Sui media domenicali, i paragoni con Eddy Merckx sono diventati virali, ma non potrebbe essere altrimenti dopo l’ennesima impresa di Tadej Pogacar, ormai un vero Re Mida del ciclismo contemporaneo. Dove corre, vince, e come vince… Alle Strade Bianche, prima prova italiana del WorldTour, lo sloveno, che lo scorso anno era stato settimo prendendo le misure alla corsa così particolare nella sua meccanica, ha dominato la corsa, andando in fuga a oltre 50 km dal traguardo. Quando il campione dell’Uae è scattato, quasi tutti hanno pensato a un’azione dimostrativa, un tentativo destinato a finir male, invece, da solo contro il gruppo dei migliori, Pogacar ha continuato a guadagnare, riportando alla mente imprese risalenti ormai al secolo scorso.
Lo sloveno ormai non è più solo “uomo da Tour”, sa programmarsi e soprattutto accumula successi che a 23 anni compongono un curriculum che si raggiunge solo dopo i 30. Le classiche sono un nuovo terreno di caccia e quel che piace è il suo coraggio nel mettersi alla prova anche in corse che non sembrano tagliate su di lui. Tutti dicono che la Sanremo non è pane per i suoi denti, così anche la Parigi-Roubaix, ma chi può dirlo con certezza? Tadej ha la capacità di inventare, oltre a gambe superiori agli altri, quindi nulla gli è precluso ed è un peccato che la sfida del pavé non faccia parte del suo programma per il 2022.
Se da una parte c’è Pogacar che lascia presagire altre epiche imprese, dall’altra c’è una Lotto Visma che si conferma ormai come squadra di riferimento, perlomeno per le corse a tappe, soprattutto dopo che la Ineos Grenadiers deve ancora riassestarsi dal terribile colpo dell’incidente a Egan Bernal (tornato a camminare e questo, visto quel che gli è successo, è già un risultato importantissimo). Nella prima tappa della Parigi-Nizza la squadra ha dominato a tal punto da mandare in fuga i suoi big Wout Van Aert e Primoz Roglic insieme al nuovo acquisto francese Christophe Laporte. La gara è diventata una cronometro a squadre e il gruppo non è riuscito a ricomporre il distacco. Giustamente i due capitani hanno poi lasciato la vittoria al compagno di squadra, dimostrando anche come si fa gruppo. La vera alternativa a Pogacar per il Tour è tutta qui.
Settimana poco felice per i colori azzurri. Alla Strade Bianche, complice anche l’assenza di Alberto Bettiol, il migliore su quei percorsi, i nostri sono rimasti spettatori e anzi va salutato con rispetto il 9° posto quasi inaspettato di Simone Petilli (Intermarché Wanty Gobert). La notizia in chiave italiana è legata più a vicende extraciclistiche, gli effetti della guerra in Ucraina, con le sanzioni anche sportive per lo sport russo che hanno portato la Gazprom-RusVelo all’esclusione da ogni gara Uci. Questo significa stagione già finita per 30 corridori tra cui 7 italiani, gente Canola e Carboni, Conci e Fedeli, Piccolo (davvero sfortunato finora il campione europeo junior a cronometro 2019 nella sua esperienza da pro’) e Scaroni fino a Malucelli, che già aveva collezionato vittorie in questa stagione. Si riuscirà a trovare una soluzione per permettere ai corridori di gareggiare con altra maglia?
A cura di Ciclozeman