Castiglione dei Pepoli (Bologna) – Il 29 giugno 2008, il ciclista bolognese Luigi Salimbeni partecipa alla ventiduesima edizione della Maratona Dles Dolomites denominata ‘Fostüs’, tracce. E’ nel gruppo di testa e sogna di lottare sino alla fine per la conquista del prestigioso traguardo, ma quando mancano tre chilometri al passaggio a Corvara è vittima di una foratura. La vettura neutra non è presente, nella bici non ha il tubolare di scorta e l’unica cosa da fare è tentare di raggiungere il traguardo con la ruota a terra per vincere il corto. Saranno i quattro chilometri più lunghi della sua vita, ma anche una delle più belle soddisfazioni quando riesce a tagliare il traguardo centrando la prestigiosa affermazione.
Quell’edizione della Maratona Dles Dolomites era denominata ‘Fostüs’, tracce, e da quel giorno Salimbeni ha lasciato una traccia ben visibile nella storia della regina delle granfondo. Trascorrono due anni da quella vittoria, Salimbeni è deciso a conquistare il successo anche nel percorso medio. La precedente edizione (2009) lo aveva visto tra i protagonisti cogliendo il terzo posto, ma è un autentico combattente, un ciclista che non si arrende e taglierà in perfetta solitudine e braccia al cielo il traguardo della XXIV° edizione della Maratona.
Passano le stagioni e Salimbeni continua ad alzare l’asticella. Punta al successo nella Granfondo. Dopo un terzo posto (2011), il secondo gradino del podio (2012) e il quarto posto (2014) arriva l’ambito successo. E’ un podio tutto italiano quello della Maratona Dles Dolomites Enel 2015, con il bolognese che sale sul primo gradino del podio davanti a Cunico, Zen, Gallo e Cecchini.
Il feeling con l’evento altoatesino non si interrompe. Nel 2016 il ciclista di Castiglione dei Pepoli sale ancora sul terzo gradino del podio e questa splendida storia coinvolge l’intera famiglia. Proprio nel giorno del successo assoluto nella granfondo, Noemi la primogenita di Luigi ed Elisa compiva due anni, mentre lo scorso 1 luglio, giorno in cui si è svolta la trentaduesima edizione della Maratona, nasceva Damiano, secondo figlio della coppia.
Salimbeni naturalmente non ha partecipato alla scorsa edizione della Maratona per restare vicino a sua moglie e quest’anno, tra i suoi obiettivi da centrare nella nuova stagione con i colori della nuova formazione, la Scott Team Granfondo, non poteva che esserci la regina delle granfondo.
Sale in bicicletta a tredici anni tra gli esordienti primo anno, seguendo la passione di suo padre Paolo, appassionato ciclista che oggi all’età di 73 anni continua a pedalare. Svolge tutta la trafila giovanile sino ai dilettanti, in cui pur non conquistando alcun successo, veste la maglia di campione provinciale ascolano e conquista il quarto posto alla Coppa Papà Espedito.
Nel 2004 termina l’attività agonistica tra i dilettanti, ma la passione e la voglia di attaccare il numero lo spingono a tornare in sella e nel 2007 torna a partecipare a gare in circuito. Il lavoro e la famiglia riducono al minimo le ore da dedicare all’allenamento e la scelta di partecipare alle brevi gare in circuito e mediofondo è obbligata.
Ma Salimbeni non si arrende e nelle stagioni seguenti si misura anche nelle granfondo. “Nel tempo gli organizzatori, per offrire l’opportunità al maggior numero di ciclisti di partecipare ai loro eventi, hanno reso i percorsi delle mediofondo sempre più semplici e io essendo uno scalatore, che riesce a dare il meglio di sé nelle salite lunghe affrontate in agilità, sono stato costretto a scegliere i percorsi lunghi per provare ad emergere”.
Arrivano così i tre successi nella Mediofondo Sportful, l’affermazione nella bolognese Dieci Colli, Mediofondo Stelvio, la Granfondo Giordana e la Granfondo Marco Pantani.
– Salimbeni che cosa è per lei il ciclismo amatoriale?
“E’ la voglia di confrontarsi con noi stessi e gli altri. Di attaccare il numero alla maglia e pedalare per conoscere nuovi posti ed emozioni che soltanto il ciclismo sa regalare, oltre a molte persone che condividono la nostra stessa passione. Devo ammettere che quando ho chiuso con l’attività dilettantistica, non avrei mai pensato di tornare a vivere con questa intensità il mondo delle due ruote”.
– Come riesce a coniugare impegni familiari e di lavoro con l’allenamento?
“Non è facile, anche perché la famiglia e il lavoro vengono prima di tutto, dunque devo utilizzare quelle poche ore di libertà per allenarmi. In inverno cerco di mantenere uno stato di forma ottimale, per aumentare poi gradualmente la frequenza degli allenamenti, i dislivelli da affrontare e le ore da dedicare al ciclismo. Scelgo le salite dell’appennino bolognese per l’allenamento, con frequenti puntate di Toscana. In estate invece mi dirigo verso l’appennino modenese dove posso trovare salite più lunghe e impegnative. Tutto questo agevola anche il mio programma d’allenamento che redigo sfruttando l’esperienza accumulata in diversi anni tra i dilettanti. Inoltre attraverso Strava posso valutare i miglioramenti”.
– Anche lei usa Strava?
“Si, ma come sottolineato prima soltanto per valutare le mie performance e non per confrontarmi con gli altri. E’ un social usato da moltissimi ciclisti e a volte ci si prende troppo sul serio. Per me il confronto vero è quello che avviene su strada. Per il resto è uno strumento utile a valutare i miglioramenti”.
– Chiudiamo con gli obiettivi per la nuova stagione.
“Si parte per una nuova esperienza, quella nello Scott Team Granfondo, che mi permetterà di partecipare ai più importanti eventi del panorama granfondistico italiano e il mio primo obiettivo è quello di riconquistare il successo nel percorso lungo della Maratona Dles Dolomites – Enel, ma vorrei far bene anche alla Marcialonga Cycling Craft, alla Sportful e all’Aprica”.