Filottrano (Ancona) – Tra campi di grano e di girasoli distesa tra le dolci colline del Conero sorge Filottrano, città della sartoria. Il centro storico è raccolto all’interno delle mura castellane, tra le strette vie del centro si possono ammirare scorci suggestivi sulle valli circostanti e luoghi che sussurrano storie di un passato lontano, ma anche storie molto attuali come quella di due ciclisti: Michele Scarponi e Barbara Lancioni.
L’Aquila di Filottrano conquistò il successo nella Tirreno Adriatico 2009 e il Giro d’Italia 2011, contribuì al successo di Vincenzo Nibali al Tour de France 2014 e il Giro 2016, poi il 22 aprile 2017 morì tragicamente in un incidente stradale proprio a Filottrano mentre stava preparando il Giro d’Italia che avrebbe pedalato con i gradi di capitano dell’Astana.
Una serie di successi sognata anche da Barbara Lancioni, quasi coetanea di Scarponi i due erano divisi da due soli anni di età, che dopo cinque anni di militanza tra le Elite, la massima categoria del panorama femminile, in cui ha ottenuto diversi piazzamenti, nel 2006 ha esordito nell’attività amatoriale e come una delle brave sarte del suo paese d’origine ha iniziato a “creare” a colpi di pedale l’abito più pregiato costituito dai tre successi nella Granfondo Nove Colli, cinque affermazioni alla Maratona Dles Dolomites, cinque vittorie alla Granfondo Via del Sale, il campionato del Mondo Udace e la mediofondo della Gavia Mortirolo.
Ma è anche un abito che testimonia la determinazione e la fatica della ciclista marchigiana che ha conquistato almeno una volta il successo in tutte le granfondo a cui ha partecipato. Un abito da regina delle granfondo che Barbara dopo venticinque anni d’attività, forse dalla prossima stagione inizierà ad indossare.
“Emiliano Borgna, responsabile nazionale dell’attività ciclistica dell’Acsi, mi ha proposto il ruolo di presidente del comitato di Ancona di Acsi Ciclismo – sottolinea la ciclista marchigiana a margine della festa di premiazione e presentazione del campionato nazionale Granfondo e Mediofondo Acsi Ciclismo svoltasi a Riccione – è ho deciso di accettare. E’ un ruolo impegnativo e per me nuovo, che richiederà sicuramente tanto impegno, soprattutto nella prossima stagione. Un incarico che mi permette comunque di continuare a trasmettere la passione e determinazione dimostrata in tanti anni di attività e mettere a disposizione delle società amatoriali marchigiane l’esperienza accumulata in tanti anni di militanza. I tempi sono maturi per operare importanti migliorie al nostro settore e sostenere concretamente tutte le appassionate che desiderano accostarsi al ciclismo – condivido le parole espresse da Borgna in più sedi parlando di ciclismo femminile – e sono pronta a dare il mio apporto, anche se chiaramente lavorerò per tutte le categorie del ciclismo amatoriale. Questo, unito al primario impegno della famiglia, alla crescita di Mia e altri obiettivi personali che mi sono prefissata di raggiungere non mi permetteranno più di gareggiare ai ritmi delle precedenti stagioni. Inoltre ho accettato anche la proposta di collaborazione con Pierangelo Liotto. Parteciperò ad alcuni eventi in qualità di testimonial della Cicli Liotto promuovendo il brand della nota azienda di biciclette”.
- Un ingresso importante il suo nel ruolo di dirigente provinciale di Acsi Ciclismo, l’ente che più di tutti si sta impegnando nella valorizzazione, promozione e crescita del ciclismo femminile a livello amatoriale
“Nella nostra regione opera già da qualche stagione Sonia Roscioli, in qualità di presidente del comitato provinciale Ascoli Piceno e Fermo Acsi, che attraverso diverse iniziative tra cui la Granfondo San Benedetto del Tronto ha contribuito alla crescita di questo movimento. So che in alcune regioni d’Italia le ragazze che svolgono attività amatoriale hanno formulato alcune richieste agli organizzatori di granfondo e durante la premiazione del campionato nazionale ho visto anche una bella presenza di donne alla guida dei sodalizi che organizzano eventi. Credo che questi siano segnali molto positivi e incoraggianti. Noi non ci dobbiamo contrapporre agli uomini, perché il movimento amatoriale è uno, ma credo sia giusto iniziare a far sentire la nostra voce quando si parla della nostra attività”.
- Come inizia Barbara Lancioni ad andare in bici?
“Il ciclismo non è stato la mia prima scelta in ambito sportivo, anche se poi ha caratterizzato la mia vita. Ho svolto diverse attività, nuoto, pallavolo, ginnastica artistica, poi quando mio fratello ha iniziato a pedalare seguendo la passione di mio padre, a dieci anni decisi di farlo anche io. La prima gara, tra i Giovanissimi G6 fu un vero disastro. Venni doppiata per ben quattro volte, non potrò mai dimenticare quell’esordio”.
- Cinque anni tra le Elite e la svolta alla vita sentimentale
“Esatto ho militato per cinque anni in diverse formazioni Elite, gareggiando al fianco di Svetlana Boubnenkova, Vera Carrara, Singrid Corneo, Alessandra D’Ettorre, Olga Zabelinskaia, Silvia Valsecchi. Ho partecipato ad alcune delle più importanti gare rosa nazionali e internazionali come Giro d’Italia, Giri di Toscana, Tour de Suisse, Primavera Rosa, Ronde Van Vlaanderen, Trophée Féminin Méditerranéen. Proprio durante quest’attività ho conosciuto mio marito William Dazzani che ricopriva il ruolo di direttore sportivo e nel 2012 è nata nostra figlia Mia”.
Chiusa la lunga parentesi tra le elite, Barbara Lancioni approda alla formazione Scott Etica’s presieduta da Fabrizio Benini e arrivano subito tre successi di prestigio. A Cesenatico Barbara Lancioni vince la Granfondo Nove Colli e interrompe il dominio assoluto di Monica Bandini che aveva conquistato quattro affermazioni consecutive. Alla Maratona Dles Dolomites piega la resistenza di Monia Gallucci e Monica Bandini, mentre a Rocca San Casciano conquista il mondiale UDACE.
- Qual è stata la sua stagione più esaltante?
“Quella 2009 gareggiavo per il Team Renofin Sintesi Castelli NWR e in squadra con me c’era Claudia Gentili. Ricordo che in quella stagione abbiamo letteralmente dominato nelle gare rosa, lei vinceva le mediofondo e io le granfondo. Ma le emozioni sono continuate sino al 2012 quando rimasi incinta e per oltre due anni smisi di pedalare”
- Nel 2015 il ritorno alla gare amatoriali con la Somec MG.K Vis LGL
“Sono stata contattata da Marco Silvagni e ho deciso di tornare a gareggiare. Non avevo programmato nulla, l’interessamento dei dirigenti del Veloclub mi ha convinto a tornare in sella e provare a continuare le serie di successi che avevo interrotto per dare alla luce mia figlia Mia. Fortunatamente sono riuscita ad acquisire ben presto il miglior stato di forma e sono arrivati gli altri successi di prestigio. Intanto durante le stagioni testavo abbigliamento e biciclette di azienda che sostenevano le nostre squadre. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno avuto fiducia in me e mi hanno dato la possibilità di gareggiare. Mio marito William Dazzani che condivide la passione in quest’affascinante attività sportiva e da ex professionista e amatore di prima fascia ne è stato uno dei protagonisti assoluti”.
- Che cosa è per lei il ciclismo amatoriale?
“Un’opportunità. Quella di continuare a pedalare dopo l’esperienza tra le Elite. Io sono stata fortunata avendo le doti per emergere, ma penso a tutti quelli che pedalano da anni senza alcun obiettivo particolare o partecipando a manifestazioni cicloturistiche. Sono questi appassionati che rendono unico il nostro movimento sportivo”.
Dopo tante salite, discese e successi, Barbara Lancioni ha scelto una nuova sfida che siamo sicuri riuscirà a vincere con la caparbietà che da sempre la distingue nel mondo del ciclismo