Monte San Giovanni Campano (Frosinone) – “Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere” ha scritto Jim Rohn. Il virus Covid – 19 che tiene il mondo sotto scacco, ha fatto capire, che quando la salute è minacciata tutto il resto passa in secondo piano.
Le misure del cosiddetto “distanziamento sociale” adottate in Italia e in molti altri paesi per rallentare la diffusione del nuovo coronavirus pandemico, mettono a dura prova la capacità umana di cooperazione. Il solo sapere di avere qualcuno su cui poter contare può essere sufficiente a smorzare parte delle risposte allo stress, soprattutto per quelle persone che per altre patologie hanno subito limitazioni alla loro capacità di movimento.
Francesco “Crispino” Perna, che abbiamo sentito in questi giorni, è uno di loro. E’ affetto di Atassia di Friedreich, malattia genetica rara altamente invalidante, che dodici anni fa, nel giro di pochissimo tempo lo ha privato della propria autonomia costringendolo sulla sedia a rotelle.
Nei primi venticinque anni di vita, la malattia non gli impediva di svolgere le normali azioni quotidiane. Da bambino ha giocato a calcio. L’aggravarsi della stessa lo ha costretto alla sedia a rotelle, ma lui non si è mai arreso.
Dopo aver metabolizzato la profonda trasformazione della sua vita, Crispino ha cercato di reagire. Tre anni fa si è avvicinato al mondo del ciclismo, handbike e ha fondato l’associazione #iononmollo, affiliata CSAIn, che promuove manifestazioni coinvolgendo i disabili e ne sostiene la loro crescita.
Lo scorso anno si è aggiudicato a Milano il successo in una gara del circuito internazionale UCI e il 29 settembre ha chiuso la Maratona di Berlino al 70° posto su oltre 140° partecipanti. Agonisticamente veste i colori della Velosport di Ferentino.
In questo momento di particolare difficoltà per tutti, Crispino è costretto ad allenarsi sui rulli, mentre normalmente si allena su strada con i suoi amici e allenatori.
Ma anche in questo caso Francesco “Crispino” Perna trova la forza di trasformare quella che è un’ulteriore privazione (forzata) in un momento di solidarietà al fianco di soffre.
“Chiaramente allenarsi in casa con i rulli presenta particolari difficoltà di ordine logistico e di supporto. Io mi alleno normalmente lungo le strade del comprensorio per preparare tutti gli appuntamenti del mio calendario gare. Quest’anno la stagione è stata stravolta dalla pandemia, sono state annullate molte gare e iniziative di carattere sportivo e sociale. Proprio in queste giornate di isolamento sociale forzato ho scoperto il photo contest COVID-19 #IOSTOACASA AJOCONTROCOVID19, organizzato dall’associazione Ajò Cycling Team in collaborazione con l’azienda Threeface e patrocinato da CSAIn Ciclismo e ho deciso di parteciparvi inviando una mia foto. Voglio fare i complimenti all’organizzazione perché attraverso il photo contest riescono a coinvolgere molti ciclisti e a diffondere un messaggio importante #iostoacasa. Come tutti sappiamo in questo momento il distanziamento sociale è l’unico modo per combattere e cercare di vincere la battaglia contro il virus. Chiaramente per noi questa ulteriore limitazione rappresenta un momento di difficoltà.
Crispino rimarca che siamo abituati a reagire sempre e comunque. “E in questo momento è proprio dalla certezza che questa ulteriore limitazione ci porterà a vincere la battaglia contro il Covid -19, a darci la forza necessaria per continuare con determinazione la rincorsa verso i nostri obiettivi”
Recentemente ha devoluto parte del ricavato della Cena con Crispino 2.0, tenutasi lo scorso 24 gennaio per finanziare la sua attività stagionale, all’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone.
Un gesto straordinario che deve far riflettere tutti.
“Non permettere a nessuno di dirti che non puoi fare qualcosa. Se hai un sogno, inseguilo e basta, perché tu sei tutti i limiti che superi”. Crispino non si è mai arreso e ora sta inseguendo i suoi, sogni, ma nonostante le sue difficoltà, senza dimenticare chi soffre ed è più sfortunato.