di CicloZeman – Nella settimana dedicata ai titoli nazionali in tutto il mondo, quello italiano è stato il Campionato dei giovani, con Filippo Zana, (recente vincitore anche dell’Adriatica Ionica Race) a conquistare la Maglia Tricolore 2022. 23enne, il ragazzo veneto di Thiene della Badiani SF, ha vinto la prova in linea su strada svoltasi da Castellaneta Marina ad Alberobello, lungo 237 km. Podio per altri due giovani come Lorenzo Rota e Samuele Battistella.
Un uomo solo contro tutti. Si potrebbe etichettare così il prossimo Tour de France che prenderà il via dalla Danimarca venerdì 1 luglio. Tutti infatti guardano a Tadej Pogacar e al suo tentativo di conquistare la terza vittoria consecutiva, solo contro corazzate quali la Jumbo Visma di Roglic e la Ineos Grenadiers di Yates e Martinez. Ma è davvero così? A ben guardare no: lo Uae Team Emirates che supporta lo sloveno è squadra ben diversa da quella delle passate stagioni.
Se nel 2020 Pogacar vinse davvero ribaltando la corsa pressoché da solo, senza avere dal suo team un grande supporto soprattutto in salita, già lo scorso anno le cose erano un po’ cambiate e la sua squadra appare ulteriormente rinforzata. Majka resta il suo luogotenente privilegiato e le sue ultime uscite dicono che il polacco è in gran forma, pronto a sostenere il capitano davvero fino alle ultime battute. In salita però Pogacar avrà anche il sostegno del nuovo acquisto Soler e di McNulty e Bennet, coppia da non sottovalutare.
Basterà per sostenere l’urto delle formazioni avversarie? La Jumbo Visma ha dimostrato al Delfinato di avere una coppia tanto forte quanto intercambiabile, e Roglic sembra essere determinato a raggiungere finalmente quello che sarebbe il sigillo a una splendida carriera. La Ineos dal canto suo confida molto in Martinez, invero apparso poco appariscente al Giro di Svizzera, ma sotto sotto chissà che non torni fuori Geraint Thomas, che in fin dei conti il Tour sa come vincerlo. Il fattore importante è che queste due formazioni hanno concentrato tutti i loro sforzi sulla classifica, evitando distrazioni come velocisti e cacciatori di tappe. Tutti per uno quindi, per contrastare lo sloveno imbattibile.
C’è spazio per gli altri? Forse sì, ad esempio la Bora Hansgrohe che dopo aver sbancato il Giro d’Italia con Hindley sogna di fare lo stesso al Tour con Vlasov e anche nel suo caso la squadra sembra ben assortita per sostenerlo, fra Schachmann e Konrad. I francesi confidano molto nella coppia della Groupama FDJ con Gaudu e Pinot, più il primo che il secondo, per chiudere una parentesi di astinenza da vittorie che ormai dura da oltre trent’anni.
In chiave italiana il Tour potrebbe paradossalmente regalare più soddisfazioni che il Giro, pur essendo la delegazione italiana piuttosto sparuta. Damiano Caruso può davvero far bene, nelle sue uscite stagionali è sempre stato all’altezza del suo blasone di secondo al Giro 2021 e una presenza nella Top 10 non è da trascurare, ma una sorpresa potrebbe essere Mattia Cattaneo, mai così pimpante alla vigilia di un grande giro. Tutto sta nel vedere quanta assistenza gli darà la Quick Step Alpha Vynil considerando che il capitano resta sempre il campione del mondo Alaphilippe, eternamente in bilico fra la caccia alle tappe e il sogno della maglia gialla. Poi c’è Ganna, che da tempo sta preparando il suo Tour con il proposito di conquistare la maglia nella cronometro iniziale.
A tal proposito, a differenza del Giro i km contro il tempo saranno al Tour tanti e decisivi, soprattutto la tappa del sabato conclusivo di oltre 40 km, ormai una distanza inusuale per un grande giro. E’ un altro fattore da considerare in una corsa che come schema di percorso ricalca quello degli scorsi anni: una prima parte con difficoltà sporadiche ma importanti, vedi la quinta frazione sul pavé, dove c’è il forte rischio di accumulare ritardi significativi, vuoi anche solo per un ventaglio. La seconda sarà invece appannaggio degli scalatori e lì sarà battaglia aperta.