Granfondo del Po: la granfondo che ti prende per la “gola”

Sabato 23 e domenica 24 marzo partecipa alla Granfondo del Po, la granfondo che ti prende per la gola. Lasciati conquistare dai veloci percorsi di gara, ideali per l’esordio stagionale, e dalla prelibata cucina ferrarese.

Ferrara – La nascita della cucina ferrarese è legata alla presenza della corte estense, dove il mestiere dello scalco, o cuoco, era una vera arte dal 1500 e il piacere della tavola era curato con amorosa passione per ospiti altolocati come principi e duchi, premesse che motivano una tradizione gastronomica ricca ed elaborata.

I primi piatti sono quasi tutti a base di pasta fresca: i cappellacci alla zucca, dalla forma tondeggiante e ripiegata, a imitazione del tipico cappello di paglia dei contadini;

Il pasticcio di maccheroni è un antico piatto ferrarese che risale al ‘500, caratterizzato da sublime connubio tra dolce e salato, costituito da un contenitore di pasta frolla e da un ripieno di maccheroni al sugo con besciamella e funghi. La forma può essere paragonata al cappello di un prete e veniva consumato principalmente durante il Carnevale.

Tra i secondi piatti la salama da sugo ha un sapore forte e, al tempo stesso, elegante. E’ un impasto di carne suina macinata con vino rosso, sale, pepe nero, noce moscata, cannella e chiodi di garofano, che viene stagionata per circa un anno e, proporzionalmente alla sua dimensione, cotta da sei a otto ore in acqua bollente. Si serve con un contorno di purea di patate che ben si abbina alla polpa granulosa e al suo sugo piccante.

La salama da tai è simile alla salama da sugo per la sua forma tondeggiante ma si consuma cruda al taglio, principalmente d’estate, dopo diversi mesi di stagionatura; il Salame Zia Ferrarese insaccato in un particolare budello medio-sottile e tondeggiante detto “Zia”, ha un impasto composto interamente a base di carne suina che viene aromatizzato con sale, pepe ed aglio fresco, lasciato precedentemente macerare nel vino bianco

L’anguilla delle valle del Comacchio è un piatto tipico ferrarese rinomato e si dice che la sua cottura possa avvenire in sedici modi differenti, dalla bollitura alla grigliatura, allo spiedo o marinata. Le anguille, che arrivano vive sul mercato, possono essere consumate fresche seguendo le innumerevoli ricette tradizionali.

Le vongole di Goro sono uno dei piatti tipici ferraresi più conosciuti: la pesca di queste vongole avviene nelle sacche di Goro, la prima realtà produttiva di vongole in Italia e in Europa, la seconda nel mondo. La cottura che ne esalta gusto e consistenza è la più semplice, una veloce passata in padella con olio, aglio e prezzemolo.

La Coppia Ferrarese IGP, il tipico pane di Ferrara detto anche “Ciupeta“, ha una particolare forma a nastro costituita dall’incrocio di due pezzi di pasta che si uniscono in un nodo centrale da cui partono quattro “corna” le cui estremità sono dette “crostini”.

Un prodotto che rallegra la tavola, profumato e stuzzicante come un grissino anche in virtù di un gusto leggermente sapido che lo rende perfetto per accompagnare i salumi emiliani. Non delude nemmeno quando si mangia da solo, come spuntino, oppure con i secondi piatti e con contorni succulenti. Intinto nei sughi è una golosità da leccarsi le dita.

Tra i dolci il Pampepato è un dolce che ha un passato molto particolare: nel ‘600 le monache del Monastero del Corpus Domini di Ferrara, traendo ispirazione da un’antica ricetta del grande cuoco rinascimentale, crearono un dolce da inviare alle grandi personalità dell’epoca. Il cacao, appena giunto in Europa nelle mani di Cortes, era un bene di lusso, destinato a pochi e venne aggiunto come una polvere preziosa. A forma di zuccotto era impreziosito da mandorle o nocciole finissime, da gustosi canditi e insaporito con spezie profumate; la calotta era ricoperta infine di cioccolato fondente. Così il ricco dolce divenne il Pan del Papa. Il nome venne trasformato nel corso del tempo in Pampapato e Pampepato. Da secoli i due nomi convivono e la sostanza non cambia. E’ il dolce del Natale, delle feste, è il dolce che meglio rappresenta la ricchezza e la raffinatezza di Ferrara.

La tenerina nota fin dal 1900 come Torta Montenegrina o Torta Regina del Montenegro, in onore di Elena Petrovich del Montenegro la sposa dell’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III, venne soprannominata dai ferraresi torta tacolenta, per la sua consistenza interna quasi appiccicosa che si scioglie in bocca, deliziando il palato.
Servito con una spolverata di zucchero a velo, questo splendido dolce, si presenta con un esterno croccante che rivela al suo interno un cuore di morbido cioccolato fuso ancora semiliquido.

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QUOTA DI ISCRIZIONE
PARTECIPANTI ITALIANI TESSERATI
– fino  all’8 Gennaio 2019                              € 30,00
– dal  9 Gennaio al 28 Febbraio 2019          € 35,00
– dal 1° Marzo all’21 Marzo 2019                 € 40,00
– Sabato 23 Marzo e Domenica 24 Marzo  € 50,00
– Giovedì 21 Marzo chiusura iscrizioni on-line alle ore 18.00/Sabato 23 e Domenica 24 Marzo iscrizioni presso la segreteria.  Per chi si iscrive Domenica non è garantito il pacco gara

PARTECIPANTI ITALIANI NON TESSERATI E STRANIERI
–  fino all’8 Gennaio 2019                            € 40,00 (incl. tessera ass.tiva giornaliera di € 10 dell’ACSI Ciclismo)
– dal 9 Gennaio al 28 Febbraio 2019         € 45,00 (incl. tessera ass.tiva giornaliera di € 10 dell’ACSI Ciclismo)
– dal 1° Marzo al 21 Marzo 2019                € 50,00 (incl. tessera ass.tiva giornaliera di € 10 dell’ACSI Ciclismo)
– Sabato 23 e Domenica 24 Marzo 2019  € 60,00 (incl. tessera ass.tiva giornaliera di € 10 dell’ACSI Ciclismo)
– Giovedì 21 Marzo chiusura iscrizioni on-line alle ore 18.00 /Sabato 23 e Domenica 24 Marzo iscrizioni presso la segreteria.  Per chi si iscrive Domenica non è garantito il pacco gara