Roma-Cesenatico. Circa 365 km, per un dislivello complessivo di 3.887 metri e tutto nel segno e in memoria di Marco Pantani. Non proprio una “sgambata” l’impresa che nella giornata di sabato ha visto protagonisti cinque rappresentanti del Circolo Canottieri Roma – Cicli Rossi equipaggiato Bianchi, primo team ciclistico nella storia dei Circoli sportivi storici della Capitale. Una squadra capeggiata dal commissario al Ciclismo del club, Andrea Petricca. Assieme a lui Pasquale Guastamacchia, Andrea Di Ferdinando, Giovanni Rinicella e Alessandro Duca, partiti dalla sede sociale di Lungotevere Flaminio 39 all’alba per raggiungere la località romagnola, transitando tra l’altro sui 1.415 metri del Picco di Carpegna dove Pantani era solito allenarsi e sul cui belvedere regna la scritta “Questo è il cielo del Pirata”.
Quasi una celebrazione quella della carovana giallorossa, considerando che proprio nel luglio di 26 anni fa Pantani debuttava al Tour de France. Esordio da urlo, visto che agli Champs Elisée si presentò con il terzo posto in classifica generale e la vittoria nella classifica dei giovani. A rendere ancora più difficile l’uscita del C.C. Roma-Cicli Rossi ci si è messo il vento, contrario per tutto il tragitto concluso al tramonto. E allora tutti in “treno”, come viene definita in gergo la disposizione in fila indiana dei ciclisti, passando anche a velocità sostenuta per Narni, Terni, Foligno, Gualdo Tadino.
Dopo 280 km, ad Acqualagna, Petricca e soci hanno iniziato l’attacco ai 18 km di salita (di cui gli ultimi 5 con pendenza media del 12%) verso Carpegna. A ripagarli degli sforzi il pensiero di spingere sui pedali laddove il loro beniamino preparava le rampe più impervie delle grandi corse a tappe. In cima alla salita, allora, d’obbligo le foto ricordo davanti alla gigantografia dell’indimenticato campione romagnolo.
Da lì in poi, altri 70 km fino a Cesenatico sempre in formazione, quasi a tirare una volata. All’arrivo, però, l’ultima e doverosa tappa, questa scendendo dalla bici ma soltanto per comodità: la visita a “Spazio Pantani”, il museo intitolato al Pirata, allestito nell’ex magazzino merci della stazione ferroviaria e gestito proprio dalla famiglia del ciclista, devolvendo gli utili per scopi benefici.
E con le ombre ad allungarsi per via del tramonto l’impresa lascia spazio ai numeri: 365 km percorsi in meno di 12 ore. Professionisti della bicicletta: 0, ossia soltanto persone che praticano il ciclismo per passione. Una vittoria per sempre impressa nella testa, nel cuore.