In seguito a quanto accaduto recentemente ad Alessandro De Marchi, Letizia Paternoster, Vittoria Bussi, lo junior Andrea Ortolani e ad altri atleti in precedenza, ai quali si esprime tutta la solidarietà e vicinanza, e alle seguenti polemiche che in alcuni casi hanno coinvolto direttamente la FCI, si tiene a precisare che la stessa Federazione da sempre affronta molto seriamente il problema della sicurezza dei propri tesserati.
Lo fa direttamente, operando per rendere sempre più sicure le manifestazioni ciclistiche, ed indirettamente, consapevole che i maggiori rischi si corrono in allenamento, momento nel quale la FCI può svolgere (come fa da anni), attività di supporto tecnico e collaborazione con Istituzioni competenti ed accreditate per migliorare la sicurezza degli utenti della bicicletta.
In particolare si ricordano alcune delle azioni degli ultimi anni.
Riguardo la sicurezza nelle manifestazioni, la Federazione, attraverso la propria Commissione Direttori di Corsa e Sicurezza, ha contribuito alla definizione del nuovo Disciplinare delle Scorte, normativa che prevede tra l’altro che il Responsabile del servizio di scorta di qualsiasi manifestazione ciclistica (non solo della Federazione), per esercitare le funzioni di coordinamento deve possedere idonea formazione strutturata e certificata. Inoltre sono realizzate periodiche iniziative di formazione e aggiornamento obbligatorio biennale per i nostri Direttori di Corsa. Al pari, nei corsi di formazione per i Tecnici, è inserito l’argomento “sicurezza”. Inoltre la Federazione ha reso obbligatoria la formazione alla sicurezza ormai per tutte le categorie. Negli ultimi anni sono stati realizzati sessioni per esordienti, allievi, juniores, professionisti, donne élite. Ad inizio 2020 sarà la volta degli Under 23.
La Commissione Impianti federale ha realizzato una normativa specifica per la realizzazione di spazi sicuri dove praticare ciclismo, sia in allenamento che in gara. Normativa che è punto di riferimento tecnico per gli Enti locali, soprattutto coloro che ricorrono al Credito sportivo per la realizzazione. In quest’ottica, negli ultimi anni, sono stati realizzati oltre 140 scuole di ciclismo e numerosi ciclodromi in tutta Italia, che permettono quotidianamente ai tesserati FCI, soprattutto ai più giovani, di potersi allenare in spazi sicuri.
L’attività federale di sensibilizzazione coinvolge direttamente anche i giovani tesserati.
Dal 2018, grazie a Fondazione ANIA e al prezioso supporto della Polizia di Stato sono stati attivati una serie di video tutorial e seminari formativi sul tema della sicurezza, realizzando un format didattico che verrà messo, dal prossimo anno, a disposizione di tutte le strutture periferiche.
Numerose, inoltre, sono le azioni legate al tema, anche da parte dei Comitati provinciali e regionali della Federazione, a cominciare da corsi specifici per i tesserati ad iniziative di sensibilizzazione per i più giovani come la sostituzione, in occasione delle premiazioni, delle medaglie ricordo con le luci da mettere sulle bici: piccoli gesti che segnano però la massima attenzione di tutto il territorio su questo tema.
Per quanto riguarda l’attività di allenamento, oltre a sensibilizzare i propri tesserati sui pericoli (con le iniziative ricordate fino ad ora), la Federazione è consapevole della necessità di poter disporre di spazi sicuri per gli utenti della bicicletta e per questo dialoga con Enti locali e Istituzioni, mettendo a disposizione le proprie conoscenze tecniche per la realizzazione di nuovi, come già ricordato. Ma è anche convinta che si tratti prima di tutto di una battaglia culturale. Per questo, da oltre 10 anni vengono realizzate progettualità che coinvolgono il mondo della scuola. Siamo certi infatti che formando le nuove generazioni ad un uso consapevole della bicicletta contribuiremo anche a formare automobilisti più rispettosi domani.
Tutto è iniziato nel 2008 con il progetto Pinocchio in Bicicletta grazie al prezioso supporto del compianto Franco Ballerini, che ha consentito di coinvolgere (in 5 anni scolastici), oltre 100.000 alunni delle scuole primarie e secondarie di I grado.
Contemporaneamente (nell’anno scolastico 2011/2012) la FCI ha iniziato ad operare direttamente con il MIUR sul progetto “Sicuramente in bici”. Dal 2014 al 2016 è stato realizzato con il MIT- Direzione Generale per la Sicurezza Stradale il progetto “Sulla buona strada in bici” coinvolgendo, anche in questo caso decine di migliaia di studenti delle scuole primarie.
Dal 2015 la FCI è entrata a far parte del progetto ICARO, promosso dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia della Università La Sapienza di Roma insieme ad altri partner Istituzionali (MIT e MIUR) e privati (Fondazione ANIA), fornendo il proprio bagaglio di conoscenze legate al corretto utilizzo della bicicletta.
Il progetto “La sicurezza in bicicletta” è inserito nell’ambito della piattaforma EDUSTRADA del MIUR (dal 2017) con un coinvolgimento, in ogni anno scolastico, di oltre 15.000 alunni delle scuole primarie e secondarie di I grado.
Dallo scorso anno è stata attivata la collaborazione, nell’ambito dell’ANIA Campus (promosso da Fondazione ANIA), con il progetto “Sicuri in Bicicletta” nel quale i tecnici federali operano per l’insegnamento delle tecniche di corretta guida della bicicletta.
Lo scorso anno FCI è stata tra le protagoniste del progetto De.Si.Re. promosso da Roma Servizi Mobilità, coinvolgendo oltre 6.000 alunni delle scuole primarie di Roma.
In questi anni di attività a livello scolastico sono stati raggiunti oltre 150.000 studenti, non solo fornendo loro tutte le informazioni utili per un corretto uso della bicicletta, ma soprattutto coinvolgendoli in attività pratiche.
Tutte queste iniziative, realizzate in collaborazione con la Polizia di Stato, hanno portato, a febbraio di quest’anno, alla firma di un protocollo che ha allargato gli ambiti di collaborazione. Polizia di Stato e la Federciclismo si impegnano a sviluppare iniziative congiunte nei settori della comunicazione, della formazione, dell’educazione stradale e per la prevenzione degli incidenti.
Infine, ma non meno importante, la Federazione ha sempre convintamente appoggiato tutte quelle proposte a livello legislativo che mirano ad aumentare la sicurezza, dalla proposta di legge per 1,5 metri, portata avanti insieme all’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti, alla riscrittura del nuovo codice della strada.
Alludere all’immobilismo della Federazione Ciclistica Italiana è pertanto un esercizio di mistificazione che non rappresenta la realtà e soprattutto non aiuta la battaglia per un Paese più pedalabile. Battaglia che avrebbe bisogno invece di maggior unità di intenti, nel rispetto delle proprie differenze e competenze.