di un atleta come Rabensteiner, che anche oggi ha dimostrato di stare molto bene. Nelle ultime settimane il Trentino ha accolto le Nazionali di Marathon e di Cross Country, mettendoci nelle condizioni migliori per lavorare e prepararci all’appuntamento: ora tocca a noi dimostrarci all’altezza della sfida.”